Chiaro il richiamo agli spazi immensi percorsi liberamente dai Sigur Rós. Al primo passaggio non può non essere così per We Are Trees, disco d’esordio dei Sunneva o, se si preferisce, di Sunneva, visto che si tratta di una creatura nordica “femmina, madre ed amante, sensuale, complessa ed incomprensibile eppure saggia ed antica”. A dare vita alla donna presente anche come personaggio secondario in Chiarori, libro di Göran Tunström, sono i napoletani Stefano Pellone (voce, giocattoli, ukulele, nonché autore dei brani), Massimo Manzo (chitarra, guitalele), Michele Bifari (batterie), Francesco Bordo (chitarra, voce) e Claudio Manzo (basso). Il disco è stato registrato al Godfather Studio di Napoli nel 2013 grazie al fondamentale apporto di musicisti provenienti da diverse scene musicali: jazz – Jack D’Amico, Ron Grieco, Marco Castaldo, indie – Luca di Maio (Insula Dulcamara), elettronica – Fabrizio Somma (K-conjog) e altri ancora.
Da Napoli all’Islanda, dunque, in bilico tra folk ed elettronica senza perdere per strada un’andatura rock. Sunneva si trova perfettamente a suo agio nella natura e parte proprio da lì il suo cammino silente, lungo un sentiero di suoni naturali che si incontrano con mondi nuovi, a partire da quello dei giocattoli.
Il percorso è suggestivo nelle flemmatiche Flames ed Empty, martellante ed elettronico (con tanto di “pausa” nel mezzo) in Embrace, controllato in Invincible, regolare in New year’s day (con finale “in itinere”).
Gli spazi si ampliano sempre di più e le atmosfere si possono intersecare tra loro o si possono moltiplicare senza generare accozzaglie di sensazioni ordinate senza un criterio o un ordine logico.
Perché Sunneva intanto può viaggiare in maniera più che discreta anche solo con la mente, partendo da alcuni punti fermi o quantomeno da uno solo, al momento essenziale: We Are Trees.
Da Napoli all’Islanda, dunque, in bilico tra folk ed elettronica senza perdere per strada un’andatura rock. Sunneva si trova perfettamente a suo agio nella natura e parte proprio da lì il suo cammino silente, lungo un sentiero di suoni naturali che si incontrano con mondi nuovi, a partire da quello dei giocattoli.
Il percorso è suggestivo nelle flemmatiche Flames ed Empty, martellante ed elettronico (con tanto di “pausa” nel mezzo) in Embrace, controllato in Invincible, regolare in New year’s day (con finale “in itinere”).
Gli spazi si ampliano sempre di più e le atmosfere si possono intersecare tra loro o si possono moltiplicare senza generare accozzaglie di sensazioni ordinate senza un criterio o un ordine logico.
Perché Sunneva intanto può viaggiare in maniera più che discreta anche solo con la mente, partendo da alcuni punti fermi o quantomeno da uno solo, al momento essenziale: We Are Trees.