Realizzato dai registi di Undefeated, Dan Lindsay e T.J. Martin, che, grazie a quel documentario su una squadra di football americano di un liceo di Memphis, hanno vinto l’Oscar nel 2012, Tina narra la storia di una grande artista e della sua complessa e difficile esistenza.
Tramite filmati, audio e foto personali più e meno recenti e un’intervista realizzata per l’occasione nel 2019, il documentario ricostruisce in cinque parti e circa due ore la storia di una donna di talento e di successo che dalla vita ha ricevuto purtroppo più dolori che gioie.Nella prima ora viene ricostruito principalmente e in maniera minuziosa il rapporto con Ike.
Nel 1957 Tina non aveva ancora compiuto 18 anni, quando arriva la svolta grazie al provino con Ike Turner, che rimane folgorato dalla sua voce e crea insieme a lei un duo di grande successo.
La voce, l’energia e le capacità artistiche ineguagliabili di Tina, che si vedono all’esterno, celano i problemi della vita di tutti i giorni in casa, dove la situazione era più che complicata, per i continui episodi di violenza subiti per mano del marito, fino a diventare ingestibile dopo oltre quindici anni, tanto da spingere la stessa cantante a chiedere e ottenere il divorzio in maniera definitiva da Ike nel 1978.
Nella seconda ora il clima si fa più disteso, anche se non mancano altri episodi tristi e sfortunati della vita di Tina Turner, come la dedica che si può leggere in conclusione a Craig, primogenito che si è tolto la vita nel 2018 all’età di 59 anni, e che la cantante aveva avuto da Raymond Hill, suo sassofonista nei Kings of Rhythm.
Il ritorno nei primi anni dopo il periodo con Ike è difficile, sia per dischi di scarso successo e sia perché tutti le chiedevano ancora della relazione con l’ex marito. La rinascita, perlomeno quella artistica, arriva nel 1984 con il brano What’s Love Got To Do With It, che poi farà parte dell’album Private Dancer; la canzone, inizialmente incisa dal gruppo pop rock britannico dei Bucks Fizz, peraltro non piaceva a Tina Turner perché, come dichiara lei stessa, “lei si sentiva rock ‘n’ roll, blues e quel brano era pop”. Quando troverà il modo di interpretarla cambierà opinione e successivamnte il brano raggiungerà il primo posto in classifica.
Tante sono poi le testimonianze all’interno del documentario, tra cui quelle della nota presentatrice e amica Oprah Winfrey, del manager della sua carriera solista Roger Davis e del marito e produttore esecutivo Erwin Bach, con cui avrebbe ritrovato la pace, la serenità e finalmente l’amore.
Questo documentario passa anche attraverso l’autobiografia del 1986 scritta con Kurt Louder I, Tina: My Life Story, il film del 1993 Tina – What’s Love Got to Do with It e un musical che ha debuttato a Londra nel 2018, ed è arrivato anche a Broadway, Tina: The Tina Turner Musical.
Ora Tina Turner vive tranquilla a Zurigo con suo marito e si è ritirata dalle scene da qualche anno.
Anna Mae Bullock, questo il suo vero nome.
Per tutti è però Tina Turner.
E quel nome che le aveva conferito Ike è stato l’unico elemento di quella relazione che ha conservato anche dopo il divorzio.
Perché Tina si è ripresa la sua vita, nonostante le abbia riservato sempre mille difficoltà (con e senza Ike, come si può vedere anche nel documentario).
E perché la sua vita artistica è stata parte integrante e fondamentale della sua vita stessa.
