17/06/2015

Brothers Keeper

Cinque musicisti di grande esperienza per un grande album di debutto
Ben cinque cantanti in questo lavoro firmato Brothers Keeper. Il fulcro della band è il trio formato da Scott Rednor (chitarra), Michael Jude (basso) e John Michel (batteria), musicisti di grande esperienza come session men e dal vivo ormai da diversi anni. Jude e Michel hanno fatto a lungo parte della band di John Oates (di Hall & Oates), mentre Rednor ora gestisce lo Shakedown Bar a Vail, Colorado. Ed è proprio in questo locale che sono nate le serate Brothers Keeper Featuring Series con diversi musicisti e cantanti ad alternarsi, tra cui John Popper dei Blues Traveler e Jono Manson.
Da qui alla formazione di una band il passo è stato breve e l’album di debutto è stato scritto a Santa Fe e registrato agli Ardent Studios di Memphis con diversi altri ospiti. C’è chi li ha paragonati ai supergruppi che si formavano negli anni ’70, ma forse sono più una sorta di collettivo di amici e musicisti con un enorme bagaglio di esperienze da condividere e mostrare. I 5 lead singer si fondono alla perfezione, anche nelle armonie vocali, così come la band sa fondere ottimamente tutto ciò che è tradizionalmente musica americana: rock, blues, soul e folk si amalgamano in un unico flusso di undici canzoni inedite e due cover illustri.
 
I brani più coinvolgenti sono condensati nelle prime tracce: da Chamberlain che apre l’album al rock di Keep On Burning con echi della Dave Matthews Band. If Only For A While concede più spazio alla melodia e alla classica rock ballad, in linea col testo che ci porta nella nostalgia di un amore a distanza, e sullo stesso terreno prosegue Kind Of Like a Joke.
Le influenze dei Blues Traveler di Popper si fanno sentire soprattutto nel rock-blues di Days Go By o Bring The Man Down, quest’ultima cantata però da Jono Manson. Uno dei brani più interessanti è senza dubbio Cold Rain, che fonde Southern rock, blues e soul, con spazio per assoli e per la collaborazione di Dj Logic che unisce scratch e armonica. E in tema di collaborazioni la fisarmonica di Joel Guzman impreziosisce la delicata Along The Way. Le restanti tracce variano dal country un po’ annacquato di Why Do You Fall (che ricorda a tratti i Bon Jovi di Lost Highway), a una Nothing To Do dai riff in stile Rolling Stones e giungono sino alle atmosfere West Coast della corale Still Missing You.
 
Il finale presenta invece due cover di super classici immancabili quando si tratta di tradizione americana: i Brothers Keeper recuperano dal ’67 I’ll Be Your Baby Tonight di Dylan e dal ’68 la splendida The Weight di The Band. Con questi pezzi si ricollegano idealmente alla tradizione che li ha ispirati, già ben presente anche nei brani inediti, e rafforzano la sensazione che questo debutto sia la trasposizione dell’energia e dell’affiatamento di una serata dal vivo allo Shakedown Bar in Colorado.
 

 

 

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