15/07/2015

Veloso & Gil

Una grande amicizia, una lunga storia. Due leggende della MPB, insieme l’11 luglio, sul palco di Villa Arconati per festeggiare mezzo secolo di amicizia e musica

Il sole sta per tramontare sui giardini di Villa Arconati, l’elegantissima residenza settecentesca che anche quest’anno ospita il Music Festival. Al contrario, pare non tramontare mai il mito di due voci storiche del Brasile che qui fanno tappa per il loro tour 2015, quello che Caetano Veloso e Gilberto Gil hanno fortemente voluto per festeggiare 50 anni di amicizia e sodalizio musicale.
 
I due eroi del Tropicalismo tornano in Italia dopo undici anni per regalare al pubblico nostrano un ulteriore, delizioso assaggio della loro arte. Entrambi 73enni (Caetano li compirà il prossimo 7 agosto), entrambi tonici, entrambi con voci ancora infallibili, sul palco, insieme al loro indistinguibile jeito manso (la tipica tranquillità brasiliana), portano semplicemente due chitarre acustiche e i loro sorrisi complici. Il sunset sulle note di Coracao vagabundo rende ancor più suggestivo il clima elegante, raffinato e nostalgico come la soudade che vibra fra le armonizzazioni delle voci  e le corde delle chitarre di Caetano e Gilberto. Il primo, con espressione da intellettuale, guarda verso il cielo, il secondo con gli occhi chiusi, pizzica la chitarra con la ritmica afro che lo contraddistingue. Poi Caetano diventa protagonista; la sua performance culmina al crepuscolo con l’esecuzione della ballata Terra, tanto cara al pubblico che ne rimane definitivamente rapito. Dal gusto più internazionale e dal ritmo più incalzante è Nine Out Of Ten, un richiamo all’influenza beat che ha caratterizzato l’evoluzione artistica dei due musicisti, ai quali il gusto per l’avanguardia e le decise prese di posizione politiche sono costate l’esilio a Londra.
 
Alla dolcezza della vocalità di Caetano si alterna con perfetto equilibrio il talento più carnale di Gil che con Não tenho medo da morte, cantata a cappella e battendo il ritmo con i polpastrelli sulla cassa armonica della chitarra, lascia tutti senza fiato. Gli spettatori, entusiasti, si lasciano cullare tra i classici Desde que o samba è samba e Toda menina bahiana, per poi scatenarsi sulle note di Espresso 222 in cui Gilberto Gil coinvolge tutti con giochi vocali dal sapore primordiale.
 
Non solo un concerto dunque ma una grande festa, sopra e sotto il palco: i due “tropicalisti” ancora una volta hanno saputo deliziare un pubblico che ha sempre più bisogno di respirare storia ed esotismo.

 

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