05/06/2013

My Father And The Man In Black

Un film indaga il rapporto tra Johnny Cash e il suo manager, il canadese Saul Holiff

Nel 2005, Saul Holiff – manager di Johnny Cash da fine anni ‘50 a metà anni ’70 – si suicida. Sei mesi dopo, proprio mentre il film di James Mangold Walk The Line esce nelle sale, il figlio Jonathan scopre l’esistenza di un magazzino segreto dove il padre, nell’arco di trent’anni, ha accumulato un vero e proprio tesoro. Quel luogo si rivela una sorta di polveroso mausoleo dedicato al rapporto di Saul Holiff con il leggendario Uomo in Nero. C’è di tutto, dischi d’oro, locandine, memorabilia, centinaia di fotografie e lettere autografe. «Ma è stato un baule ricolmo di nastri che mi ha letteralmente scioccato», racconta Jonathan Holiff alla CBC Radio. «Saul aveva tenuto un audio-diario dal 1965 fino a poco prima della sua morte. Aveva registrato persino le sue conversazioni telefoniche con Johnny Cash».

La cosa sconcertante è che padre e figlio non avevano rapporti da circa vent’anni. Considerando il fatto che «quando ero bambino lo vedevo pochissimo perché era sempre in tournée con Cash», in pratica Jonathan non conosceva affatto il padre. Col passare degli anni si è costruito un’idea di lui che ora, leggendo tutte quelle lettere, guardando le fotografie e soprattutto ascoltando i nastri, si rivela errata, distorta.

Così decide di scoprire chi era veramente, e di raccontare la sua storia e il suo rapporto con Johnny Cash in un film intitolato My Father And The Man In Black, di cui cura sia la sceneggiatura che la regia. Un film che potrebbe gettare una luce inedita sull’Uomo in Nero, e forse questo spiega perché non ha ottenuto il supporto della famiglia Cash. Una cosa è certa: Cash e Holiff erano due persone complesse e di grande talento. Se a questo si aggiungono le rispettive dipendenze non si fatica a capire perché una volta il manager ha descritto il loro rapporto come «un eterno conflitto».

Dal canto suo, Jonathan Holiff presenta il documentario come «la storia mai raccontata del “cattivo ragazzo” Johnny Cash, del suo talentoso quanto problematico manager, il canadese Saul Holiff, e di un figlio alla ricerca di suo padre nell’ombra di una leggenda».
Ci sono voluti cinque anni di lavoro per raccontare una storia che prende le mosse dal particolare ma promette di aspirare a qualcosa di universale, ossia i delicati rapporti tra padri e figli. Per farci un’idea più chiara su questa vicenda non resta che vedere il film. Dovrebbe uscire in settembre, proprio in concomitanza con il decimo anniversario della morte di Johnny Cash…

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