Amy Winehouse come non l’avete mai vista. È la promessa sottintesa a Amy Winehouse: A Family Portrait, la mostra inaugurata oggi presso il Jewish Museum di Camden Town, Londra. Curata dal fratello Alex e dalla sorellastra Riva, l’esposizione si focalizza sull’esistenza della cantante nel contesto famigliare e in parte sulle sue radici ebraiche.
Vestiti, memorabilia e fotografie (una la ritrae a 9 anni al Barmitzvah del fratello) disegnano l’immagine di una ragazza lontana dalla pop star tatuata, strafatta e dagli atteggiamenti sopra le righe degli ultimi anni di vita. Fra gli oggetti esposti c’è la prima chitarra che suonava con Alex, ma anche vestiti e oggetti posseduti durante l’infanzia. «La mostra» ha detto Alex «è il ritratto di una ragazza che in fondo non era che una ragazzina ebrea con un gran talento». Secondo la curatrice Elizabeth Selby, Amy e la sua famiglia «non erano particolarmente religiosi, ma avevano un forte background culturale ebraico».
La cantante amava dire che «essere ebrea significa restare uniti come famiglia». A Family Portrait è la proiezione di questa idea. Ed è accompagnata da altre iniziative: un ricevimento a scopo benefico con il sindaco di Camden Jonathan Simpson il 18 luglio e un’escursione fra i luoghi rock di Camden il 3 agosto. La mostra è aperta fino al 15 settembre. Maggiori informazioni presso il sito ufficiale del museo.