L’amore alberga nelle sue molteplici declinazioni nei dodici piani dell’Earth Hotel.
E lui si incarna con la sua proverbiale poesia in varie figure di coloro che frequentano quel luogo con le loro riflessioni, i loro pensieri, la loro vita. Lui, ovviamente, è Paolo Benvegnù.
Il cantautore milanese torna dunque tre anni dopo Hermann con dodici brani registrati in Italia e mixati in Slovenia da Michele Pazzaglia.
Nemmeno il tempo di iniziare, eppure “è ancora un altro giorno di stupore sperimentale” quello vissuto nella generale tranquillità del brano d’apertura, Nello Spazio Profondo. Poi “esiste un nuovo ordine nel caos” secondo quanto dichiarato nello spoken word di Nuovosonettomaoista, mentre sorprende la ballad in inglese Life, soprattutto per la tonalità scelta dal cantautore che risulta più alta del solito. Complete con tanto di inserimenti orchestrali sono poi La Nuova Innocenza o Divisionisti, differentemente dalla più ritmata ed elettronica Piccola pornografia urbana. E per quanto Paolo Benvegnù mantenga sempre intatto e costante il suo vigore vocale, non manca la contrapposizione con semplici suggestioni dettate da un’interrogativa retorica che presuppone risposta affermativa nella soffice Orlando (“Cos’è la vita, se non amarsi?”) o da una più semplice presa di coscienza nella conclusiva Sempiterni sguardi e primati (“Come sai ora ho molte più domande”).
Musicalmente l’amore risiede in tutte le sue forme nei piani che diventano subito dodici stanze di dodici diversi hotel, posti, paesi… E anche le voci delle varie camere sparse si adattano perfettamente ad altri luoghi, all’interno dei quali Paolo Benvegnù si muove tra avvolgenti solitudini che man mano confluiscono nella ricerca del conforto, dell’abbraccio o anche del semplice contatto.
Sicuramente non tutto è così diretto e immediato al primo ascolto.
Ma è anche vero che non è semplice riunire tutto in un unico hotel in modo da “scalare i vari piani”, proprio come ha fatto un artista sempre inconfondibilmente Cantautore.
E lui si incarna con la sua proverbiale poesia in varie figure di coloro che frequentano quel luogo con le loro riflessioni, i loro pensieri, la loro vita. Lui, ovviamente, è Paolo Benvegnù.
Il cantautore milanese torna dunque tre anni dopo Hermann con dodici brani registrati in Italia e mixati in Slovenia da Michele Pazzaglia.
Nemmeno il tempo di iniziare, eppure “è ancora un altro giorno di stupore sperimentale” quello vissuto nella generale tranquillità del brano d’apertura, Nello Spazio Profondo. Poi “esiste un nuovo ordine nel caos” secondo quanto dichiarato nello spoken word di Nuovosonettomaoista, mentre sorprende la ballad in inglese Life, soprattutto per la tonalità scelta dal cantautore che risulta più alta del solito. Complete con tanto di inserimenti orchestrali sono poi La Nuova Innocenza o Divisionisti, differentemente dalla più ritmata ed elettronica Piccola pornografia urbana. E per quanto Paolo Benvegnù mantenga sempre intatto e costante il suo vigore vocale, non manca la contrapposizione con semplici suggestioni dettate da un’interrogativa retorica che presuppone risposta affermativa nella soffice Orlando (“Cos’è la vita, se non amarsi?”) o da una più semplice presa di coscienza nella conclusiva Sempiterni sguardi e primati (“Come sai ora ho molte più domande”).
Musicalmente l’amore risiede in tutte le sue forme nei piani che diventano subito dodici stanze di dodici diversi hotel, posti, paesi… E anche le voci delle varie camere sparse si adattano perfettamente ad altri luoghi, all’interno dei quali Paolo Benvegnù si muove tra avvolgenti solitudini che man mano confluiscono nella ricerca del conforto, dell’abbraccio o anche del semplice contatto.
Sicuramente non tutto è così diretto e immediato al primo ascolto.
Ma è anche vero che non è semplice riunire tutto in un unico hotel in modo da “scalare i vari piani”, proprio come ha fatto un artista sempre inconfondibilmente Cantautore.