20/06/2024

Viola Nocenzi e le sue “Poesie da parati”

Nuovo libro di poesie per la cantautrice e figlia d’arte

 

“Piano piano evidentemente scrivere poesie è diventato così centrale nella mia vita che poi inevitabilmente ho accettato una proposta editoriale ed è nato il libro”. Sono parole di Viola Nocenzi, cantautrice e figlia d’arte (il padre Vittorio è fondatore del Banco del Mutuo Soccorso). Dopo Pensiero Viola del 2021, scritto insieme a Leonardo Lodato, ha da poco pubblicato il suo nuovo libro, stavolta di poesie, dal titolo Poesie da parati.

Viola Nocenzi ha partecipato a numerosi programmi radiofonici di cultura, filosofia e spiritualità. Scrive nelle pagine di cultura del quotidiano “La Sicilia”, nello spazio “Il colore Viola”. Cura le playlist musicali in esclusiva per Sky Tg24, dal 2023 la rubrica poetico-visiva del magazine “Mod My Day” e lo spazio “Il pensiero Viola” della rivista “Prog Italia”. Diversi suoi componimenti sono stati selezionati dallo scrittore Gian Luca Favetto e pubblicati nella rubrica “La bottega della poesia” del quotidiano “La Repubblica”. Alcune poesie sono state inserite all’interno dello spettacolo “Eco Agorà”, performance multidisciplinare itinerante di arte, teatro, danza e musica, ideato dall’Associazione Assemblea Teatro in collaborazione con il Parco Arte Vivente di Torino.

 

Partiamo dal titolo: perché Poesie da parati?

Il titolo è un’idea di Alessandro Bergonzoni. Lui per me è un riferimento artistico, intellettuale e umano e mi ha fatto tanti regali, prima con la prefazione del libro e poi col titolo! Un giorno ci siamo sentiti al telefono e mentre parlavamo ha tirato fuori Poesie da parati. Lui è geniale in tutto quello che fa. Questo titolo per me è incredibile, perché racchiude tutto il senso di questa scrittura di poesie che è stata fatta principalmente dentro casa, quindi al chiuso e non all’aperto, e con un atteggiamento proiettivo nei confronti delle pareti a livello di immaginazione.

 

Quindi non sono poesie concepite come se fossero testi per delle canzoni, sono poesie in senso puro?

Sì, ho scritto poesie, anche se la modalità è stata la stessa dicendo: “Scrivo una canzone intesa proprio come melodia (improvvisa una melodia, ndr)”. Qui però non hai accordi e armonia, non hai quindi l’humus emotivo che accoglie quella melodia, e ho cominciato a usare solo le parole. È stato un atto incredibile, catartico, e ovviamente io non avevo una formazione strettamente legata alla poesia contemporanea, neanche la conoscevo bene, quindi ho scritto con la formazione culturale che avevo col mio liceo classico e con la mia laurea in filosofia, ma sono andata pressoché dietro all’istinto.

 

Viola Nocenzi

 

La musica è comunque sempre presente anche in questo libro: in una poesia che si chiama Estate citi Lucio Dalla, poi c’è anche una dedica speciale a Franco Battiato alla fine di un’altra che si chiama La Cura

Ce n’è anche una dedicata a Ennio Morricone che si chiama Ennio e quella poesia racchiude un po’ il suo insegnamento abbastanza duro, ma molto realistico. Poi c’è una poesia che si chiama proprio Canzone e un’altra che si chiama Launeddas, strumento antichissimo sardo che è anche tra i miei strumenti preferiti.

 

Se rimaniamo sulle dediche in altri ambiti ce n’è anche una per esempio a Totò.

Per me è veramente doveroso guardare il video della livella di Totò almeno cinque o sei volte l’anno. Poi ce ne sono altre che sono dedicate a tante persone, alcune con l’iniziale perché non volevo scrivere il nome, in altre non l’ho scritto proprio. Comunque quello che veramente conta secondo me dire di questo libro e di queste poesie è che sono da intendere come canzoni, ma nel senso vero e proprio della scrittura musicale, quindi possono essere lette a sé stanti/random o come all’interno di un album di quasi 200 brani: molte sono musicali, proprio scritte con il senso del ritmo musicale, il mio senso del ritmo, quindi comunque un po’ prog, un po’ storte, un po’ strane (ride, ndr) e molte parlano anche di persone e fatti concreti, fatti reali della mia vita.

