Settimo album in studio per gli …A Toys Orchestra, che hanno dato alle stampe LUB DUB, seguito di Butterfly Effect del 2014. Da vent’anni a questa parte la band originaria di Agropoli, Salerno, ha costruito la sua carriera con album dal grande respiro internazionale, capaci di spaziare da un pop rock d’autore allo shoegaze, dalla new wave al folk. Una miscela sonora che ne ha fatto uno dei gruppi più rispettati del panorama nostrano, capace di creare un gran seguito di fan, ripagati da live impeccabili (provare per credere). La loro forza dal vivo non è passata inosservata nemmeno per la critica, che nel corso degli anni ha tributato elogi al gruppo, assegnando loro alcuni premi importanti (Premio P.I.M.I. per il miglior tour e KeepOn 100% Live, entrambi nel 2010).
Messe da parte momentaneamente le soluzioni pop anni ’80, i “sogni in technicolor” si sono trasformati in istantanee di affascinanti ambientazioni notturne. LUB DUB è un disco sussurrato, minimale, che riesce a conquistare ascolto dopo ascolto. Il disco si apre con l’incipit sognante di More Than I Need: un suono di tastiera guida la calda voce di Enzo Moretto in un pezzo lento, intenso, che esplode nel finale. Una caratteristica presente in altre canzoni, come le oscure Tiger Claw, Show Me Your Face e la title-track finale. Un tappeto d’archi che si intensifica col passare dei minuti, in un climax suggestivo, con le voci di Moretto e di Ilaria D’Angelis in perfetta sintonia. Take It Easy e Like a Matisse sono invece due delicate ballate in cui voce e chitarra acustica dipingono dolci armonie.
LUB DUB è un lavoro che riesce a mescolare forza e dolcezza, oscurità e luce. Un filo rosso che ha legato tutti gli album della band e che in quest’ultimo lavoro ha, forse, trovato il suo compimento. Un disco che si candida a essere il miglior album italiano dell’anno.
Messe da parte momentaneamente le soluzioni pop anni ’80, i “sogni in technicolor” si sono trasformati in istantanee di affascinanti ambientazioni notturne. LUB DUB è un disco sussurrato, minimale, che riesce a conquistare ascolto dopo ascolto. Il disco si apre con l’incipit sognante di More Than I Need: un suono di tastiera guida la calda voce di Enzo Moretto in un pezzo lento, intenso, che esplode nel finale. Una caratteristica presente in altre canzoni, come le oscure Tiger Claw, Show Me Your Face e la title-track finale. Un tappeto d’archi che si intensifica col passare dei minuti, in un climax suggestivo, con le voci di Moretto e di Ilaria D’Angelis in perfetta sintonia. Take It Easy e Like a Matisse sono invece due delicate ballate in cui voce e chitarra acustica dipingono dolci armonie.
LUB DUB è un lavoro che riesce a mescolare forza e dolcezza, oscurità e luce. Un filo rosso che ha legato tutti gli album della band e che in quest’ultimo lavoro ha, forse, trovato il suo compimento. Un disco che si candida a essere il miglior album italiano dell’anno.