Ma chi vuoi che se li ricordi i Not Moving. Invece…
Invece.
Invece prendi a caso un attendibile volume sulla storia del rock di casa nostra, il Dizionario completo della canzone italiana di Enrico Deregibus (Giunti), e i Not Moving ce li trovi. E scopri anche quanta storia c’è in questa longeva formazione che non sarà popolare come i Litfiba, influente come gli Afterhours, mistica come i CSI o seduttiva come i Marlene Kuntz, ma ha lavorato nel sottobosco nostrano come poche. Sin dal 1981, raccogliendo un credito notevole, da imbattibile cult band.
Se dovessimo ritagliare dei ruoli definiti nei quali inserire una band, i Not Moving sarebbero i più alti rappresentanti di quell’area post-punk che si è mossa spedita e decisa verso ambienti blues più tenebrosi: ambasciatori dello psycho-blues che prende dalla tradizione afroamericana l’intenzione ipnotica e magica, e dal punk l’immediatezza e l’irruenza. E questa visione vale ancora oggi, a quasi quarant’anni di carriera, con l’uscita dell’EP per Area Pirata Not Moving L.T.D..
Anzi, a ben guardare è l’intera sigla che cambia, e la band piacentina – divenuta quartetto: accanto a Lilith, TonyFace e Dome arriva Iride Volpi – diventa per intero Not Moving L.T.D.. Dopo la reunion dal vivo del 2006, i tre membri storici hanno deciso di rivedersi e questo mini album è il primo passo di un nuovo percorso che si auspica completato da un disco intero. Oggi troviamo da una parte l’inevitabile presenza di due classici rivisitati dal nuovo organico (Suicide Temple, da Sinnermen del 1986; Spider dall’EP del 1987 Jesus Loves His Children) e un inedito che anticipa l’album che verrà. Lady Wine è un fangoso e incisivo punk-blues: tonalità scure e plumbee, con i Not Moving inconfondibili come sempre. Li attendiamo sulla lunga durata.
Invece.
Invece prendi a caso un attendibile volume sulla storia del rock di casa nostra, il Dizionario completo della canzone italiana di Enrico Deregibus (Giunti), e i Not Moving ce li trovi. E scopri anche quanta storia c’è in questa longeva formazione che non sarà popolare come i Litfiba, influente come gli Afterhours, mistica come i CSI o seduttiva come i Marlene Kuntz, ma ha lavorato nel sottobosco nostrano come poche. Sin dal 1981, raccogliendo un credito notevole, da imbattibile cult band.
Se dovessimo ritagliare dei ruoli definiti nei quali inserire una band, i Not Moving sarebbero i più alti rappresentanti di quell’area post-punk che si è mossa spedita e decisa verso ambienti blues più tenebrosi: ambasciatori dello psycho-blues che prende dalla tradizione afroamericana l’intenzione ipnotica e magica, e dal punk l’immediatezza e l’irruenza. E questa visione vale ancora oggi, a quasi quarant’anni di carriera, con l’uscita dell’EP per Area Pirata Not Moving L.T.D..
Anzi, a ben guardare è l’intera sigla che cambia, e la band piacentina – divenuta quartetto: accanto a Lilith, TonyFace e Dome arriva Iride Volpi – diventa per intero Not Moving L.T.D.. Dopo la reunion dal vivo del 2006, i tre membri storici hanno deciso di rivedersi e questo mini album è il primo passo di un nuovo percorso che si auspica completato da un disco intero. Oggi troviamo da una parte l’inevitabile presenza di due classici rivisitati dal nuovo organico (Suicide Temple, da Sinnermen del 1986; Spider dall’EP del 1987 Jesus Loves His Children) e un inedito che anticipa l’album che verrà. Lady Wine è un fangoso e incisivo punk-blues: tonalità scure e plumbee, con i Not Moving inconfondibili come sempre. Li attendiamo sulla lunga durata.
