09/06/2015

Ian Siegal

Un album che cattura le vibrazioni di due pomeriggi passati a suonare blues, country e folk, tra inediti e traditional
Le radici di questo nuovo disco di Ian Siegal, dopo il live alla Royal Albert Hall di Londra racchiuso in Man & Guitar (2014), risalgono alla sua partecipazione nel giugno 2013 a un festival in Mississippi. Come spiega lo stesso Siegal all’interno del booklet, il festival era il North Mississippi Hill Country Picnic, da qui il picnic del titolo. Insomma, è il giugno del 2013 e Ian Siegal trova il tempo di registrare alcune canzoni nello spazio di due pomeriggi al Dickinson’s Zebra Ranch di Cody e Luther Dickinson con amici del luogo come Jimbo Mathus e Alvin Youngblood Hart.
 
L’atmosfera restituita dai 50 minuti di queste picnic sessions è proprio quella di una prova tra amici attorno ad alcuni microfoni per catturare i suoni al momento giusto. Una jam che ha come ingredienti la voce di Siegal e l’accompagnamento di chitarre acustiche, mandolino, mandoloncello e banjo. I brani veri e propri sono 10, legati da 6 tracce più brevi fatte da dialoghi, prove di strumenti e altri momenti di backstage delle registrazioni. Pistachio Anyone? apre l’album ed è di fatto un breve soundcheck per la successiva Stone Cold Soul, uno sghembo blues che porta la firma proprio di Siegal. How Come You’re Still Here? vira su sonorità più country, con chitarra e banjo in primo piano, mentre c’è spazio per un folk classico in Wasted Freedom. Ad addolcire ancor di più l’atmosfera ci pensa la splendida ballata Heavenly Houseboat Blues, cover di Townes Van Zandt, con tanto di cori struggenti degli ottimi Mathus, Hart e Dickinson.
La voce graffiante e roca di Siegal, britannico ma quasi grunge nell’attitudine, domina i brani, sia nelle cover sia nei suoi inediti. Tra questi ultimi, su tutti spiccano gli oltre sei minuti di Beulah Land con sorprendenti variazioni di ritmo, il blues rustico e ancestrale di Keen and Peachy e il blues parlato ed ironico di Talkin’ Overseas Pirate Blues. Non sono di minore impatto comunque le cover, come il classico di Tom Russell Gallo del Cielo e la versione disperata e commovente del traditional Hard Times (Come Again No More).
In fondo all’album Now It’s A Party! ci restituisce il divertimento che deve essere stato il grande protagonista di queste sessions e funge da introduzione all’ultimo divertito inedito Only Tryin’ To Survive. E gli ultimi 26 secondi, intitolati Appreciation, sono composti da ringraziamenti e applausi tra i musicisti che hanno accompagnato Ian Siegal in questa opera sincera e genuina.
 
“Non aspettatevi la perfezione, più che altro l’album ha a che fare con la giusta vibrazione” scrive Siegal all’interno del CD. E ha ragione, siamo di fronte ad un album realizzato senza alcuna pressione o forzatura, ma con il solo scopo di divertirsi e di divertire il pubblico. Non c’è dubbio che il risultato sia stato raggiunto.

 
 

 

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