Il ritorno sulle scene di Sharon Van Etten è di quelli che si aspettavano con trepidazione. A cinque anni di distanza dallo splendido Are We There, esempio lucido di come trattare il folk nel nuovo millennio, ecco Remind Me Tomorrow. In cinque anni sono cambiate tante cose nella vita della cantautrice di Clinton, New Jersey: un storia d’amore finita bruscamente, la nascita di un figlio e gli studi universitari. Tanta acqua, dunque, è scorsa sotto i ponti della 38enne musicista americana. Un percorso di vita in cui si è imbattuta anche nel produttore John Congleton, già al lavoro con artisti del calibro di Marylin Manson, Anna Calvi e Erykah Badu. Dal loro incontro è nato appunto Remind Me Tomorrow, suo quinto album.
L’effetto che fa appena lo si comincia ad ascoltare è straniante: un tappeto delicato di piano puntella la voce cupa della cantautrice. I Told You Everything, questo il nome della opener, dà un’idea del nuovo percorso intrapreso dalla musicista. Poche chitarre, molte tastiere che creano atmosfere noir dal grande fascino. C’è molto Bristol sound in questo disco, soprattutto nelle evocative You Shadow e Memorial Day, due tra gli episodi migliori dell’album. Si diceva delle tastiere, che dominano la scena in tanti brani, come nella epica Comeback Kid o nel caos calmo di Hands, un concentrato di elettronica ed effetti vertiginosi equilibrati magistralmente da un Congleton in stato di grazia. In poche parole, il capolavoro dell’intero disco. Stay, la canzone finale, è la degna conclusione dell’album. Si ritorna alle atmosfere suadenti di I Told You Tomorrow, la perfetta chiusura di un cerchio magico.
Remind Me Tomorrow è un ritorno in grande stile per Sharon Van Etten, un cambio di registro sorprendente che dimostra la grande versatilità dell’artista americana sempre pronta a sorprendere ed emozionare.
L’effetto che fa appena lo si comincia ad ascoltare è straniante: un tappeto delicato di piano puntella la voce cupa della cantautrice. I Told You Everything, questo il nome della opener, dà un’idea del nuovo percorso intrapreso dalla musicista. Poche chitarre, molte tastiere che creano atmosfere noir dal grande fascino. C’è molto Bristol sound in questo disco, soprattutto nelle evocative You Shadow e Memorial Day, due tra gli episodi migliori dell’album. Si diceva delle tastiere, che dominano la scena in tanti brani, come nella epica Comeback Kid o nel caos calmo di Hands, un concentrato di elettronica ed effetti vertiginosi equilibrati magistralmente da un Congleton in stato di grazia. In poche parole, il capolavoro dell’intero disco. Stay, la canzone finale, è la degna conclusione dell’album. Si ritorna alle atmosfere suadenti di I Told You Tomorrow, la perfetta chiusura di un cerchio magico.
Remind Me Tomorrow è un ritorno in grande stile per Sharon Van Etten, un cambio di registro sorprendente che dimostra la grande versatilità dell’artista americana sempre pronta a sorprendere ed emozionare.