12/04/2018

Erlend Øye

Il leader dei Kings Of Convenience, dalla Norvegia alla Sicilia, ora canta i colori dell’estate
Erlend Øye è norvegese, è stato precursore con i King Of Convenience del new acoustic, oggi vive ad Ortigia (Siracusa), ha in repertorio un disco reggae in collaborazione con musicisti islandesi e ama Mina, Gino paoli e Bruno Martino.
Un personaggio ecclettico Erlend Øye, timido e delicato come la sua musica, e un po’ per il suo aspetto, un po’ per l’ironia, sembra quasi ricordare un giovane e impacciato Woody Allen. Sul palco della Santeria di Milanoci sale da solo, parla un italiano che intenerisce, e manda “messaggi in codice in norvegese.”
 
L’inizio è intimo e sommesso. La voce di Erlend è confortante. Canta i suoi pezzi più romantici e conquista il pubblico con la cover dei suoi amati Smiths, Heaven Knows I’m Miserable Now. Cambia chitarra, si toglie il maglioncino rosa, prende l’ukulele, racconta aneddoti sulle sue sciagure con le donne e del suo trasferimento in Italia. Poi sul palco fa salire i musicisti che ha incontrato a Siracusa, e racconta di quando durante un suo viaggio in Sud America li abbia invitati scherzosamente a raggiungerlo e loro l’hanno fatto davvero.
A diventare esotici non sono solo i racconti di Erlend Øye ma anche le sonorità. Il primo a salire sul palco, alla tastiera, è Stefano Ortisi, poi sulla romaticissima ballata Dancing With You è la volta di Marco Castello. L’ultimo a salire sul palco è Luigi Orofino. Ora la formazione è al completo e ci si può cominciare a divertire e ad accennare qualche passo a tempo. Nel pieno dell’apice reggae della serata, la Santeria ci invita all’evacuazione, per colpa di un piccolo allarme, ma niente panico, una piccola pausa forzata e poi tutti dentro per la seconda parte del concerto.
Da Garota (primo disco solista), Fence in Me, Bad Guy Now, un piccolo accenno ai Whitest Boy Alive con Intentions. Poi Erlend Øye decide di lasciare il palco ai suoi “compari”, che svelano il loro carattere tropicale, con un paio di standard bossa. Quando Erlend torna sul palco l’atmosfera mantiene i colori del sole, ma si torna in Italia, preferibilmente in Sicilia, preferibilmente su una spiaggia, con il suo primo singolo da solista La prima Estate e la cover di Una ragazza in due dei Giganti.
 
Nell’encore la platea ha tentato richieste nostalgiche, ma Erlend non si smentisce fino all’ultimo, del resto non è il concerto dei Kings Of Convenience. Erlend Øye vuole ricordarci il suo lavoro, il suo amore per l’Italia, per la bella stagione e per i bei tempi andati. In una serata di aprile vestita da febbraio l’esile cantautore norvegese ci saluta con un tocco di classe: E la chiamano estate e la sua amata Estate di Bruno Martino e ci scalda un po’ l’anima prima di tornare alle ultime piogge della stagione.

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