Confine (Red Rose productions) è l’album d’esordio di Paola Donzella, presentato ieri sera nella prestigiosa cornice del Blue Note di Milano. Ad accompagnare la cantante – già leader degli Elisir, formazione milanese vincitrice della Targa Tenco 2009 per il miglior disco d’esordio – c’erano sul palco Paolo Sportelli (piano, tastiere, clarinetto), Daniele Gregolin (chitarre), Giacomo Tagliavia (basso elettrico, contrabbasso), Andrea Bruzzone (batteria) e il trombettista Marco Brioschi. Quale miglior location per mettere in scena una musica pop nell’anima, ma che guarda altresì alla Parigi degli anni venti e trenta, a partire dal look di Paola Donzella: abito retrò e caschetto nero alla Juliette Greco.
Nonostante le sonorità in questione siano più immediate rispetto al recente passato, è chiaro che il mood swing e jazzy nei nuovi brani di questo progetto solista non è svanito. Anzi. Come racconta la stessa artista, sono anche molto chiari i motivi del titolo: la tradizione italiana e siciliana in particolare – terra natia dell’artista – s’incontra con quella francese, come in Le Debut Et La Fin, Dans Tes Bras e soprattutto Tu Me Diais, scritta da Paolo Fresu e da Belle Berry dei Paris Combo. Le due lingue parlano senza difficoltà di amore e della “ricerca di paesaggi lontani” con suggestioni mediterranee evocative e ricche di fascino. “Confini” quindi culturali ma anche stilistici, laddove spesso e volentieri il pop s’incontra con lo swing, la tradizione popolare e persino con il rock.
Lo show fa emergere l’ottima tecnica dei musicisti sul palco – “diretti” da Sportelli – e la voce aggraziata di Paola Donzella, fautori di uno stile nel complesso pacato ma che non rinuncia comunque a sferzate più movimentate e trascinanti. Nel corso dell’esibizione c’è spazio anche per il singolo Insonnia d’amore e per alcune cover: Bang Bang di Sonny Bono (presente anche nell’album), Si è spento il sole di Adriano Celentano – interpretata tra gli altri anche da Vinicio Capossela – e Guarda che luna di Fred Buscaglione.
Va detto che lo spettacolo è stato completamente spogliato della veste elettronica che invece è ben presente in Confine, probabilmente per rimarcare l’atmosfera “vintage” ed elegante della musica di Paola Donzella. Scelta indubbiamente azzeccata per il Blue Note di Milano.