Londra. Curioso che si siano incontrati per la prima volta nel ’65 David Jones e Mark Feld. Per quel breve periodo furono entrambi sotto contratto con l’editore musicale Les Cohn e insieme imbiancarono le pareti del suo ufficio di Denmark Street. I due divennero amici e andavano di frequente a cercare vestiti in Carnaby Street. Gli stessi due in questione si sarebbero fatti conoscere negli anni successivi come David Bowie e Mark Bolan.
È solo uno dei tanti momenti raccontati e analizzati da Paul Roland, autore di Bolan Boogie. Cantautore, giornalista e scrittore britannico, conosciuto anche come precursore del filone della narrativa fantastica-scientifica noto come steampunk, ha iniziato ufficialmente il suo lavoro sul frontman dei T. Rex dal 1978, con la prima fanzine a lui dedicata. Poi sono arrivate la prima biografia, Electric Warrior del 1979, e la seconda, Cosmic Dancer del 2012. La terza, scritta su proposta di Tsunami Edizioni per i fan italiani (almeno per ora), è appunto Bolan Boogie.
Il libro mette in risalto il lavoro di ricerca, sempre più ricco di particolari, svolto da Roland tramite testimonianze di amici, familiari, membri della band, roadie, musicisti e altri ancora che hanno frequentato da vicino Marc Bolan. Dal successo ottenuto dopo che il 20th Century Boy lo aveva a lungo cercato (si parlò addirittura di “T. Rextasy”), fino al declino altrettanto veloce e a un ritorno che si stava concretizzando in piena regola, se non fosse stato frenato definitivamente da quel maledetto incidente stradale di cui fu vittima il 16 settembre 1977 insieme alla sua fidanzata di allora Gloria Jones.
Era tutto previsto e c’era tanto di profetico soprattutto in due episodi della vita di Marc. Il primo è datato 1965: Marc, con lo pseudonimo di Toby Tyler, registra quattro versioni di Gloria di Dion DiMucci dove ci sono anche i versi “The road I’m on won’t run me home” (“La strada su cui mi trovo non mi porterà a casa”. L’incidente con Gloria ebbe luogo a poco più di un chilometro da casa sua). E poi successivamente a Parigi incontrerà pure l’occultista Bobu: lui gli preannuncerà che non avrebbe compiuto trent’anni.
Nove giorni prima di morire, per uno strano ma felice scherzo del destino, il 20th Century Boy saluta tanti amici che lo hanno accompagnato nella sua carriera… compreso David Bowie. L’ex Ziggy Stardust ha infatti compiuto un viaggio dalla sua casa in Svizzera fino in Inghilterra per presentare il nuovo singolo Heroes nell’ultima puntata di Marc, show televisivo condotto proprio da Marc Bolan. Negli studi della Granada TV di Manchester i due si lanceranno anche in una jam chitarristica che si concluderà con una caduta di Marc dal podio su cui stava suonando. La puntata andrà in onda il 28 settembre dello stesso anno, il 1977.
La stella più imponente del glam rock era andata così a salutare per l’ultima volta colui che gli aveva spianato la strada. E pensare che poco più di dieci anni prima erano semplicemente due amici che si ritrovarono a imbiancare alcune pareti, in attesa del successo…
È solo uno dei tanti momenti raccontati e analizzati da Paul Roland, autore di Bolan Boogie. Cantautore, giornalista e scrittore britannico, conosciuto anche come precursore del filone della narrativa fantastica-scientifica noto come steampunk, ha iniziato ufficialmente il suo lavoro sul frontman dei T. Rex dal 1978, con la prima fanzine a lui dedicata. Poi sono arrivate la prima biografia, Electric Warrior del 1979, e la seconda, Cosmic Dancer del 2012. La terza, scritta su proposta di Tsunami Edizioni per i fan italiani (almeno per ora), è appunto Bolan Boogie.
Il libro mette in risalto il lavoro di ricerca, sempre più ricco di particolari, svolto da Roland tramite testimonianze di amici, familiari, membri della band, roadie, musicisti e altri ancora che hanno frequentato da vicino Marc Bolan. Dal successo ottenuto dopo che il 20th Century Boy lo aveva a lungo cercato (si parlò addirittura di “T. Rextasy”), fino al declino altrettanto veloce e a un ritorno che si stava concretizzando in piena regola, se non fosse stato frenato definitivamente da quel maledetto incidente stradale di cui fu vittima il 16 settembre 1977 insieme alla sua fidanzata di allora Gloria Jones.
Era tutto previsto e c’era tanto di profetico soprattutto in due episodi della vita di Marc. Il primo è datato 1965: Marc, con lo pseudonimo di Toby Tyler, registra quattro versioni di Gloria di Dion DiMucci dove ci sono anche i versi “The road I’m on won’t run me home” (“La strada su cui mi trovo non mi porterà a casa”. L’incidente con Gloria ebbe luogo a poco più di un chilometro da casa sua). E poi successivamente a Parigi incontrerà pure l’occultista Bobu: lui gli preannuncerà che non avrebbe compiuto trent’anni.
Nove giorni prima di morire, per uno strano ma felice scherzo del destino, il 20th Century Boy saluta tanti amici che lo hanno accompagnato nella sua carriera… compreso David Bowie. L’ex Ziggy Stardust ha infatti compiuto un viaggio dalla sua casa in Svizzera fino in Inghilterra per presentare il nuovo singolo Heroes nell’ultima puntata di Marc, show televisivo condotto proprio da Marc Bolan. Negli studi della Granada TV di Manchester i due si lanceranno anche in una jam chitarristica che si concluderà con una caduta di Marc dal podio su cui stava suonando. La puntata andrà in onda il 28 settembre dello stesso anno, il 1977.
La stella più imponente del glam rock era andata così a salutare per l’ultima volta colui che gli aveva spianato la strada. E pensare che poco più di dieci anni prima erano semplicemente due amici che si ritrovarono a imbiancare alcune pareti, in attesa del successo…