“[…] Ciò che conta di più è la curiosità per gli individui in quanto tali, senza preclusioni di gusto, tantomeno ideologiche. Un atteggiamento disincantato che sempre riesce a cogliere gli aspetti positivi di un carattere. Il cosiddetto ‘lato umano’. Definizione surreale, se vogliamo. Se si racconta delle persone, dovrebbe essere ovvio considerarle da questo punto di vista”. È quello che si legge nella prefazione a cura di Gianfranco Manfredi. E soprattutto è il modo in cui Lucio Salvini descrive e ricorda (con Giovanni Choukhadarian) le vicende vissute assieme ai protagonisti di Non erano solo canzonette.
L’autore del libro ne ha conosciuti e incontrati tanti di artisti tra gli anni ’60 e la fine degli ’80. Entrato come ufficio stampa e divenuto successivamente direttore generale per diciassette anni della Ricordi, Lucio Salvini ha ricoperto poi per un decennio il ruolo di amministratore delegato alla Fonit Cetra.
C’è tanto pop e tanto Sanremo lungo la strada percorsa dal discografico, ma non vanno sottovalutati i rapporti con Franco Battiato nel periodo della musica colta di Genesi o del primo album omonimo del Banco Del Mutuo Soccorso con la caratteristica copertina a forma di salvadanaio. Rapporti di lavoro sì, ma divenuti spesso e in maniera naturale amicizie sia “per volere” di Salvini, sia “su iniziativa” degli stessi artisti. Come quella volta in cui Fabrizio De André decise di riunire amici/addetti ai lavori a cena nella sua casa di Milano per far gustare loro un’orata al sale da lui stesso cucinata. Era il periodo di Anime Salve, album pubblicato nel 1996 con Ivano Fossati.
E poi Gino Paoli, Enzo Jannacci, Edoardo Bennato, Sergio Endrigo, Renzo Arbore e la sua trasmissione cult DOC (e non solo) o la figura di Andrea Lo Vecchio, spesso trascurata, perché come cantante non ebbe particolare successo, ma come autore scrisse brani importanti (come ad esempio Luci a San Siro di Roberto Vecchioni).
Era un’altra epoca, le problematiche erano differenti ed erano figlie di quei tempi… ma soprattutto Non erano solo canzonette.
L’autore del libro ne ha conosciuti e incontrati tanti di artisti tra gli anni ’60 e la fine degli ’80. Entrato come ufficio stampa e divenuto successivamente direttore generale per diciassette anni della Ricordi, Lucio Salvini ha ricoperto poi per un decennio il ruolo di amministratore delegato alla Fonit Cetra.
C’è tanto pop e tanto Sanremo lungo la strada percorsa dal discografico, ma non vanno sottovalutati i rapporti con Franco Battiato nel periodo della musica colta di Genesi o del primo album omonimo del Banco Del Mutuo Soccorso con la caratteristica copertina a forma di salvadanaio. Rapporti di lavoro sì, ma divenuti spesso e in maniera naturale amicizie sia “per volere” di Salvini, sia “su iniziativa” degli stessi artisti. Come quella volta in cui Fabrizio De André decise di riunire amici/addetti ai lavori a cena nella sua casa di Milano per far gustare loro un’orata al sale da lui stesso cucinata. Era il periodo di Anime Salve, album pubblicato nel 1996 con Ivano Fossati.
E poi Gino Paoli, Enzo Jannacci, Edoardo Bennato, Sergio Endrigo, Renzo Arbore e la sua trasmissione cult DOC (e non solo) o la figura di Andrea Lo Vecchio, spesso trascurata, perché come cantante non ebbe particolare successo, ma come autore scrisse brani importanti (come ad esempio Luci a San Siro di Roberto Vecchioni).
Era un’altra epoca, le problematiche erano differenti ed erano figlie di quei tempi… ma soprattutto Non erano solo canzonette.