Ricordare la storia di Santa Maria del Fiore, ricreandone l’ardita struttura attraverso le complesse architetture sonore di un ottetto. Circa vent’anni fa, Dave Douglas si ispirava al Duomo di Firenze per erigere il suo Sanctuary, doppio album live che radunava alcune delle personalità più influenti della scena jazz avanguardista di New York.
Ideale continuazione di questa esperienza, il nuovo progetto che il trombettista ha presentato al Blue Note il 1° febbraio, è un’ulteriore sperimentazione sull’improvvisazione. New Sanctuary propone la formula più contenuta del trio, con Douglas che viene affiancato dal chitarrista Marc Ribot e dalla percussionista Susie Ibarra. Come nell’album del ’97, i musicisti che troviamo sul palco provengono tutti dalla scuola di John Zorn. Di zorniana memoria è anche la struttura: il nuovo santuario di Douglas celebra i mesi dell’anno e dodici righi musicali costituiscono le colonne sulle quali si poggia. Ognuno di essi è poco più che un’idea, un semplice brandello tematico, capace però di esplodere in improvvisazioni estreme.
Il New Sanctuary è un luogo di chiaroscuri e sperimentazioni inesauribili, con molte stanze differenti ma tra loro comunicanti. I dialoghi incantevoli che si creano tra gli arpeggi di Ribot e la tromba con sordina di Douglas danno origine a melodie soffuse e ammalianti, per poi lasciare improvvisamente spazio al furore bacchico delle distorsioni del chitarrista, tornare ad atmosfere spirituali, rarefatte e quasi ambient costruite ad arte sulle percussioni della Ibarra o riapprodare a sonorità blues, aggressioni ai confini del punk e suoni hendrixiani. Tre voci di estrema complessità unite in giochi dinamici e timbrici sorprendenti.
Il concerto chiude il breve tour europeo del New Sanctuary Trio ma Douglas tornerà tra pochi mesi nel nostro Paese, come direttore artistico del Bergamo Jazz Festival dal 19 al 26 marzo. Giusto per fare una manciata di nomi, tra gli ospiti previsti ci saranno Bill Frisell e Kenny Wollesen, Regina Carter, Evan Parker, William Parker, Enrico Pieranunzi ed Andy Sheppard.
Ideale continuazione di questa esperienza, il nuovo progetto che il trombettista ha presentato al Blue Note il 1° febbraio, è un’ulteriore sperimentazione sull’improvvisazione. New Sanctuary propone la formula più contenuta del trio, con Douglas che viene affiancato dal chitarrista Marc Ribot e dalla percussionista Susie Ibarra. Come nell’album del ’97, i musicisti che troviamo sul palco provengono tutti dalla scuola di John Zorn. Di zorniana memoria è anche la struttura: il nuovo santuario di Douglas celebra i mesi dell’anno e dodici righi musicali costituiscono le colonne sulle quali si poggia. Ognuno di essi è poco più che un’idea, un semplice brandello tematico, capace però di esplodere in improvvisazioni estreme.
Il New Sanctuary è un luogo di chiaroscuri e sperimentazioni inesauribili, con molte stanze differenti ma tra loro comunicanti. I dialoghi incantevoli che si creano tra gli arpeggi di Ribot e la tromba con sordina di Douglas danno origine a melodie soffuse e ammalianti, per poi lasciare improvvisamente spazio al furore bacchico delle distorsioni del chitarrista, tornare ad atmosfere spirituali, rarefatte e quasi ambient costruite ad arte sulle percussioni della Ibarra o riapprodare a sonorità blues, aggressioni ai confini del punk e suoni hendrixiani. Tre voci di estrema complessità unite in giochi dinamici e timbrici sorprendenti.
Il concerto chiude il breve tour europeo del New Sanctuary Trio ma Douglas tornerà tra pochi mesi nel nostro Paese, come direttore artistico del Bergamo Jazz Festival dal 19 al 26 marzo. Giusto per fare una manciata di nomi, tra gli ospiti previsti ci saranno Bill Frisell e Kenny Wollesen, Regina Carter, Evan Parker, William Parker, Enrico Pieranunzi ed Andy Sheppard.