16/09/2022

Arte a 33 giri, conclusa a Torino la mostra di copertine

Termina a Torino Arte a 33 giri – 100 copertine d’artista di Andy Warhol, Peter Blake e tanti altri

Domenica 11 settembre si è conclusa la mostra Arte a 33 giri – 100 copertine d’artista; da Matisse a Basquiat, da Dubuffet a Beuys, allo Spazio Musa di Torino. Nello stesso periodo si è tenuta l’edizione 2022 di Covergreen, la più longeva rassegna italiana dedicata alla cover art; durante la stessa, Giovanna Martino è stata premiata per la sua tesi di laurea in Design per l’innovazione sull’identità grafica della musica e Paolo Mazzucchelli ha presentato la sua nuova performance Black & White. Una interessante coincidenza temporale e tematica che ci induce a fare una riflessione preliminare.

In Italia gli studi sulla cover art, sul rapporto tra la discografia e il mondo dell’arte che si materializza principalmente nella copertina, non sono così avanzati come si potrebbe pensare. Al netto di un libro imprescindibile come Rock & Arte (Hoepli) e di qualche approfondimento contenuto in altri testi (pensiamo ai libri sul progressive o sugli studio years dei Beatles, o alle suggestioni del compianto Guarnaccia), attualmente la materia è affrontata da Paolo Mazzucchelli nei suoi testi e nei suoi spettacoli, dalle iniziative di Covergreen a Piombino, dagli eventi dell’Associazione Copertine come quadri a Pordenone. Anche il mondo universitario non manifesta grande interesse: la tesi di laurea della Martino alla Vanvitelli è un’eccezione ma si auspica possa essere il primo passo di uno studio più approfondito.

Arte a 33 giri nasce dunque in un contesto di lenta ma presente crescita della curiosità verso questo argomento; non è stata una semplice o acritica esposizione ma l’occasione per incrociare arti ampiamente storicizzate attraverso un punto di vista non più musicale o discografico ma prettamente artistico. Un versante analitico e critico che a suo modo rievoca il lavoro di Luca Beatrice (pensiamo al testo Visioni di suoni. Le arti visive incontrano il pop) e che rimette al centro l’arte, come fece Marco Pierini nella mostra senese Good vibrations (Visual Arts and Rock culture, del 2006). In un ambiente assai adatto come lo Spazio Musa nel Quadrilatero Romano, i curatori Vincenzo e Giorgia Sanfo hanno incentrato l’iniziativa sul contributo offerto alla discografia e più in generale alla popular culture da personalità del calibro di Andy Warhol (inevitabilmente la star di Arte a 33 giri), Keith Haring, Julian Schnabel e tanti altri.

Gli immancabili Peter Blake e Richard Hamilton si alternano a Tanino Liberatore, Guido Crepax, Andrea Pazienza, persino il Magritte della mela di Beck-Ola (The Listening Room, 1952). Una componibile Speaking in Tongues di Robert Rauchenberg o Henna di Mimmo Paladino, Born In The USA di Annie Leibovitz o ancora i Wire griffati Kounellis sono chicche di notevole interesse anche per la collocazione in sequenza, che scatena connessioni emotive; peccato che ancora una volta manchi una posizione adeguata per Gianni Sassi. Grazie anche a figure autorevoli come Jeff Koons, Marco Lodola, Joseph Beuys e Damien Hirst, le oltre cento copertine esposte diventano una significativa cartina di tornasole: hanno consegnato alla contemporaneità un dialogo unico nel suo genere – non sempre pacifico e sereno, e forse questo è il punto di forza – tra arte e musica, tra visione e suono. Disponibile anche il catalogo, con testi di Alessandra Mammì, Red Ronnie e Sergio Secondiano Sacchi.

Spazio Musa

 

Arte a 33 giri - Spazio Musa - Torino

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