23/08/2025

Elvis e il Colonnello Parker nel nuovo libro di Guralnick

Peter Guralnick traccia un ritratto lucido del rapporto complesso tra Elvis Presley e il Colonnello Parker

 

La storia della musica non è fatta soltanto di voci indimenticabili o di melodie che restano nell’aria: è fatta anche di registi invisibili, di figure che operano nell’ombra e che, senza mai salire sul palco, ne decidono i destini. Nel caso di Elvis Presley, quella figura fu Tom Parker, meglio conosciuto come “il Colonnello“, il manager che intuì per primo il potenziale del ragazzo di Tupelo e ne fece una leggenda planetaria.

Figura divisiva e controversa, è oggi al centro di The Colonel and the King: Tom Parker, Elvis Presley, and the Partnership That Rocked the World, nuovo libro di Peter Guralnick, tra i massimi studiosi della musica americana e autore di una delle biografie più autorevoli dedicate a Presley.
L’opera getta nuova luce sul manager, riscrivendone in parte la storia. Parker prese Elvis sotto la sua ala nel 1955, intuendone il potenziale prima di chiunque altro, e iniziando un sodalizio destinato a lasciare un segno indelebile nella musica e nell’immaginario collettivo. Con Parker al suo fianco, il giovane cantante di Tupelo, Mississippi, passò dai palchi locali al fenomeno nazionale, grazie anche al contratto con la RCA e al primo singolo Heartbreak Hotel (1956), che lo portò in vetta alle classifiche.

Per Guralnick, Parker non fu il “mostro” o il manipolatore descritto da film e documentari, ma una personalità più complessa, così come più complesso fu il legame con Elvis. Certo, il Colonnello era attratto dal denaro, ma fu anche la figura che costruì l’immagine del ragazzo del Sud trasformandolo in icona globale, tra spettacoli televisivi e concerti memorabili, dal debutto all’Ed Sullivan Show fino al trionfale rientro sulla scena del 1968 con il celebre Comeback Special.

Negli anni successivi, fu sempre Parker a orchestrare la lunga stagione dei concerti a Las Vegas e i tour internazionali mai realizzati, decisioni spesso discusse ma fondamentali nel mantenere Presley al centro della scena americana. Le loro ambizioni, potenti e tenaci, si intrecciavano: Parker fu benzina per il talento del re, mentre Elvis, con la sua voce e il suo carisma, trasformava in oro le intuizioni del manager. Insieme salirono al vertice di una montagna che nessuno, prima di loro, aveva osato scalare.

Eppure, quel legame simbiotico si rivelò anche il loro limite. Il 16 agosto 1977, quando Elvis fu trovato senza vita a Graceland, a 42 anni, si chiuse un capitolo della musica. Parker sopravvisse al suo “ragazzo” di vent’anni, ma senza di lui non era più lo stratega, né il visionario: rimase solo un uomo che aveva perso la sua bussola. A distanza di decenni, il dibattito rimane aperto: fu genio o carnefice, architetto del mito o gabbia dorata? Forse la verità sta nel mezzo, come spesso accade quando si racconta di due destini intrecciati in modo così inestricabile.

Peter Guralnick - The Colonel and the King Tom Parker, Elvis Presley, and the Partnership That Rocked the World - copertina libro

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