 

Infatti proprio nelle poesie affronti anche tanti temi riguardanti la vita stessa per cui spazi molto in questo senso.

Sì, infatti a questo proposito partirei dalla copertina, nata proprio dall’idea di mettermi di profilo: è una copertina molto speciale, realizzata da questo gruppo di lavoro altrettanto speciale che si chiama MOD Creative Group. Loro hanno saputo leggere appieno, non soltanto dal punto di vista reale, le mie poesie, ma hanno saputo leggere anche dentro, e quindi mi hanno proposto in questa versione completamente opposta al mio modo di propormi normalmente, cioè “con tutta l’impalcatura” (ride, ndr), con il viso in bella mostra e con la mia presenza, perché ho voluto mostrare dei lati di me che conosco già e altri che non conoscevo rispetto per esempio a quello che ho voluto far vedere con l’aspetto musicale. Con la musica riesci un po’ a mescolare le carte tra la voce che nel mio caso si muove su quattro ottave, la scrittura e gli arrangiamenti… c’è tanto, ma puoi anche non dichiarare, mentre nella poesia è nero su bianco, dichiari veramente tanto, soprattutto poi con una poesia che non è scritta con una forma di sonetto o con un altro tipo di linguaggio letterario. Essendo una poesia contemporanea, è di facile lettura, magari non di facile comprensione, ma di facile lettura sì: se leggi la poesia Siccità e leggi Oramai/neanche il cielo/piange più./Figuriamoci io ci puoi vedere un brano dei Massive Attack totalmente blu e nero, almeno io ci vedo questo, ma lo può capire chiunque, perché è un italiano comprensibile da chiunque… poi l’humus emotivo e i substrati emotivi che ci sono sotto dipendono da ognuno di noi, ma il bello è anche questo, no?

 

Certo. Oltre alla copertina di cui parlavi poco fa, a proposito di musica c’è anche una quarta di copertina in cui Finardi, Branduardi e altri artisti ti hanno omaggiato scrivendo alcuni pensieri sulle tue poesie.

Sì sì, loro non solo hanno scritto qualcosa per me, ma anche soprattutto per i lettori. Hanno fatto quello che normalmente fanno i giornalisti, no? Scrivere le varie frasi o le citazioni per dare un indirizzo, come una sorta di Virgilio per introdurre Dante nel viaggio. Sono molto felice che l’abbiano voluto fare, che l’abbiano sentito dal cuore, che abbiano apprezzato le mie poesie, perché questo è stato il passaggio necessario per la loro partecipazione, non tanto dettato da me, ma da loro, e questo mi è piaciuto tanto. L’hanno fatto perché, dopo averle lette, hanno provato delle emozioni e si sono sentiti di poter rappresentare la loro voce all’interno di questo “enorme disco”. Quindi Eugenio Finardi, Angelo Branduardi, Giovanni Caccamo, Frida Bollani Magoni e Cosimo Damiano D’Amato, tutti per le loro specifiche qualità umane e artistiche, hanno fornito il loro contributo per me davvero importante, anche di sostegno in alcune fasi della lavorazione di queste poesie e della scrittura. Quindi è un progetto che nasce da lontano.

 

Ho scritto un disco/per ritrovare la strada di casa./Un libro/per un amico mai visto./Ho scritto un disco/che fosse 7/tutte le sere passate a sperare“. Si chiama 7 questa poesia contenuta nel tuo libro e, visto quello che scrivi, in conclusione ti chiedo: hai in programma novità dal punto di vista musicale?

Sì sì, sicuramente. In questo caso mi riferivo al disco che ho fatto (Viola Nocenzi uscito nel 2020, ndr) che ha 7 tracce e l’avevo scelto proprio perché mi ispiravo al misticismo, alla numerologia, e quindi il 7 non è un numero casuale. Questa poesia è molto intensa ed è soprattutto la chiusura che fa capire tutto del perché di quel disco e del mio percorso in cui dentro c’è anche il libro scritto con Leonardo Lodato. Quindi è più un recap di tutto quello che ho fatto e che sto facendo…

Viola Nocenzi - Poesie da parati

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