10/11/2019

“Tempo di Chet”: Paolo Fresu omaggia Chet Baker

Il trio del trombettista porta in scena un concerto dedicato ad uno dei protagonisti più controversi del ventesimo secolo
Giunto quest’anno alla sua quarta edizione, JazzMi, fiore all’occhiello per la città di Milano, è già diventato un punto di riferimento a livello internazionale per gli amanti del jazz, per i musicisti e per gli addetti ai lavori. Dopo l’apertura della prima serata affidata alla leggenda della musica Herbie Hancock, anche quest’anno il festival ideato e prodotto da Triennale Milano Teatro e Ponderosa Music & Art racconta il jazz in tutte le sue declinazioni, con un ricco calendario di concerti live, appuntamenti e incontri sparsi per la città.
 
Ieri sera, il palco dell’Auditorium di Milano ha ospitato il trio di Paolo Fresu, che ha portato in scena la versione concerto del progetto teatral-musicale Tempo di Chet – La versione di Chet Baker. Accompagnato da Dino Rubino al pianoforte e Marco Bardoscia al contrabbasso, il trombettista ha reso omaggio ad uno dei personaggi più intensi e controversi della musica del ‘900, uno spettacolo che è stato “la messa a nudo del cuore di Chet”, un concerto in cui è stato più volte sottolineato quanto la sregolatezza e gli eccessi dell’uomo si esprimessero in musica attraverso un rigore formale tanto logico e preciso.
Non potevano che essere le note di My Funny Valentine ad aprire la serata, uno standard quasi immancabile nei live di Baker, seguito da una scaletta arricchita dalle composizioni originali che Fresu e i suoi compagni di viaggio hanno scritto appositamente per lo spettacolo teatrale che hanno portato, con successo, sui palchi di tutta Italia, come Chat To Chet e Hotel universo, brani ispirati alle diverse fasi della vita di Chet, disordinata e incostante, un percorso di suoni meravigliosi e sofferenti che le tre voci dei protagonisti hanno restituito con maestria strumentale e grazia interpretativa.
A chiudere il concerto, i fraseggi di Paolo Fresu che avvolgono la voce delicata e originale di Chet, un regalo che il trombettista fa prima a se stesso e poi alla platea dell’Auditorium.
La serata si è conclusa con la proiezione di Chet Is Back. Chet Baker in Italia, introdotto dal regista Nello Correale, un docufilm che racconta gli anni del musicista in Italia, dentro e fuori dalle prigioni, la sua vita romanzesca che l’ha consacrato a mito, con gli interventi e le interviste dei più grandi nomi del panorama jazz italiano.
Quello di Chet Baker è il grido più struggente del ventesimo secolo, tuttavia la sua musica è l’eredità più preziosa che potesse lasciarci, la traduzione in note, dolci e malinconiche, di un eterno messaggio di speranza.
 
 

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