È un album d’esordio e, per come è stato concepito, potrebbe essere la trasposizione di un mini-live su cd. Ma proviamo ad andare con ordine: dopo l’EP Age Of Innocence del 2012 i vicentini ClayToRide hanno continuato a suonare tanto dal vivo – aprendo i concerti tra gli altri di Tre Allegri Ragazzi Morti, Actionmen, Tony LaMuerte, Airway ed Ex KGB – e componendo nel frattempo proprio i pezzi di For His Wine And Chamber. A conferma di quanto espresso in apertura, c’è anche il fatto che il disco è stato registrato in analogico – come sempre accade quando ci sono di mezzo Mike 3rd e gli studi Prosdocimi – ed è stato masterizzato dal celebre produttore Ronan Chris Murphy (King Crimson, Steve Morse e Tony Levin solo per citare alcuni nomi).
Difficile comprendere il genere musicale proposto dalla giovane band veneta, facile capirne le intenzioni rock arricchite da sfumature hard, post-grunge e alternative. I ClayToRide si presentano dunque con un istinto live, figlio più di una compattezza maturata sui palchi che di una consapevolezza sviluppata nella scrittura.
“Non pensiamo che ci sia tanta differenza a fare rock nel 2014, nel ’68 piuttosto che nel 2024 – dichiara la band. – Suonare è una necessità, è esprimere il proprio essere in una delle maniere più significative che l’uomo stesso abbia. La simbiosi che nasce con i propri amici/fratelli di band è la soddisfazione più grande che il rock, come tutta la musica, può darti”.
Le fasi scrittura-live in questo disco sono dunque strettamente connesse tra loro e forse non sono nemmeno così distinte.
Difficile comprendere il genere musicale proposto dalla giovane band veneta, facile capirne le intenzioni rock arricchite da sfumature hard, post-grunge e alternative. I ClayToRide si presentano dunque con un istinto live, figlio più di una compattezza maturata sui palchi che di una consapevolezza sviluppata nella scrittura.
“Non pensiamo che ci sia tanta differenza a fare rock nel 2014, nel ’68 piuttosto che nel 2024 – dichiara la band. – Suonare è una necessità, è esprimere il proprio essere in una delle maniere più significative che l’uomo stesso abbia. La simbiosi che nasce con i propri amici/fratelli di band è la soddisfazione più grande che il rock, come tutta la musica, può darti”.
Le fasi scrittura-live in questo disco sono dunque strettamente connesse tra loro e forse non sono nemmeno così distinte.
For His Wine And Chamber, in altri termini, è un bigliettino da visita nato tra un concerto e l’altro e da tenere in considerazione, così come il secondo album che i ClayToRide stanno scrivendo e provando durante i live. Potrebbe essere quindi questo il momento opportuno per definire ancora meglio il proprio sound, senza perdere l’energia degli show dal vivo già presente in questo album di debutto.