Roberto Durkovic cerca di riassumere con questo Oltre Il Ponte sedici lunghi anni di carriera che gli sono valsi sei dischi.
Il primo lavoro che lo fa conoscere a un pubblico più vasto è Inciampo Nel Mare del 2001, ma l’impennata vera arriva quando a Roberto viene l’idea di scegliere come musicisti portanti degli album successivi un gruppo di suonatori gitani che incontra nei labirinti della metropolitana milanese. Gente che usa la musica per sostentarsi e che ha delle straordinarie capacità esecutive. Nomi come Bosnea Ion, Adrian Dimitru e Albert Florian Mihai non dicono molto al grande pubblico, ma, visti dal vivo e coordinati nei lavori di Durkovic, sanno creare sonorità e colori che vale certamente la pena di ascoltare. Se poi a loro si unisce la straordinaria tecnica dal gusto flamenco di Massimiliano Aloisio, partner storico del gruppo che accompagna il cantautore pavese, il gioco è fatto.
Oltre Il Ponte ripropone sedici tra i pezzi migliori scritti in questi anni in modo da rendere ben visibile il cammino percorso da Durkovic (ci sono anche due cover illustri che omaggiano De André e Guccini). Per loro natura e per ovvi problemi, connessi ai permessi di soggiorno, i musicisti gitani non sono sempre disponibili ed è stato quindi spesso necessario adottare una sorta di turnover capace di supplire alle mancanze, ma nello stesso tempo utile per scoprire nuovi personaggi e nuove sorprese. Dal canto suo, Roberto ha continuato a scrivere canzoni spesso di carattere intimista, ma anche, forse per la natura della sua band, di estrema attenzione al sociale. Da non perdere assolutamente le suite tzigane abbondantemente presenti nell’album.
Il primo lavoro che lo fa conoscere a un pubblico più vasto è Inciampo Nel Mare del 2001, ma l’impennata vera arriva quando a Roberto viene l’idea di scegliere come musicisti portanti degli album successivi un gruppo di suonatori gitani che incontra nei labirinti della metropolitana milanese. Gente che usa la musica per sostentarsi e che ha delle straordinarie capacità esecutive. Nomi come Bosnea Ion, Adrian Dimitru e Albert Florian Mihai non dicono molto al grande pubblico, ma, visti dal vivo e coordinati nei lavori di Durkovic, sanno creare sonorità e colori che vale certamente la pena di ascoltare. Se poi a loro si unisce la straordinaria tecnica dal gusto flamenco di Massimiliano Aloisio, partner storico del gruppo che accompagna il cantautore pavese, il gioco è fatto.
Oltre Il Ponte ripropone sedici tra i pezzi migliori scritti in questi anni in modo da rendere ben visibile il cammino percorso da Durkovic (ci sono anche due cover illustri che omaggiano De André e Guccini). Per loro natura e per ovvi problemi, connessi ai permessi di soggiorno, i musicisti gitani non sono sempre disponibili ed è stato quindi spesso necessario adottare una sorta di turnover capace di supplire alle mancanze, ma nello stesso tempo utile per scoprire nuovi personaggi e nuove sorprese. Dal canto suo, Roberto ha continuato a scrivere canzoni spesso di carattere intimista, ma anche, forse per la natura della sua band, di estrema attenzione al sociale. Da non perdere assolutamente le suite tzigane abbondantemente presenti nell’album.