(Foto di Camilla Leoni)
Francisco è un nuovo progetto messo a punto dal chitarrista Fabrizio Barale e dal fisarmonicista/tastierista Fabio Martino, vecchie conoscenze che facevano capo agli Yo Yo Mundi. L’album di esordio si chiama Truco Blues, un titolo originale che, come è spesso successo nel passato, pesca nei ricordi della tradizione. Truco, infatti, è un gioco di carte che gli emigrati di ritorno dai paesi dell’America latina portarono con sé e resero noto nelle osterie del basso Piemonte fino a farlo diventare un classico passatempo per gli anziani che passavano i pomeriggi a giocarlo. E’ proprio dalla scoperta dell’origine di questo gioco di carte che a Barale e Martino è venuta l’idea del titolo e della sua possibile coniugazione con il termine blues per rendere palpabile quell’atmosfera di nostalgia e malinconia che doveva inevitabilmente pervadere l’animo di quei “viaggiatori per forza”.
Nasce così Truco Blues che gli stessi Francisco hanno definito come “una descrizione musicale di un viaggio, non per forza avvenuto”. Un viaggio alla ricerca di nuovi spazi da occupare, un volersi sentire parte di qualcosa pur mantenendosi diversi, agendo attraverso l’istinto, il pensiero o il gesto. Truco Blues consiste in dodici brani, frutto di ricordi che spesso si esauriscono semplicemente in una melodia e altre volte si codificano con l’aiuto di un testo espresso anche con interventi linguistici differenti dall’italiano per dare spazio all’Africa sfruttata (Afro talk), all’America latina (Jamine) e al mondo anglosassone, talvolta con reminiscenze pink floydiane (Red room). Ma il filo conduttore è davvero la musica, sempre frutto di grande sensibilità che trova la sua massima pienezza nella dolcezza, senza lesinare sortite in una sorta di folk rock di piacevole fruizione. Fiore di seta riassume simbolicamente in una frase ripetuta l’intero senso dell’album (“Sono solo attimi che passano….sono solo attimi che tornano”). Bellissime le melodie de La sposa bambina e Bolero in tre, la prima per la sua squisita essenzialità, l’altra per lo splendido intersecarsi degli strumenti acustici più vari.
Truco Blues è un quadro musicale en plein air, concepito in assoluta libertà espressiva e sostenuto da una schiera di amici come Guido Guglielminetti al basso, Lillo Fossati alla batteria, Ismael Outtarà, alla voce, Fabrizio Pagella alla recitazione e Cerno dei The Vad Vuc alla sezione fiati. Bel lavoro.
Francisco è un nuovo progetto messo a punto dal chitarrista Fabrizio Barale e dal fisarmonicista/tastierista Fabio Martino, vecchie conoscenze che facevano capo agli Yo Yo Mundi. L’album di esordio si chiama Truco Blues, un titolo originale che, come è spesso successo nel passato, pesca nei ricordi della tradizione. Truco, infatti, è un gioco di carte che gli emigrati di ritorno dai paesi dell’America latina portarono con sé e resero noto nelle osterie del basso Piemonte fino a farlo diventare un classico passatempo per gli anziani che passavano i pomeriggi a giocarlo. E’ proprio dalla scoperta dell’origine di questo gioco di carte che a Barale e Martino è venuta l’idea del titolo e della sua possibile coniugazione con il termine blues per rendere palpabile quell’atmosfera di nostalgia e malinconia che doveva inevitabilmente pervadere l’animo di quei “viaggiatori per forza”.
Nasce così Truco Blues che gli stessi Francisco hanno definito come “una descrizione musicale di un viaggio, non per forza avvenuto”. Un viaggio alla ricerca di nuovi spazi da occupare, un volersi sentire parte di qualcosa pur mantenendosi diversi, agendo attraverso l’istinto, il pensiero o il gesto. Truco Blues consiste in dodici brani, frutto di ricordi che spesso si esauriscono semplicemente in una melodia e altre volte si codificano con l’aiuto di un testo espresso anche con interventi linguistici differenti dall’italiano per dare spazio all’Africa sfruttata (Afro talk), all’America latina (Jamine) e al mondo anglosassone, talvolta con reminiscenze pink floydiane (Red room). Ma il filo conduttore è davvero la musica, sempre frutto di grande sensibilità che trova la sua massima pienezza nella dolcezza, senza lesinare sortite in una sorta di folk rock di piacevole fruizione. Fiore di seta riassume simbolicamente in una frase ripetuta l’intero senso dell’album (“Sono solo attimi che passano….sono solo attimi che tornano”). Bellissime le melodie de La sposa bambina e Bolero in tre, la prima per la sua squisita essenzialità, l’altra per lo splendido intersecarsi degli strumenti acustici più vari.
Truco Blues è un quadro musicale en plein air, concepito in assoluta libertà espressiva e sostenuto da una schiera di amici come Guido Guglielminetti al basso, Lillo Fossati alla batteria, Ismael Outtarà, alla voce, Fabrizio Pagella alla recitazione e Cerno dei The Vad Vuc alla sezione fiati. Bel lavoro.