05/06/2014

Jack Bruce

Un rock-blues che sconfina disinvoltamente in altri mondi musicali nel nuovo album solista dell’ex leggendario bassista dei Cream
L’esperienza dei suoi 71 anni emerge sin dalla sua voce vissuta. Ma c’è di più, a partire dai suoi numerosi ospiti, in Silver Rails, nuovo album solista di Jack Bruce, nonché primo disco di studio del leggendario ex bassista dei Cream dopo dieci anni.
Il suo nome è inevitabilmente legato al primo supergruppo della storia del rock formato con Eric Clapton e Ginger Baker e prima ancora a quello della Graham Bond Organisation, con cui tra l’altro registrò The Sound Of 65 presso gli Abbey Road Studios. E Jack Bruce è partito proprio da quel luogo magico per incidere le dieci tracce della sua nuova fatica discografica, prodotta da Rob Cass e scritta insieme ai parolieri Pete Brown, Kip Hanrahan e Margrit Seyffer.
 
Ce n’è per tutti i gusti in Silver Rails. Il ricordo dei Cream portato ai giorni nostri è presente in Rusty Lady, ma anche un po’ in Keep It Down: nella prima la chitarra è dell’ex Procol Harum Robin Trower, la seconda è spinta invece dall’assolo dell’ex Whitesnake Bernie Marsden. La semplicità caratterizza invece Industrial Child, mentre la sperimentazione è alimentata dall’ex Scorpions Uli Jon Roth in Hidden Cities e dalle pulsioni a tratti noise ma essenziali di Drone. E poi c’è una partenza tutt’altro che prevedibile in Candlelight, inizio inatteso e di classe grazie alla chitarra di Phil Manzanera e ai fiati. Silver Rails vede inoltre la partecipazione di altri ospiti come Cindy Blackman Santana e John Medeski, quest’ultimo prezioso con il suo organo per l’atmosfera notturna ed accattivante di Reach For The Night.
 
Il Jack Bruce più autobiografico è invece quello della “itinerante” Fields Of Forever: nel brano Pete Brown, già paroliere dei Cream, ricorda insieme al bassista le ore trascorse a guidare per arrivare alla meta successiva, rappresentata da un nuovo club per suonare dal vivo e allo stesso tempo da un nuovo passo necessario per raggiungere il successo.
 
Quella strada è iniziata molti e molti anni fa dal rock-blues. E in Silver Rails non viene abbandonata. In Silver Rails non può essere abbandonata.
Ed è per questo motivo che viene percorsa e ripercorsa, perché non si può non rimanere legati a un punto di partenza che spesso può assomigliare anche a un luogo ancora tutto da scoprire. D’altronde chi meglio di uno come Jack Bruce può partire da lì, se non Jack Bruce?
 
 
 

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