Alla ricerca di uno strano equilibrio, partendo dal jazz e catapultandosi in improvvisazioni funk e rock. Memories Of Always è il tredicesimo album di Franco Baggiani, frutto di una ricerca dove le sue idee trovano sempre spazio in un’ideale session dal vivo con la sua sapiente direzione. Alcuni suoi piccoli gesti o suggerimenti si trasformano nella ricchezza di fioriture jazz mai banali: per questo motivo si parte da certe intuizioni del Miles Davis degli anni ’70, non solo per la rilettura di Black Satin. E un artista del genere non può essere ignorato da un jazzista, da un trombettista e quindi da Franco Baggiani. Il musicista fiorentino decide la strada da percorrere e chi suona intorno a lui lo circonda delle dovute attenzioni per esaltare al meglio la sua tromba: “Ho condotto le session in modo mutuato da un certo tipo di direzione gestuale di derivazione colta europea sviluppatasi negli anni ‘50. Utilizzo 6-7 segnali convenzionali, ad ognuno corrisponde una cosa ben precisa che può riguardare la dinamica, l’uscita o l’ingresso di uno strumento, il contrasto dinamico fra strumenti, una precisa figurazione ritmica, l’indirizzo del brano verso un determinato andamento ritmico, una sezione fiati improvvisata etc. Spesso accade anche che suggerisco all’orecchio dei musicisti frasi o idee sul momento, che devono poi suonare al mio segnale, ho anche sei segnali con la bocca e con gli occhi e anche questi corrispondono a determinati andamenti della musica...”.
Baggiani emerge nella costanza funky di Ob-session, nella complessità ossessiva di Ghebus suite e ancor meglio nell’esplicazione di tutto il suo pensiero alla base di A Series Of Coincindences.
L’improvvisazione rimane tale, ma assume una linfa vitale nuova in tali componimenti. E il disco appare più come un concerto nel tipico locale per cultori di musica jazz, ma Franco Baggiani e i suoi sei musicisti valgono ampiamente il prezzo del biglietto.
Baggiani emerge nella costanza funky di Ob-session, nella complessità ossessiva di Ghebus suite e ancor meglio nell’esplicazione di tutto il suo pensiero alla base di A Series Of Coincindences.
L’improvvisazione rimane tale, ma assume una linfa vitale nuova in tali componimenti. E il disco appare più come un concerto nel tipico locale per cultori di musica jazz, ma Franco Baggiani e i suoi sei musicisti valgono ampiamente il prezzo del biglietto.