Il suffisso –stan, che indica la denominazione ‘nazione’, ha origine sanscrite e significa ‘luogo, casa’. Sonoristan, quindi, non è solo la nazione dei suoni, ma più propriamente la casa dei suoni. Un’accezione che si perde nella notte dei tempi e la cui antica radice si pone sottilmente in contraddizione con accezioni politiche contemporanee. La casa dei suoni vuole essere un luogo dove i suoni sconfiggono le barriere etniche, politiche e culturali e convivono mantenendo le loro peculiarità in questo disco firmato da Riccardo Onori.
Lo storico chitarrista di Jovanotti si mette in gioco con il suo primo esperimento solista e lo fa con un messaggio forte e delicato e dalle sonorità non immediatamente fruibili.
Lo fa con 10 tracce, e 11 collaboratori, come se Sonoristan fosse una raffinata jam session in cui il verbo abitare può diventare transitivo, e allora musicisti e ascoltatori possono lasciarsi abitare dai suoni e dai luoghi.
Sonoristan si apre con Nemo, un bolero in crescendo, strumentale, insieme al primo abitante di questa lunga jam, il clarinettista Dan Kinzelman. Nemo si presenta un po’ come la traccia zero, con la sua atmosfera classica ed eterea, e le sue dinamiche che preparano l’ascoltatore all’eterogeneità delle sonorità, dei colori, delle lingue e delle scosse emotive. Ad abitare Sonoristan ci sono anche Gianluca Petrella, Sabina Sciubba, voce nei Brazilian Girls, Hindi Zahra, Dan Kinzelman, Ruben Chaviano, Dimitri Espinosa, Mudimbi, Mohamed Azizi, Ahmed Ag Keady, GRINTV e Ziad Trambelsi. L’album ha trovato a sua volta casa grazie alla BC LINE, una costola della storica etichetta fiorentina Black Candy Records, nata al fine di scoprire nuove e ricercate sonorità.
Ad un primo ascolto Sonoristan può sembrare un minestrone di generi di cui non si coglie facilmente la continuità. C’è posto per tutto e per tutti, ma con stile. C’è spazio per sonorità carnali e momenti più intimi, come la ballata strumentale che Onori ha sempre eseguito sul palco senza avergli mai dato un nome e che ora si chiama Quindi? Perché? Perché si!
Ci sono l’oriente e l’occidente, ci sono sonorità impegnate e raffinate e c’è il rap del poco più che ventenne Pietro Matteo Grigio in arte GRINTV. C’è l’incalzante afrobeat di Afro + Cobalto e il mantra meditativo di Imidiwen, da cui tutto ha avuto inizio. La collaborazione con Ahmed Ag Keady è stata fondamentale per Onori nel concepire la ricchezza della diversità, di cui questo lavoro è portatore sano. E poi arriva la title track, Sonoristan, che ne è l’emblema più immediato. Un rapper giovane e italiano rappa sul tema della diversità e lo strumentista di origini tunisine Ziad Trambelsi guida il ritornello con voce più fiera e consapevole.
Sonoristan non è un disco polemico, o politicamente impegnato, Sonoristan è provocatorio, con amore. L’amore per i suoni raffinati, per la presenza, per la verità, per le belle storie, per la trascendenza che l’occidente deve ancora imparare, ma soprattutto per la musica, quel luogo dove tutti possono incontrarsi e insegnarsi qualcosa.
Lo storico chitarrista di Jovanotti si mette in gioco con il suo primo esperimento solista e lo fa con un messaggio forte e delicato e dalle sonorità non immediatamente fruibili.
Lo fa con 10 tracce, e 11 collaboratori, come se Sonoristan fosse una raffinata jam session in cui il verbo abitare può diventare transitivo, e allora musicisti e ascoltatori possono lasciarsi abitare dai suoni e dai luoghi.
Sonoristan si apre con Nemo, un bolero in crescendo, strumentale, insieme al primo abitante di questa lunga jam, il clarinettista Dan Kinzelman. Nemo si presenta un po’ come la traccia zero, con la sua atmosfera classica ed eterea, e le sue dinamiche che preparano l’ascoltatore all’eterogeneità delle sonorità, dei colori, delle lingue e delle scosse emotive. Ad abitare Sonoristan ci sono anche Gianluca Petrella, Sabina Sciubba, voce nei Brazilian Girls, Hindi Zahra, Dan Kinzelman, Ruben Chaviano, Dimitri Espinosa, Mudimbi, Mohamed Azizi, Ahmed Ag Keady, GRINTV e Ziad Trambelsi. L’album ha trovato a sua volta casa grazie alla BC LINE, una costola della storica etichetta fiorentina Black Candy Records, nata al fine di scoprire nuove e ricercate sonorità.
Ad un primo ascolto Sonoristan può sembrare un minestrone di generi di cui non si coglie facilmente la continuità. C’è posto per tutto e per tutti, ma con stile. C’è spazio per sonorità carnali e momenti più intimi, come la ballata strumentale che Onori ha sempre eseguito sul palco senza avergli mai dato un nome e che ora si chiama Quindi? Perché? Perché si!
Ci sono l’oriente e l’occidente, ci sono sonorità impegnate e raffinate e c’è il rap del poco più che ventenne Pietro Matteo Grigio in arte GRINTV. C’è l’incalzante afrobeat di Afro + Cobalto e il mantra meditativo di Imidiwen, da cui tutto ha avuto inizio. La collaborazione con Ahmed Ag Keady è stata fondamentale per Onori nel concepire la ricchezza della diversità, di cui questo lavoro è portatore sano. E poi arriva la title track, Sonoristan, che ne è l’emblema più immediato. Un rapper giovane e italiano rappa sul tema della diversità e lo strumentista di origini tunisine Ziad Trambelsi guida il ritornello con voce più fiera e consapevole.
Sonoristan non è un disco polemico, o politicamente impegnato, Sonoristan è provocatorio, con amore. L’amore per i suoni raffinati, per la presenza, per la verità, per le belle storie, per la trascendenza che l’occidente deve ancora imparare, ma soprattutto per la musica, quel luogo dove tutti possono incontrarsi e insegnarsi qualcosa.