06/11/2024

Tanno: Giovanni Lindo Ferretti a fumetti

Saldapress pubblica il nuovo lavoro di Michele Petrucci con il cantore di CCCP e CSI

 

Che Giovanni Lindo Ferretti sia una delle personalità più carismatiche, controverse e ricercate della musica italiana è fuori discussione. Una figura del genere meriterebbe un film: da Cerreto a Montesole, passando per Berlino, la Bretagna, la Mongolia e il teatro equestre, ci sarebbe una mole di storie da raccontare. Meno immediata è l’idea di un fumetto, finalmente uscito all’indomani della grande esposizione mediatica dei CCCP: la mostra Felicitazioni, il Gran Galà Punkettone e il tris berlinese, l’uscita del disco dal vivo Altro che nuovo nuovo, l’eccezionale tour terminato lo scorso agosto. L’autore è un’eccellenza della graphic novel nostrana, ossia Michele Petrucci, da poco in libreria con Tanno per Saldapress. Lo abbiamo incontrato dopo la presentazione in anteprima a Lucca Comics 2024.

 

L’idea di una graphic novel su Ferretti probabilmente era nell’aria dopo il lavoro sui CCCP in uno degli ultimi numeri di «Linus». Eppure Tanno è qualcosa di diverso, un’autobiografia a fumetti. Ci racconti come, quando e perché è nata questa idea?

Il fumetto è un mezzo espressivo che utilizza diversi linguaggi e a me piace esplorarne le potenzialità. Negli anni ho collaborato con un poeta, con un romanziere, con un autore teatrale e con un avventuriero e da tanto tempo pensavo di realizzare qualcosa con un musicista. Il ritmo è una componente basilare del racconto a fumetti. Quando è uscito Ko de mondo avevo 21 anni, leggevo molto e cominciavo a disegnare i miei primi fumetti. Giovanni e i CSI sono stati davvero molto importanti per la mia formazione artistica e personale. Ascolto e leggo Giovanni da allora e penso sia un cantore eccezionale, perfetto per un progetto di questo genere perché scrive in maniera puntuale usando le parole con cura meticolosa.

 

Tanno era Tancredi. Il mese scorso a Vicenza Giovanni ha esposto il teschio dell’amatissimo cavallo nel suo spettacolo Moltitudine in cadenza, percuotendo. Tempo di rendiconti, ha detto in teatro: è così anche nella storia che ti ha raccontato?

Sì, ne abbiamo parlato nel viaggio in auto da Cerreto Alpi a Lucca. Tanno sarebbe dovuto essere il suo saluto alla vita pubblica e invece con la mostra e i concerti dei CCCP è diventato il racconto di uno spazio privato che però ha aperto nuove strade e fatto immaginare nuove possibilità. Quando Giovanni ha dovuto pensare a cosa mostrare sul palco del Teatro Olimpico di Vicenza gli è venuto naturale portare il teschio di Tanno, che a un certo punto durante lo spettacolo prende in mano come l’Amleto di Shakespeare.

 

Ferretti figura inafferrabile e schiva alla quale è possibile accedere raramente. Inevitabile chiederti com’è stato l’incontro con lui e soprattutto che tipo di collaborazione si è sviluppata…

L’idea di coinvolgere Giovanni in un libro a fumetti è nata diversi anni fa ma sapevo che non era facile incontrarlo e volevo trovare il giusto soggetto da proporgli. Quando ho capito che raccontare la storia del suo cavallo preferito era un buon punto di vista per guardare alla sua vita sono andato con due amici a Cerreto Alpi. Mi sono presentato alla sua “venerabile dimora” e gli detto che avevo un progetto. Mi ha risposto «Dimmi pure ma ti rispondo subito di no!». Poi però gli ho mostrato due tavole di un racconto a fumetti con lui e Tancredi che avevo pubblicato su «Sette» del «Corriere della Sera» e gli si sono illuminati gli occhi. Gli ho regalato una delle due tavole che ha subito appeso in una parete di casa e tornato a casa è iniziato un ricco scambio di email tra di noi.

 

Tanno non è la prima tua biografia, nel tuo curriculum spiccano figure come Reinhold Messner e Vitruvio. Cosa ha di speciale Giovanni per un fumettista?

Vero, amo moltissimo raccontare le vite delle persone. Mi piace la storia e come le vite dei singoli si intrecciano con i gradi accadimenti. Mi piace raccontare i perdenti e i momenti di cambiamento come la creazione dello Stato italiano (Il brigante Grossi e la sua miserabile banda) e la Rivoluzione Francese (L’insaziabile). La vita di Giovanni è molto interessante, ha attraversato i tumultuosi anni ‘70, la Berlino prima della caduta del muro, la rivoluzione della musica italiana negli anni ‘90. A me però interessava quella parte più privata che l’ha portato a tornare a vivere tra i suoi Appennini.

 

Se si entra nella sua vita le sue caratteristiche apparentemente contraddittorie – l’arcaismo e il punk, la religiosità e la politica – risultano più leggibili. Su cosa hai fatto leva per inquadrarlo?

Ha una personalità complessa ma ammiro il suo coraggio di affrontare la vita apertamente, senza il timore di quello che pensano le altre persone. Un tema che affronto spesso nei miei fumetti è il rapporto dell’uomo con la natura e quindi sono partito dai cavalli, che hanno sempre accompagnato la sua vita, per imbastire questa storia. Poi molto ha fatto Giovanni, decidendo cosa raccontare della propria vita.

 

Sei stato abilissimo nel fare entrare il lettore nel mondo di Giovanni: le sue parole, i suoi luoghi, dalla Pietra di Bismantova a Cerreto. Senza di lui, infatti lo si vede solo a partire da pagina 12…

Ho proposto a Giovanni uno storyboard, in pratica un fumetto con i disegni abbozzati e con dei testi tratti da interviste o dai suoi libri che pensavo potessero funzionare. Giovanni ho sistemato tutto, tagliando, aggiungendo o riscrivendo intere sequenze. Alla fine del libro sono presenti alcune pagine dello storyboard con i suoi appunti. Mi ha più volte detto che la cosa che preferisce del fumetto sono i disegni legati alla natura, i monti, i cieli, i paesaggi del crinale.

 

Giovanni dice di non essere riuscito a liberarsi dalla musica. Quanto è stata importante per lui?

La mia impressione è che la musica sia arrivata nella sua vita e che l’abbia completamente stravolta anche se non si è mai sentito e considerato un cantante. Ormai però fa parte di lui e della sua storia e ha imparato a conviverci e ad amarla.

 

«L’Unità» ha chiuso ma Tex non tradisce mai, afferma Giovanni. Hai scoperto in lui anche un amante del fumetto?

Durante il nostro primo incontro mi ha mostrato alcuni fumetti che aveva acquistato da poco. Oltre a essere un lettore di Tex, collezionato da suo fratello, gli piace Corto Maltese, l’Eternauta e Frigidaire che leggeva da giovane. Si tratta di un mezzo espressivo che trova confacente al suo attuale stato d’animo e l’ha ribadito anche durante la presentazione di Tanno a Lucca.

Tanno

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