31/05/2015

Rosario Di Rosa Trio

Quando l’improvvisazione del jazz incontra la musica colta contemporanea…
Steve Reich nel suo saggio del ’68 Musica come un processo graduale scriveva: “Nella musica seriale, la serie è raramente udibile […]. Mi interessa un processo compositivo che sia tutt’uno con la realtà sonora”. Questa e molte altre lezioni sono alla base di Pop Corn Reflections, nuovo album del pianista jazz e compositore Rosario Di Rosa.
 
Tutto nasce quando Di Rosa, da sempre attento a cogliere e intascare le più disparate influenze, si avvicina allo studio della classica, finendo per confrontarsi con i compositori di musica colta contemporanea. Decide quindi, insieme al contrabbassista Paolo Dassi e al batterista Riccardo Tosi – qui entrambi anche all’elettronica – di provare delle sperimentazioni seguendo criteri simili, traendo appunto ispirazione dai compositori del Novecento e del minimalismo.
Potremmo definire Pop Corn Reflections come una sorta di laboratorio, nel quale Di Rosa e il suo trio isolano e analizzano alcuni aspetti della composizione musicale, partendo da cellule anche brevissime e cercando di sviluppare, attraverso l’improvvisazione, elementi diversi in ogni brano, creando strutture o scomponendole, sempre seguendo una gradualità che permetta di cogliere l’evoluzione dei pezzi.
È così che Pattern N.74 – Serie parte da due brevissimi pattern affidati alle corde smorzate del pianoforte e al contrabbasso, lavorati con spunti ritmici. Steve Reich Reflection è fondato invece sull’apparente dialogo che si crea tra due pianoforti: uno preregistrato prosegue imperterrito nel suo moto ostinato, l’altro gli scorre sopra, costruendo armonie e creando l’illusione di sue variazioni e cambiamenti sul leggerissimo pulsare di contrabbasso e batteria. Dopo Spring N.35, uno dei brani più accessibili con il suo tema di piano che si stende dolcemente, un altro piccolo omaggio a Reich (e alla sua Clapping Music) è contenuto in Pattern N.1 – Arpeggi principalmente basato, come suggerisce il nome, sugli arpeggi di un pianoforte, che gioca con gli effetti provocati dai suoi cambiamenti ritmici sulla base regolare della batteria e del contrabbasso. La scelta inusuale di utilizzare l’arco con il contrabbasso viene ripetuta anche in Hattori Hanzo Reflection che, richiamandosi al nome del condottiero giapponese, parte da un andamento marziale per poi evolversi verso una melodia dal carattere opposto.
Al canone pianoforte-contrabbasso di Canon On The Beach segue l’ennesimo riferimento diretto alla musica del Novecento in Variation On Schoenberg’s Klavierstucke Op.19 N.2, che consiste in una manipolazione della seconda delle sei celebri composizioni dell’austriaco.
La conclusione del disco germoglia da una nuova estensione dell’idea contenuta nel brano iniziale, con Dance Before It’s Too Late/ Pattern N.74 – Serie.
 
Nonostante le premesse, Pop Corn Reflections non risulta essere un album così ostico, soprattutto grazie alla sua caratteristica di essere godibile a diversi livelli. Del resto il titolo scelto e la scimmia che occhieggia dalla copertina sembrano proprio messi lì a tranquillizzare l’ascoltatore, invitandolo a superare gli indugi che il concetto di fondo potrebbe creare. Ciò non toglie che per godere appieno del lavoro del trio Di Rosa è necessaria una grande dose di attenzione. Consigliato agli amanti della musica contemporanea e/o del jazz nelle sue declinazioni più particolari.
 
Chi fosse interessato a sentire il trio dal vivo, potrà farlo sabato 9 maggio al Teatro Sala Fontana di Milano, durante il Nau Jazz Day, serata inaugurale dell’Ah-Um Jazz Festival.
 

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