09/05/2016

Bob Mould

Un leader sempre più alla guida di un power trio in un album immediato ma anche più fosco e intimista rispetto alle altre pubblicazioni più recenti
Un leader sempre più alla guida di un power trio che in sei mesi di isolamento ha rielaborato alcuni lutti, trasferiti in un album immediato ma anche più fosco e intimista rispetto alle altre pubblicazioni più recenti. Lasciato inoltre alle spalle da un po’ il periodo dell’elettronica, largo spazio viene concesso nuovamente a punk e rock che fanno sempre ottimamente la differenza nelle idee messe in atto da Bob Mould.
Sono queste in sintesi le suggestioni offerte dall’ex cantante e chitarrista degli Hüsker Dü nel suo nuovo album Patch The Sky. Mould prosegue così il discorso degli ultimi suoi due lavori, Silver Age e Beauty & Ruin, anch’essi pubblicati su Merge.
 
«La musica è un farmaco incredibilmente potente. Io voglio essere il vostro spacciatore di droga. Ho quello che serve» dice il nostro, spazzando ulteriormente via le voci di reunion con gli Hüsker Dü dei mesi scorsi, ma concentrandosi invece su quanto ha da dire con la sua musica (infatti aveva pure dichiarato verso inizio anno: «Ho parlato con Grant Hart, stiamo bene. Se lavoreremo insieme? No. Io preferisco concentrarmi sulla mia roba, e credo che anche lui voglia concentrarsi sulla sua roba»).
 
Su come si scrive certa musica Bob Mould infatti ha davvero ancora molto da dire in quest’undicesimo album solista, a giudicare già dall’impatto di Voices In My Head o The End of Things in apertura del disco. Chitarra, basso e batteria sono sempre dirompenti, ma sanno essere anche più curati per esempio nello scorrere di Losing Sleep. Mould riflette sulla vita e sulle persone perse negli ultimi anni (come i propri genitori) e soprattutto nella seconda parte sopraggiunge il senso dell’oscurità che culmina nella conclusiva Monument.
Jason Harducy al basso e Jon Wurster alla batteria non possono essere accolti con la rilevanza ormai storica attribuita a Greg Norton e Grant Hart, ma non di soli Hüsker Dü  (e Sugar) sono fatte l’ispirazione e la vita di Bob Mould. Anzi…

 

 

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