25/02/2015

Kalàscima

La tradizione salentina distorta dalla trance psichedelica
Distorcere la tradizione già a partire da una copertina piuttosto eloquente. Il tamburo digitale è collegato a un amplificatore. E il Salento rappresentato in musica non è (o non dovrebbe essere più) quello che abbiamo imparato a conoscere nel corso degli anni. Nel 2015 è infatti opportuno non rimanere soltanto legati alla tradizione, ma si rende necessario esplorare nuovi orizzonti, raccogliendo magari nuovi impulsi dalla tecnologia. È uno dei punti principali sviluppati dai Kalàscima nel loro nuovo album.
 
Psychedelic Trance Tarantella riconduce il discorso al sound salentino solo in parte e anche qui è già il titolo del disco tanto esplicito, da fornire immediatamente la spiegazione del modo di intendere un certo tipo di musica da parte del gruppo. La tradizione salentina c’è e non può non esserci, ma passa attraverso la trance psichedelica e si trasforma quindi in una visione distorta e non pedissequa o radicata a certi schemi. Sono melodie di più ampio respiro che si liberano nella concezione musicale dei Kalàscima e che fanno la differenza, un po’ come in Due mari, brano al quale partecipa Ludovico Einaudi. Non è complesso il discorso, ma è differente, un po’ come nelle divagazioni di Lu Sule, Moi ! e di Mary Di Salem.
Le radici sono però anche territorio e il territorio è anche quello dell’Arneo, dove i contadini si sono ribellati principalmente tra il ’50 e il ’51 per le loro condizioni di vita divenute inaccettabili: ed ecco che è nata La Rivolta dell’Arneo e tutto torna (o deve tornare).
 
Ipnotici e non martellanti. Perché la tradizione si può rinnovare anche distorcendola.

 
 

 

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