27/03/2018

Baustelle, L’amore e la violenza Vol.2 – L’insostenibile leggerezza del pop

Un’appendice inevitabile in “dodici nuovi pezzi facili”
L’amore e la violenza Vol. 2 è uscito venerdì 23 marzo, a poco più di un anno di distanza da L’amore e la violenza. Un disco, quello dei Baustelle, scritto senza troppe pretese, vomitato tra le stanze d’albergo del tour 2017, un disco di pancia, più semplicemente pop.
 
Vol.2 si presenta come il lato b de L’amore e la violenza, come la conseguenza emozionale del lungo e concentrato lavoro del lato A. La tracklist di Vol. 2 richiama a tratti la struttura del lavoro precedente, discostandosene nei contenuti, che in questo caso si concentrano maggiormente sulle conseguenze sentimentali della liquidità baumaniana del presente. Ritroviamo in entrambi un’intro strumentale che ci prepara all’atmosfera che ne segue. Ad aprire Vol. 2 è infatti Violenza, una sequenza elettronica e la parola violenza pronunciata tre volte in 4.54 minuti. Ma in quale luogo della violenza ci portano i Baustelle? È la violenza della solitudine, della separazione e dell’individualismo a cui il presente è destinato. Una violenza trattata su più livelli e sfaccettature nel lavoro precedente, e con una declinazione specificatamente sentimentale in Vol. 2L’amore è negativo è il titolo della traccia 9 e anche un po’ la sintesi rassegnata e immediata del disco. «Come si fa a dar senso a quello che senso non ha e non farsi male»: così recita Lei malgrado te, il brano più romantico del disco. L’amore e la violenza e Vol. 2 sono legati da un filone narrativo affidato alle voci profetiche e metalliche di Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi, alla musica elettronica e un pop mai banale, ma di semplicissima digestione. Il nuovo album dei Baustelle è un disco sull’assenza e su come sia difficile sopportarla in un presente che non ci dà il tempo di essere sensibili. Vol. 2 è un urlo, è un rifugio per la sensibilità, una richiesta disperata e violenta di poesia, che in Baby raggiunge una forma nuda e diretta in uno dei versi più sentiti del disco: «un rivolo di sangue sulle labbra, due virgole di sperma sulla schiena». In L’amore e la violenza Vol.2 c’è spazio per riconquistare Veronica, per Perdere Giovanna, per la satira politica di Tazebao, per i riferimenti e le citazioni che sono tanto cari ai Baustelle. C’è la pesantezza dell’amore che finisce e la leggerezza di una libertà più superficiale «di cambiare, drogarsi, uscire a bere» e delle crociere ai Caraibi.
In Vol.2 c’è la musica elettronica, quella dai richiami ’70/’80 che porta il pop dei Baustelle dall’oscenità ragionata de L’amore e la violenza, all’ingenuità più nuda della sua appendice.
 
Il secondo volume è una conseguenza inevitabile, l’angolo delle parole non dette, lo spazio per la musica e le parole che vengono di fretta, ma dai luoghi più sinceri.
 

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