Blu, Nero, Bianco, Rosso e Verde sono i cinque brani che compongono il primo vero album dei Plunk Extend. Il loro Prisma riflette la luce su un art rock che permette di scorgere anche elementi pop.
Dopo alcuni cambi di formazione e tanto rock inglese dal 2006 in poi, nel 2012 il gruppo decide di virare sull’italiano e per questo motivo pubblica l’anno successivo Marvellous Kaleidoscope Rollercoaster, EP lo-fi con i primi brani nella loro lingua madre. E man mano il loro percorso inizia a definirsi nel nuovo lavoro, Prisma appunto.
Dalle cinque tavolozze, ognuna appartenente ai cinque membri della band, sono nati i pezzi, a partire dalla leggera Blu che parte semplice con voce e chitarra, prima di sfociare nel suo pop. Nero appare più varia, sebbene le singole parti di cui è composta siano alquanto nette, e Bianco un po’ alla volta cresce, così come la conclusiva Verde. Non sempre sono scontati gli schemi tra un brano e l’altro e si distingue ulteriormente un pezzo come Rosso, scelto non a caso come singolo di lancio: la tensione rimane sempre viva, la svolta sembra dover partire da qui, qualcosa può succedere da un momento all’altro; il brano è costruito su un riff di chitarra che si ripete all’inizio e alla fine, e su una parte centrale in cui la melodia rimane strutturata, ma si trascina in modo “sofferto quanto basta”.
Le cinque tavolozze dei Plunk Extend sono differenti e, nonostante i titoli, i brani non sono monocromatici, ma compongono un Prisma che in futuro può riflettere più colori in maniera sempre più particolareggiata.
Dopo alcuni cambi di formazione e tanto rock inglese dal 2006 in poi, nel 2012 il gruppo decide di virare sull’italiano e per questo motivo pubblica l’anno successivo Marvellous Kaleidoscope Rollercoaster, EP lo-fi con i primi brani nella loro lingua madre. E man mano il loro percorso inizia a definirsi nel nuovo lavoro, Prisma appunto.
Dalle cinque tavolozze, ognuna appartenente ai cinque membri della band, sono nati i pezzi, a partire dalla leggera Blu che parte semplice con voce e chitarra, prima di sfociare nel suo pop. Nero appare più varia, sebbene le singole parti di cui è composta siano alquanto nette, e Bianco un po’ alla volta cresce, così come la conclusiva Verde. Non sempre sono scontati gli schemi tra un brano e l’altro e si distingue ulteriormente un pezzo come Rosso, scelto non a caso come singolo di lancio: la tensione rimane sempre viva, la svolta sembra dover partire da qui, qualcosa può succedere da un momento all’altro; il brano è costruito su un riff di chitarra che si ripete all’inizio e alla fine, e su una parte centrale in cui la melodia rimane strutturata, ma si trascina in modo “sofferto quanto basta”.
Le cinque tavolozze dei Plunk Extend sono differenti e, nonostante i titoli, i brani non sono monocromatici, ma compongono un Prisma che in futuro può riflettere più colori in maniera sempre più particolareggiata.