25/11/2014

Uomini

450 pagine nate da ben 50 ore di audio registrato per ricostruire la storia di un gruppo, di un artista e di una Milano per molti inedita

Io credo che il tuo libro sarà un saggio di psicologia infantile,
sociologia e karma che rivelerà la gioiosa pochezza di noi artisti bambini.
Fragili e stolti.
Un testo base per capire dei personaggi un po’ assurdi che continuano ad esserlo (sms di Edda ad Elisa Russo, 29 Novembre 2011)”.

 
Uomini. I Ritmo Tribale, Edda e la scena musicale milanese è un racconto orale basato sulle stesse testimonianze dei protagonisti, degli addetti ai lavori e di chi in generale ha vissuto (e vive) alcuni momenti necessari e irripetibili. È raccolto tutto in 450 pagine, nate da ben 50 ore di audio registrato: il modo migliore per ricostruire la storia di un gruppo che tra gli anni ’80 e gli anni ’90 anticipò le tappe di una scena milanese che pian piano stava emergendo e successivamente vedrà tra i principali esponenti gli Afterhours.
Il gruppo si chiamava Ritmo Tribale e, come qualsiasi storia di questo tipo, il libro parte proprio da come fu deciso il loro nome. La paternità è da attribuire a Marco Rotondo, compagno di classe dei componenti della band e bassista degli Shockin’ TV: “Il nome Ritmo Tribale è una mia trovata – dice. – Mia moglie, che è l’archivista della mia vita (la conosco dall’80) e custodisce una serie di cimeli che le ho regalato negli anni, è sicura di avere da qualche parte la mia agenda di scuola sulla quale ci sono almeno due pagine di prove per i nomi per i Ritmo Tribale. Durante le lezioni ero lì che ruminavo nomi su nomi, li cambiavo, spostavo pezzi… loro volevano assolutamente un nome in italiano”.
 
Anche perché Stefano Edda Rampoldi scriveva i testi in italiano non per scelta ma perché, spiega sempre in Uomini, l’inglese non lo conosceva. E sarà sempre quella sua purezza a renderlo così originale e diverso da altri artisti.
Edda poi abbandonò il gruppo nel 1996 e la band pubblicò un nuovo album qualche anno dopo fino a sciogliersi.
Nel libro vengono inoltre riportati i ricordi di quasi tutti i soggetti che hanno partecipato a registrazioni, concerti e avventure di ogni tipo, in modo da avere un quadro completo di quello che i Ritmo Tribale furono e di ciò che rappresentano oggi, sebbene dal punto di vista artistico siano tornati tutti sotto forme diverse. Tra le varie testimonianze, anche quelle di Afterhours, Casino Royale, La Crus e molti altri.
 
Le notizie su Edda per diversi anni furono vaghe, qualcuno aveva riferito addirittura della sua morte. Ma tra il 2009 e il 2010 c’è stato il grande ritorno con un album solista, a seguito di un percorso di recupero successivo alla dipendenza da eroina. E in quel periodo sono tornati pure i Ritmo Tribale senza il chitarrista fondatore Fabrizio Rioda, senza Edda e con il nome di NoGuru.
 
Una storia poco conosciuta che si allarga man mano a quella di una Milano per molti inedita.
Edda oggi è giunto al suo terzo disco inedito, Stavolta Come Mi Ammazzerai?, e, sebbene i tempi siano cambiati, ha ripreso alla grande e a modo suo il discorso interrotto a metà anni ’90.
 

Un giorno ti racconterò chi sono
niente di particolare
anzi il contrario
ma ogni tanto mi riesce anche a me qualcosa (sms di Edda ad Elisa Russo, maggio 2008)”.
 
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Recensione – Edda, “Stavolta Come Mi Ammazzerai?”
 

 

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