03/06/2022

June Of 44, l’ultima data del tour italiano in apertura della decima edizione di Disorder.

Ultima data del tour italiano per i June Of 44: la storica band post-rock ha aperto ieri la decima edizione di Disorder., il festival punto di riferimento della cultura indipendente, quest’anno per la prima volta a Paestum (SA)

June Of 44 - 02/06/2022 @ Paestum (SA), Disorder. (Foto di Pietro Previti)

June Of 44 – 02/06/2022 @ Paestum (SA), Disorder. (Foto di Pietro Previti)

A Louisville non c’è il mare. 

A Paestum è alle spalle del palco. Lo incornicia in orizzontale. Balsamo pomeridiano per il pubblico in spiaggia, incombente ombra silenziosa di sera, il Tirreno sembra voler assorbire gli spigoli, le urgenze, gli scatti serrati dei June Of 44. 

È l’ultima data del loro mini tour italiano aperto a Bologna il 25 maggio, prima serata del Disorder., giunto alla decima edizione e molto atteso grazie ai nomi in cartellone (C’mon Tigre, Al Doum & the Faryds, Cemento Atlantico, Go Dugong etc.), e anche alla pausa di due anni. 

I June Of 44 sono il nome di spicco dell’edizione 2022, e pour cause. Non è solo il carisma a fare la differenza ma anche lo strascico della storia, che comporta nuove valutazioni, verifiche, ascolti meditati. Il post-rock ha avuto in sé la consapevolezza del tempo e del mutamento. Il passato alle spalle, il concetto di musica del “dopo” (nominazione tanto efficace quanto assai generica e accogliente), il futuro prossimo ad essere colto. Questo senso ampio aveva la sua ragion d’essere all’epoca, nel suo accadere. Ora a quasi un trentennio dall’inquadramento del fenomeno da parte di Simon Reynolds, resta una proposta consolidata, svincolata dalla pressione cronologica. E i June Of 44 hanno mostrato la qualità, la sostanza, il senso di una svolta storica. 

Aperti dallo scialbo indie-rock dei Kairo e dal flusso kraut-noise ad alto tasso chitarristico dei Tiger! Shit! Tiger! Tiger!, Jeff Mueller, Sean Meadows, Fred Erskine e Doug Scharin hanno offerto un set intenso, senza fronzoli, rappresentativo della loro discografia succinta e proprio per questo densa, con un occhio di riguardo al gioiello Four Great Points. Una sorta di cangiante e umorale macchia strumentale tutta dipanata negli intrecci chitarristici, nella quale il canto di Mueller è una concessione espressiva, un equilibrio misterioso tra il pathos e il distacco. A proposito di distacco, ascoltare a tanti anni di distanza i June Of 44 ci fa comprendere anche l’utilità di certe provenienze culturali: pensiamo a quanto la materia postcore abbia contato nell’elaborazione della furia, a quanto la curiosità verso il jazz di frontiera sia stato un trampolino di lancio per nuove esplorazioni. Da questo punto di vista è nel contributo di Scharin, batterista fisico, mentale e molto presente, che si trova una possibile chiave di ascolto. 

La techno-motorik degli austriaci Elektro Guzzi, partiti in quarta subito dopo i saluti dei quattro di Louisville, ha riconnesso al presente profondo e pulsante la notte cilentana. 

Setlist:

1. Does Your Heart Beat Slower (da Four Great Points)

2. Of Information and Belief (da Four Great Points) 

3. Anisette (da Tropics And Meridians) 

4. Have a Safe Trip, Dear (da Engine Takes to the Water)

5. Cut Your Face (da Four Great Points) 

6. I Get My Kicks for You (da Engine Takes to the Water) 

7. June Miller (da Engine Takes to the Water) 

8. Mooch (da Engine Takes to the Water) 

9. Doomsday (da Four Great Points) 

10. June Leaf (da Tropics And Meridians) 

11. ReRecorded Syntax (da Anahata) 

12. Cardiac Atlas (da Anahata) 

13. No Escape, Levitate (da Revisionist)

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