Scorre ruvida tra le corde, bruciata dal sole, zuppa di aria torrida. La polvere che Andrea Laino possiede, però, gli s’è attaccata addosso in un locale dell’Upper West Side di Manhattan, a New York. Da lì se l’è poi riportata a casa, facendola crescere nelle strade di Bologna.
Nato a migliaia di chilometri dall’Old Man River ma a lui vicinissimo nello spirito, The Dust I Own sfocia dal blues del Mississippi, dove la voglia di raccontare storie trova terreno fertile. Un album nel quale musica e immaginario del Delta diventano sorgente di un flusso appassionato, che lungo la sua corsa raccoglie con energia detriti di rock, folk e jazz.
Bo Weavil, mantra che evoca le distese delle coltivazioni di cotone, apre una collezione di ricordi e meditazioni che hanno la voce di strumenti della tradizione come chitarre resofoniche, diddley bow e armoniche, prendendo forma nelle scarrozzate notturne di Boogie Tale e tra i disegni e le vecchie cassette di Old Tape Of Memories, per poi affascinare delicati sulle conch shells di The Dust I Own, seguire la marcia del sousafono nel nostalgico giro di giostra dai colori country di On The Wood o trascinarsi irregolari in mezzo agli spettri del passato in What Once Was Dead.
Tra le varie partecipazioni che affiancano Andrea Laino (voce, chitarre e armonica) e Gaetano Alfonsi (batteria), troviamo il trombonista jazz Mauro Ottolini. I brani che vedono i tre suonare insieme offrono un composto particolare, rendendo The Dust I Own un album che non lascia indifferenti, capace di rapportarsi all’eredità del blues in maniera rispettosa ma originale.
Più che una maledizione, per Laino & Broken Seeds le parole di Fate Of A Gambler sembrerebbero un destino promettente: «Non posso farci nulla, queste radici nel mio sangue si stanno prendendo la mia anima».
Andrea Laino sarà in concerto il 16 marzo al Mocambo di Inzago (Milano) e il 17 a Casazza (Bergamo).
Nato a migliaia di chilometri dall’Old Man River ma a lui vicinissimo nello spirito, The Dust I Own sfocia dal blues del Mississippi, dove la voglia di raccontare storie trova terreno fertile. Un album nel quale musica e immaginario del Delta diventano sorgente di un flusso appassionato, che lungo la sua corsa raccoglie con energia detriti di rock, folk e jazz.
Bo Weavil, mantra che evoca le distese delle coltivazioni di cotone, apre una collezione di ricordi e meditazioni che hanno la voce di strumenti della tradizione come chitarre resofoniche, diddley bow e armoniche, prendendo forma nelle scarrozzate notturne di Boogie Tale e tra i disegni e le vecchie cassette di Old Tape Of Memories, per poi affascinare delicati sulle conch shells di The Dust I Own, seguire la marcia del sousafono nel nostalgico giro di giostra dai colori country di On The Wood o trascinarsi irregolari in mezzo agli spettri del passato in What Once Was Dead.
Tra le varie partecipazioni che affiancano Andrea Laino (voce, chitarre e armonica) e Gaetano Alfonsi (batteria), troviamo il trombonista jazz Mauro Ottolini. I brani che vedono i tre suonare insieme offrono un composto particolare, rendendo The Dust I Own un album che non lascia indifferenti, capace di rapportarsi all’eredità del blues in maniera rispettosa ma originale.
Più che una maledizione, per Laino & Broken Seeds le parole di Fate Of A Gambler sembrerebbero un destino promettente: «Non posso farci nulla, queste radici nel mio sangue si stanno prendendo la mia anima».
Andrea Laino sarà in concerto il 16 marzo al Mocambo di Inzago (Milano) e il 17 a Casazza (Bergamo).