Un pianoforte decisivo e una voce sensibile e sicura.
E poi c’è l’esperto Luca Alfonso Rossi (Üstmamò, Giovanni Lindo Ferretti) e una propensione verso il rock delle chitarre elettriche e della batteria. Prima di tutto, invece, ci sono gli undici nuovi brani scritti da Emiliano Mazzoni per Cosa Ti Sciupa, suo secondo album che arriva due anni dopo rispetto a Ballo Sul Posto.
Il cantautore che vive a Piandelagotti, sull’Appennino Emiliano, compie una buona ricerca per i suoi testi, ma ancor di più si nota la sua volontà di scandirli, per definire la visionarietà di un messaggio incentrato su una bellezza a cui si arriva attraverso l’intuito.
“Ma perché te ne vai? Fa un gran freddo al mattino senza di te” dice Emiliano Mazzoni in una delle prime semplici e delicate battute del disco, per poi non tralasciare una certa spietatezza in Diva (“Diva ti comprerò un teatro ed io mi farò la cassiera, quella che troveranno attaccata sotto il ponte”) e spiegare in un altro momento ben preciso che tutto, dal personale al generale, può diventare inevitabile come in Ciao Tenerezza (“Di nuovo la società a primo mattino/le macchine vanno e scatarra via il treno. Siamo inutili ma sappiam cosa fare”).
Musicalmente spicca il crescendo di Ragazza Aria che sfocia in un finale rock breve ma tutt’altro che scontato, così come emerge il tex-mex che si rifà a un certo sound anni ’60 di Nell’Aria C’Era Un Forte Odore.
E se da una parte c’è sempre una certa nostalgia di fondo, dall’altra le canzoni possono viaggiare da sole, nel contesto del cd o in prospettiva live.
Un’ultima cosa: “Lasciate alla bellezza il vostro cuore e vi soccorrerà non sono favole” (Emiliano Mazzoni, Canzone Di Bellezza).
E poi c’è l’esperto Luca Alfonso Rossi (Üstmamò, Giovanni Lindo Ferretti) e una propensione verso il rock delle chitarre elettriche e della batteria. Prima di tutto, invece, ci sono gli undici nuovi brani scritti da Emiliano Mazzoni per Cosa Ti Sciupa, suo secondo album che arriva due anni dopo rispetto a Ballo Sul Posto.
Il cantautore che vive a Piandelagotti, sull’Appennino Emiliano, compie una buona ricerca per i suoi testi, ma ancor di più si nota la sua volontà di scandirli, per definire la visionarietà di un messaggio incentrato su una bellezza a cui si arriva attraverso l’intuito.
“Ma perché te ne vai? Fa un gran freddo al mattino senza di te” dice Emiliano Mazzoni in una delle prime semplici e delicate battute del disco, per poi non tralasciare una certa spietatezza in Diva (“Diva ti comprerò un teatro ed io mi farò la cassiera, quella che troveranno attaccata sotto il ponte”) e spiegare in un altro momento ben preciso che tutto, dal personale al generale, può diventare inevitabile come in Ciao Tenerezza (“Di nuovo la società a primo mattino/le macchine vanno e scatarra via il treno. Siamo inutili ma sappiam cosa fare”).
Musicalmente spicca il crescendo di Ragazza Aria che sfocia in un finale rock breve ma tutt’altro che scontato, così come emerge il tex-mex che si rifà a un certo sound anni ’60 di Nell’Aria C’Era Un Forte Odore.
E se da una parte c’è sempre una certa nostalgia di fondo, dall’altra le canzoni possono viaggiare da sole, nel contesto del cd o in prospettiva live.
Un’ultima cosa: “Lasciate alla bellezza il vostro cuore e vi soccorrerà non sono favole” (Emiliano Mazzoni, Canzone Di Bellezza).
