Realizzare un film sulla storia di un personaggio importante è sempre un rischio; e non sempre i risultati sono all’altezza delle aspettative, a volte anche a causa di un pubblico magari non troppo preparato. Ma pochi sanno, o meglio, pochi tengono in considerazione che buona parte di questi prodotti vengono realizzati per la RAI, e quindi hanno un taglio televisivo più adatto allo spettatore medio della tv generalista.
Fabrizio De Andrè – Principe Libero è un film realizzato proprio in questo senso, ma con un taglio cinematografico che contribuisce ad alzarne il livello.
Il film, che nella versione che andrà in onda in tv sarà diviso in due parti (13 e 14 febbraio), narra circa 40 anni di vita di Fabrizio De André, dall’adolescenza nei caruggi di Genova, fino agli anni di successo, passando per la sua prima chitarra regalatagli da suo padre, agli incontri con Tenco e con il poeta Riccardo Mannerini, ai suoi amori Puny e Dori, alla nascita del primo figlio Cristiano, ai suoi dischi e ai suoi concerti solisti e con la PFM. Il film viene incentrato sulla storia di Fabrizio, dell’uomo più che dell’artista, l’uomo e le sue amicizie, le sue debolezze, il suo amore travolgente per le donne che lo hanno accompagnato nella sua vita, la sua feroce autocritica, il suo immenso talento che quasi lo infastidiva e che, a tratti, gli metteva paura, e soprattutto il suo forte desiderio di libertà, quella libertà che per quasi quattro mesi gli fu negata a causa del sequestro avvenuto in Sardegna e di cui fu vittima assieme alla seconda moglie Dori Ghezzi. A seguito di questo tragico evento De André scrisse Hotel Supramonte, dimostrando la sua immensa capacità e l’indiscusso talento nel saper raccontare fatti tragici attraverso parole che nel tempo sono diventate poesia. Come fece anni prima con La canzone di Marinella, ispirata da un fatto di cronaca locale.
La colonna sonora del film è totalmente composta da suoi brani, eccezion fatta per Ciao amore, ciao di Luigi Tenco, con il quale Faber aveva un ottimo rapporto. Ed alcune delle canzoni sono cantante dallo stesso Marinelli, protagonista del film, che nel corso della conferenza stampa post-proiezione non ha nascosto il suo timore nel dover interpretare un personaggio così. L’obbiettivo è stato raggiunto, l’attore romano è riuscito a non emularlo o imitarlo, mantenendo il giusto quanto doveroso rispetto, e, come sottolinea il regista Luca Facchini «Luca Marinelli non interpreta Fabrizio De André, ma lo rappresenta».
Il film ha avuto la supervisione nientemeno che di Dori Ghezzi, interpretata da Valentina Bellé. Dori non ha nascosto la sua soddisfazione e neanche l’emozione nel rivedere questa pellicola, sottolineando più volte quanto sia stata azzeccata la scelta di Marinelli nel ruolo del compianto marito. Notevole anche il ruolo di Paolo Villaggio (interpretato da Gianluca Gobbi) nel percorso vitale e artistico del protagonista; amico di infanzia nonché autore del soprannome “Faber”, che con De André ha condiviso la gavetta iniziale nei teatri, oltre che la genesi di brani come Il fannullone e Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers.
L’intento è stato raggiunto. Il risultato di questo prodotto può dirsi ampiamente soddisfacente, non solo grazie alla capacità e al livello dello staff, ma anche grazie ad un meticoloso lavoro di ricerca antecedente. Questo film è anche un potenziale mezzo per far avvicinare, ancora di più, le giovani generazioni alle parole di De André, alla sua figura, e al suo indelebile talento. Molto importanti ed eloquenti sono le parole di Dori Ghezzi: «Chi ha solo immaginato mio marito forse si sentirà tradito, ma chi l’ha conosciuto lo ritroverà».
Qualcuno potrebbe smentirla? No.
Il film sarà nelle sale il 23 e 24 gennaio (elenco sale a questo link), e sarà trasmesso su Rai1 il 13 e il 14 febbraio.
Fabrizio De Andrè – Principe Libero è un film realizzato proprio in questo senso, ma con un taglio cinematografico che contribuisce ad alzarne il livello.
Il film, che nella versione che andrà in onda in tv sarà diviso in due parti (13 e 14 febbraio), narra circa 40 anni di vita di Fabrizio De André, dall’adolescenza nei caruggi di Genova, fino agli anni di successo, passando per la sua prima chitarra regalatagli da suo padre, agli incontri con Tenco e con il poeta Riccardo Mannerini, ai suoi amori Puny e Dori, alla nascita del primo figlio Cristiano, ai suoi dischi e ai suoi concerti solisti e con la PFM. Il film viene incentrato sulla storia di Fabrizio, dell’uomo più che dell’artista, l’uomo e le sue amicizie, le sue debolezze, il suo amore travolgente per le donne che lo hanno accompagnato nella sua vita, la sua feroce autocritica, il suo immenso talento che quasi lo infastidiva e che, a tratti, gli metteva paura, e soprattutto il suo forte desiderio di libertà, quella libertà che per quasi quattro mesi gli fu negata a causa del sequestro avvenuto in Sardegna e di cui fu vittima assieme alla seconda moglie Dori Ghezzi. A seguito di questo tragico evento De André scrisse Hotel Supramonte, dimostrando la sua immensa capacità e l’indiscusso talento nel saper raccontare fatti tragici attraverso parole che nel tempo sono diventate poesia. Come fece anni prima con La canzone di Marinella, ispirata da un fatto di cronaca locale.
La colonna sonora del film è totalmente composta da suoi brani, eccezion fatta per Ciao amore, ciao di Luigi Tenco, con il quale Faber aveva un ottimo rapporto. Ed alcune delle canzoni sono cantante dallo stesso Marinelli, protagonista del film, che nel corso della conferenza stampa post-proiezione non ha nascosto il suo timore nel dover interpretare un personaggio così. L’obbiettivo è stato raggiunto, l’attore romano è riuscito a non emularlo o imitarlo, mantenendo il giusto quanto doveroso rispetto, e, come sottolinea il regista Luca Facchini «Luca Marinelli non interpreta Fabrizio De André, ma lo rappresenta».
Il film ha avuto la supervisione nientemeno che di Dori Ghezzi, interpretata da Valentina Bellé. Dori non ha nascosto la sua soddisfazione e neanche l’emozione nel rivedere questa pellicola, sottolineando più volte quanto sia stata azzeccata la scelta di Marinelli nel ruolo del compianto marito. Notevole anche il ruolo di Paolo Villaggio (interpretato da Gianluca Gobbi) nel percorso vitale e artistico del protagonista; amico di infanzia nonché autore del soprannome “Faber”, che con De André ha condiviso la gavetta iniziale nei teatri, oltre che la genesi di brani come Il fannullone e Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers.
L’intento è stato raggiunto. Il risultato di questo prodotto può dirsi ampiamente soddisfacente, non solo grazie alla capacità e al livello dello staff, ma anche grazie ad un meticoloso lavoro di ricerca antecedente. Questo film è anche un potenziale mezzo per far avvicinare, ancora di più, le giovani generazioni alle parole di De André, alla sua figura, e al suo indelebile talento. Molto importanti ed eloquenti sono le parole di Dori Ghezzi: «Chi ha solo immaginato mio marito forse si sentirà tradito, ma chi l’ha conosciuto lo ritroverà».
Qualcuno potrebbe smentirla? No.
Il film sarà nelle sale il 23 e 24 gennaio (elenco sale a questo link), e sarà trasmesso su Rai1 il 13 e il 14 febbraio.
