19/04/2013

Ultimo flamenco a Milano

Un gigante del contrabbasso incontra uno dei maestri della chitarra flamenco

La loro prima (e ultima) volta a Milano era stata nel novembre di due anni fa. E adesso eccoli di nuovo al Blue Note, dove sono attesi sabato sera per un doppio set. È un incontro insolito quello tra il jazzista, Dave Holland, inglese trapiantato in America, gigante del contrabbasso già collaboratore del Miles Davis  elettrico e leader di tanti gruppi, e uno dei maestri della chitarra flamenco, Pepe Habichuela. La strana coppia ha già alle spalle un album, Hands, dove il linguaggio delle radici andaluse si sposa con quello dell’improvvisazione afro-americana.
Hands come mani… Certo, ma c’è qualcosa di più in questa parola. Che comprende una molteplicità di significati. Tutti, più o meno, riconducibili alle relazioni tra gli individui. “Darsi una mano” è un’espressione dal forte valore simbolico, identifica un atto di solidarietà sociale. “Prendersi per mano” è invece una frase che può avere una valenza tanto amorosa quanto amicale. Sarà per questo che i due hanno voluto intitolare così il loro progetto discografico, le cui composizioni faranno da base al doppio concerto milanese.

È un album – quello realizzato dal contrabbassista e dal chitarrista originario di Granada – bello e insolito. Bello perché riesce a trasportarci in un universo dove l’improvvisazione e il dialogo tra due capiscuola nei rispettivi ambiti incantano l’ascoltatore. Insolito perché, se è vero che si può individuare un filone denominato flamenco-jazz (gli artisti di riferimento sono Chano Domínguez, Pedro Iturralde, Jorge Pardo, Pedro Ojesto, Gerardo Núñez e Tomatito), lo è altrettanto che la sintesi tra questi due linguaggi è alquanto rara. Si tratta infatti di idiomi differenti per storia e provenienza, essendo l’uno di matrice arabo-andalusa e diventato simbolo della hispanidad, l’altro legato alla tradizione del blues e della cultura afroamericana.

Tempo fa anche altri avevano tentato di sposare flamenco e jazz. Pensiamo al guitar trio di John McLaughlin, Al Di Meola e Paco De Lucia. Un gruppo ad alto tasso di spettacolarità, formatosi verso la fine degli anni Settanta e in seguito occasionalmente ricostituitosi. Eppure l’operazione aveva una valenza più commerciale che artistica. Nel caso di Holland e Habichuela, le cose per fortuna sono andate diversamente. E l’aspetto umano ha giocato un ruolo determinante. “Incontrare Pepe e la sua musica è stata un’esperienza speciale per me”, ha raccontato il contrabbassista britannico. Gli fa eco il chitarrista: “Conoscere Dave mi ha permesso di entrare in contatto con uno straordinario talento musicale e con un maestro che ha costruito la sua carriera a fianco dei leader del jazz e che è anche un individuo con la mente aperta”.
Il risultato? Bellezza pura.

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