31/01/2023

“Ricominciare dalle parole” di Giovanni Battaglino

Secondo album nato durante la pandemia e da un taccuino per il cantautore piemontese

 

Ha cominciato a scrivere i nuovi brani del suo nuovo album su un taccuino durante la pandemia e ha portato a termine Ricominciare dalle parole anche grazie a una campagna di crowdfunding con Produzioni dal Basso. Un album più maturo, non solo perché è il suo secondo solista, come ci ha raccontato lo stesso Giovanni Battaglino nella nostra intervista, in cui non mancano aneddoti sulle sue importanti collaborazioni con Ennio Morricone, Giovanni Allevi, Renato Zero e Laura Pariani.

 

Ricominciare dalle parole… quelle del taccuino che hai portato con te in questo periodo prima della pubblicazione dell’album?

Sì e anche quelle future. Ho comprato un taccuino durante la pandemia perché volevo fermare su carta dei pensieri e i testi delle nuove canzoni. Come facevano le famiglie di un tempo, i cosiddetti cahiers che tanto ho cantato suonando le canzoni occitane. Volevo guardare come nascevano le canzoni. Si scrivono sempre molte più parole di quelle necessarie ad un testo e spesso si comincia in modo casuale, come cercando la via. Ma tutto, anche quello che poi viene scartato, concorre alla nascita del testo. Come se le parole che hai eliminato fossero penetrate in quelle che hai tenuto. La parola è incontro, è futuro, è comunicazione e comunicare vuol dire aprirsi ed esprimersi. Le parole sono importanti, per citare Nanni Moretti, quindi anche quelle delle canzoni.

Giovanni Battaglino 1

 

Al di là delle tue parole o di quelle del disco, non ritieni che viviamo ormai in un’epoca in cui siamo circondati da tante parole, pensando ad esempio ai social?

Sì è vero, però credo che proprio per questo ci sia molta sete di parole autentiche, significative. Me ne sono accorto mercoledì al concerto di presentazione al Lambic a Torino. Un bellissimo locale dove si fa bella musica con molta cura e attenzione. Il pubblico prestava attenzione ai brani, c’era molto silenzio dovuto all’esigenza di ascoltare i testi delle canzoni. Infatti dopo il concerto molti mi hanno detto di essere riusciti ad entrare nelle storie, a seguire l’andamento delle liriche, una terapista mi ha chiesto di poter usare la canzone Ricominci contenuta nell’album con le sue pazienti nelle terapie. Non bisogna avere paura di esprimere quello che si ha da dire, se sei autentico le cose arrivano al pubblico. Credo che non sia solo merito dei pezzi, credo che si vada ad un concerto per portarsi a casa qualcosa e mi sento di affermare che in questo momento storico ci sia più attenzione alle parole che alla musica. Se me lo concedi i rapper e i trapper, oltre ai cantautori, sono i cantastorie di oggi.

 

Poco prima della pandemia e dei conseguenti lockdown quando avevi pubblicato il tuo primo album solista Alla porta dei sogni. Qual è per te la principale novità di questo nuovo lavoro rispetto al precedente?

L’altra volta ero partito dalla registrazione di qualche canzone con l’idea molto nebulosa di come sarei andato avanti. Era un “sogno” quello di fare un disco solista, non l’avevo mai fatto. Proprio da questo sogno sono andato avanti e poco alla volta hanno preso forma in modo molto diverso i pezzi, poi ho trovato l’etichetta AlfaMusic di Roma che ha creduto in queste canzoni e nel mio modo di scrivere, quindi è stato un lavoro in divenire e gli arrangiamenti musicali, anche se condivisi con i musicisti, erano quasi tutti miei. Questa volta sono partito con un progetto definito a livello di testi e musica, c’era un titolo e l’intenzione di trattare questo tema anche in modo lato come nell’ ultima canzone Valzer per uno spirito dove parlo di comunicazione attraverso la mente e lo spirito quindi senza parole. A livello musicale volevo più definizione a livello di suono anche se poi il disco è molto vario, quindi ho dato 4 canzoni da arrangiare a Marcello Sirignano e due a Luca Scarpa (due musicisti strepitosi) tenendo per me le altre 4.

 

 

Stai presentando dal vivo il tuo nuovo album?

Sì, mercoledì scorso come ho detto al Lambic di Torino, poi sarò al CCCP di Ceriale in Liguria il 24 febbraio, il giorno dopo, il 25, allo spazio Casa Marie di Bricherasio e il 18 marzo al Salone Polivalente di Scalenghe. Queste ultime tre date sono tutte conseguenti al crowdfunding che ho fatto per la realizzazione del disco. Tra le ricompense per le donazioni oltre al disco e al taccuino c’era infatti proprio il concerto. Altre date sono in via di definizione.

 

Sei attualmente impegnato in altri progetti, magari anche “di diverso tipo” rispetto a Ricominciare dalle parole?

