“Franco Battiato – La Voce del Padrone”, il film in questi giorni al cinema

La Voce del Padrone e soprattutto un grande artista come Franco Battiato celebrati in un film evento diretto da Marco Spagnoli, che sarà al cinema dal 28 novembre al 4 dicembre

Franco Battiato aveva un suo suono riconoscibile, coltivato negli anni. E sarà ricordato anche per questo, oltre che per la sua poliedricità e per la sua visione da artista a 360 gradi.

All’inizio si vede allora proprio l’ingegnere del suono Pino “Pinaxa” Pischetola, che tanto ha lavorato con Battiato, mentre “gioca” col mixer e scompone Centro di Gravità Permanente; in questo modo mette in risalto i particolari che ne hanno fatto un brano di grande successo, come la doppia voce dello stesso Battiato, lo stile disco music nel ritornello e il coro de I Madrigalisti di Milano che insieme hanno portato al noto e acclamato risultato finale.

Comincia così Franco Battiato – La Voce del Padrone, film evento diretto da Marco Spagnoli, che sarà al cinema dal 28 novembre al 4 dicembre.

Non solo ha acceso la nostra curiosità, ma ci ha lasciato aperto un universo incredibile”

Il documentario, già presentato al Taormina Film Fest 2022, vede il produttore discografico Stefano Senardi alla ricerca delle testimonianze di chi è stato amico, ha frequentato o ha conosciuto Battiato. Sono però anche alcune sue stesse considerazioni quelle che rimangono impresse: “Non solo ha acceso la nostra curiosità, ma ci ha lasciato aperto un universo incredibile” dice infatti Senardi a proposito di quello che Battiato ha scritto.

La prima parte del film è incentrata soprattutto su La Voce del Padrone, “il disco pop perfetto”, come lo definisce Andrea Scanzi, che arriva dopo i primi anni musicalmente più sperimentali. Alice parla di un disco fatto con una determinazione precisa, in cui Battiato ha inserito contemporaneamente elementi su cui poi ha lavorato in tutta la sua vita, basata sulla musica.

Francesco Messina, grande amico e autore di tante copertine per Battiato, ricorda come Franco facesse la musica leggera, ma con un approccio da compositore, come un musicista che ragiona in una maniera totale, pensando a tutto. Senardi sostiene poi come la canzone d’autore non sia stata più la stessa con questo disco che fa da spartiacque, mentre continua a chiacchierare con Francesco Messina. Quest’ultimo racconta anche com’è nata la copertina de La Voce Del Padrone, a partire dagli scatti del compianto Roberto Masotti, a cui il film è dedicato; l’immagine sarà poi ritoccata dallo stesso Messina per mantenere Battiato “in una luce un po’ onirica”.

“Una mente sempre in movimento”

La seconda parte del film è dedicata più alla vita e alla carriera dell’artista, che all’album.

Quelle di Battiato sono “canzoni colte e ironiche” secondo Nanni Moretti che per questo le inserisce nei suoi film.

Carmen Consoli ricorda come approfondisse qualsiasi cosa, dal biliardo alla tessitura dei tappeti. Questo gli dava un approccio leggero e non perdeva tempo. “Era una mente sempre in movimento e anche un amico molto stimolante” afferma poi la cantautrice.

Nel corso del documentario si possono ascoltare poi le testimonianze di Caterina Caselli, Eugenio Finardi, Willem Dafoe, Oliviero Toscani, Mara Maionchi, Morgan, Roberto Masotti, Francesco Cattini, Alberto Radius, Carlo Guaitoli, Juri Camisasca e tanti altri che hanno conosciuto bene Franco Battiato, per raccontare aneddoti di vita vissuta, ma anche per riflettere su quanto sia stato importante il suo apporto all’arte e alla cultura.

“Il suono è una vibrazione di quello che sono”

Verso la fine c’è un’intervista a cura di Vincenzo Mollica, in cui lo storico giornalista di musica e spettacolo del TG1 chiede a Battiato se avesse mai pensato a cosa vorrebbe che rimanesse di lui: “No, no… Mi trovi completamente impreparato!…” risponde, ma poi, quasi subito aggiunge: “Eh… il mio suono”.

“Quello che hai scritto quantomeno?” ribatte Mollica.

“Non necessariamente… il suono è una vibrazione di quello che sono” chiude Battiato…