Stefano Vergani si ripresenta “da solo”. Stavolta non c’è l’Orchestrina Pontiroli, poi diventata Orchestrina Acapulco, sebbene suonino sempre con lui Luca Butturini (chitarre) e Felice Cosmo (pianoforte e melodica), che seguono il cantautore sin dai suoi esordi. Una sorta di nuovo inizio per raccontare in maniera semplice storie in cui si intersecano “invidia, gelosia, eros e amore, per passare poi alla solitudine e alla ricerca di aiuto”.
La relazione tra i vari elementi dei dieci brani di Applausi a prescindere va ricercata in un’atmosfera festosa di fondo, unita ad alcune considerazioni malinconicamente sarcastiche. Ottimo esempio da questo punto di vista è già la prima traccia sin dal titolo, Guardare le stelle non è come leggere il giornale. In Regina il ritmo conviviale “da luogo che propone musica dal vivo” avvolge la disperazione del protagonista del brano, un uomo distrutto e triste, che ha perso la sua amata, una spogliarellista. E l’amore viene poi raccontato anche nella riflessiva e conciliante Su tutto quello che non sei, ma anche nella sofferenza del sentimento mai confessato di La bacerò sul viso e soprattutto nella dolcezza di Dove sei finito.
Due facce non per forza della stessa medaglia. Due modi di esprimersi non necessariamente complementari. L’ironia e l’amore. L’amore e la solitudine… E non finisce qui.
Il titolo anticipa già lo scenario di Piccola storia volgare, un brano sulla pochezza di certi sentimenti che emergono in determinate convivenze o matrimoni, ma che magari in un futuro non lontano non caratterizzeranno più certe vite di tutti i giorni. L’estate da vivere godendosela fino allo sfinimento è invece il tema di Un’estate all’ombra, in un crescendo trionfale di frittura, vino bianco, grappa al sole e una batteria scandita nella strofa e decisiva nel ritornello.
Sempre rauca e trascinata è la voce di Stefano Vergani, “solo” con le sue storie e in compagnia dei personaggi autentici che le animano. Personaggio principale o interprete secondario. Narratore o semplice comparsa. Due facce uguali e diverse di Stefano Vergani.
La relazione tra i vari elementi dei dieci brani di Applausi a prescindere va ricercata in un’atmosfera festosa di fondo, unita ad alcune considerazioni malinconicamente sarcastiche. Ottimo esempio da questo punto di vista è già la prima traccia sin dal titolo, Guardare le stelle non è come leggere il giornale. In Regina il ritmo conviviale “da luogo che propone musica dal vivo” avvolge la disperazione del protagonista del brano, un uomo distrutto e triste, che ha perso la sua amata, una spogliarellista. E l’amore viene poi raccontato anche nella riflessiva e conciliante Su tutto quello che non sei, ma anche nella sofferenza del sentimento mai confessato di La bacerò sul viso e soprattutto nella dolcezza di Dove sei finito.
Due facce non per forza della stessa medaglia. Due modi di esprimersi non necessariamente complementari. L’ironia e l’amore. L’amore e la solitudine… E non finisce qui.
Il titolo anticipa già lo scenario di Piccola storia volgare, un brano sulla pochezza di certi sentimenti che emergono in determinate convivenze o matrimoni, ma che magari in un futuro non lontano non caratterizzeranno più certe vite di tutti i giorni. L’estate da vivere godendosela fino allo sfinimento è invece il tema di Un’estate all’ombra, in un crescendo trionfale di frittura, vino bianco, grappa al sole e una batteria scandita nella strofa e decisiva nel ritornello.
Sempre rauca e trascinata è la voce di Stefano Vergani, “solo” con le sue storie e in compagnia dei personaggi autentici che le animano. Personaggio principale o interprete secondario. Narratore o semplice comparsa. Due facce uguali e diverse di Stefano Vergani.
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