Ho sempre molti altri progetti musicali. Abbiamo appena terminato una produzione di Trovatore di Giuseppe Verdi al Teatro Coccia di Novara con l’Aslico. Tre recite tutte esaurite sotto la direzione di Antonello Allemandi e la regia di Deda Cristina Colonna, a febbraio canterò in Bohème di Puccini e a marzo farò un concerto di canzoni occitane solo voce e chitarra a Torre Pellice.

Giovanni Battaglino 2

 

A proposito di altri progetti, tu hai collaborato tra gli altri con Ennio Morricone, Giovanni Allevi, Renato Zero e Laura Pariani. Ti va di raccontarci uno o più aneddoti legati a questi incontri o all’aver condiviso il palco con questi artisti?

Con Ennio Morricone abbiamo cantato in molti grandi spazi tra cui l’Arena di Verona 4 volte. Il coro non era sempre impegnato, quindi stavamo seduti ad ascoltare quella musica incredibile essendo però dentro essa, avendo gli strumenti così vicini e quindi ci è capitato più volte di commuoverci e di perdere qualche lacrima durante le esecuzioni. Nel giorno di prova per l’ultimo concerto all’Arena gli ho dato il libro della sua biografia chiedendogli un autografo, lui mi ha chiesto il nome e se l’è fatto lasciare per restituirmelo il giorno dopo con una dedica personalizzata. Ho pensato non gli andasse di fare la cosa in fretta e senza attenzione, non faceva parte del suo carattere. Ha preferito curare anche una cosa così piccola come una dedica come curava tutte le sue note.

Con Giovanni Allevi abbiamo registrato tutto il suo album Hope col Coro dell’Opera di Parma di cui faccio parte. A questo disco è seguito un anche un tour. Durante le registrazioni alle Officine Meccaniche di Mauro Pagani a Milano abbiamo inciso le sezioni separate. Eravamo solo 5 bassi  in tutto lo studio con un microfono a testa e con Allevi che ci dirigeva, molto impegnativo! In quella occasione gli ho dato il mio disco Alla porta dei sogni. Pensavo l’avrebbe ascoltato con calma chissà quando. Il giorno dopo è arrivato alle registrazioni e mi ha parlato dei testi delle canzoni, degli arrangiamenti dimostrandomi di averlo ascoltato più volte. Questo mi ha fatto capire e durante il tour ne ho avuto la conferma che Giovanni è un uomo dotato di una sensibilità fuori dal comune, molto attento alle persone che gli stanno intorno e curioso di tutto ciò che non è convenzionale.

L’esperienza con Renato Zero è stata la registrazione del suo ultimo album Atto di fede. Due giorni con lui sempre presente ad ascoltare ed intervenire in modo creativo sugli arrangiamenti. Si tratta di album dove coro e orchestra sono onnipresenti. Renato Zero ci ha messi molto a nostro agio scherzando spesso con noi e si è dimostrato molto attento e capace di risolvere difficoltà musicali in modo semplice e geniale. Una cosa interessante e divertente è che essendo dotato di una voce incredibile, era in grado di cantare in falsetto tutte le parti anche più acute dei soprani. Ascoltarlo fare gli esempi musicali con questa voce da ragazzo pur avendo 70 anni è stato una vera sorpresa.

Laura Pariani è una cara amica, dopo quasi 20 anni che ci frequentiamo e facciamo dei progetti insieme, il fatto che lei sia una grande scrittrice è un tutt’uno col fatto che lei sia una cara persona. Sono stato ospite da lei e da suo marito Nicola Fantini, anche lui scrittore, nella loro casa a Orta San Giulio due weekend fa approfittando della vicinanza con Novara dove ero alle prove di Trovatore. Non ci vedevamo da più tempo del solito ma se devo nominare un’amica dico senz’altro Laura. Posso condividere ogni frammento della mia anima con lei e posso farmi aiutare e consigliare da lei su qualsiasi argomento, ho sempre piena disponibilità e apertura. Una cosa divertente? Qualche anno fa dovevo essere a Firenze con lei alla rassegna Leggere per non dimenticare, parto da Torino senza guardare che il biglietto che mi era stato mandato dall’organizzazione prevedeva un cambio non ricordo se a Bologna o dove, sta di fatto che sono andato fino a Roma. Poi ho preso di nuovo treno per Firenze e sono arrivato in tempo per la presentazione del libro alla Biblioteca delle Oblate. Meraviglie dell’alta velocità.

 

Porti sempre con te il taccuino? Ne verrà fuori nuova musica?

Per ora è lì fermo ma “Ricomincerò” presto. Sono un po’ spaventato, mi sembra difficile pensare un nuovo progetto. Forse devo solo aspettare nasca una nuova idea. Non c’è fretta. Non ne abbiamo avuta finora, non ne avremo domani.

Giovanni Battaglino - Ricominciare dalle parole

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