(Foto Cecchetti)
Appena arriva sembra già pronto per i live con il suo cappello molto vissuto, proveniente da una bottega artigianale di Los Angeles e usato anche nel film Gangs of New York di Martin Scorsese. In realtà nella tarda mattinata di ieri, 18 novembre, si è presentato così presso l’Area Pergolesi di Milano, per promuovere i dieci live in Italia che anticiperanno il suo tour mondiale.
Stiamo parlando di Zucchero.
I concerti del 16, 17, 18, 20, 21, 23, 24, 25, 27 e 28 settembre saranno dunque gli unici appuntamenti del 2016 per ascoltare l’artista nel nostro Paese (i biglietti sono già disponibili sui circuiti TicketOne e nelle prevendite abituali). La location di queste dieci tappe è una sola: l’Arena di Verona, quella che Zucchero stesso definisce «uno dei più bei posti al mondo per fare musica».
Tali occasioni saranno importanti anche per presentare il nuovo album. Nel corso della chiacchierata con i giornalisti, infatti, l’artista ha spiegato che oggi stesso sarebbe partito per New Orleans al fine di completare le registrazioni del nuovo disco, al quale sta lavorando già da un anno. Non sono molte le anticipazioni in merito: si sa solo che tre produttori «difficili da avere» forniranno insieme il loro contributo alla causa e che l’album tornerà un po’ alle atmosfere di Oro, incenso e birra, disco del 1989 che ha venduto circa otto milioni di copie nel mondo.
«Sentivo la necessità di tornare a quel tipo di sonorità che mi hanno permesso di dare uno slancio importante alla mia carriera – spiega Zucchero. – Per cui diciamo che non è stato facile tornare indietro, cercare di ritrovare lo spirito spontaneo di allora e adattarsi a quel tipo di musica e a quel tipo di suono. Allora c’era più libertà, spontaneità e meno paura, essendo più all’inizio».
L’ultimo album di inediti era Chocabeck del 2010 e poi nel 2012 c’è stata la parentesi de La sésion cubana e ancora il cd e dvd live Una rosa blanca dell’anno successivo. Un nuovo cambio dal punto di vista musicale dunque per Zucchero, poiché dice: «Non riesco a fare lo stesso album rinnovato». E i risultati in termini di vendita gli hanno sempre dato ragione, dal momento che in carriera i dischi venduti nel mondo sono circa sessanta milioni.
Benché si scherzi anche tra una domanda e l’altra, i fatti di Parigi dello scorso 13 novembre non possono essere ignorati: «Non c’è molto da stare allegri, mi perdonerete se faccio “l’asino” e provo a sdrammatizzare – dichiara l’artista. – Se fossi stato in tournée avrei posticipato le mie date. Sarei stato “stonato”, forse fuori luogo, se avessi deciso di esibirmi. A parte la paura, non è solo quello. È il fatto di avere lo spirito di cantare e di fare musica che deve anche far divertire e far venire in mente buoni sentimenti. In una situazione così drammatica non me la sarei sentita».
Tornando ai dieci live all’Arena di Verona, va aggiunto che in quei giorni saranno in programma anche una serie di eventi collaterali. Innanzitutto sarà allestita una mostra interamente dedicata a Zucchero per celebrare la sua lunga carriera attraverso immagini e parole. Il centro della città scaligera sarà poi caratterizzato dalla presenza di alcuni tra i migliori “musicisti di strada” italiani, i quali interpreteranno i brani dell’artista.
Quando poi Zucchero nel corso di quel periodo non si esibirà all’Arena di Verona, l’anfiteatro sarà comunque aperto ad altre iniziative.
In particolare il 19 settembre sarà la volta dell’evento TwitterArena, un concerto organizzato da Twitter, partner ufficiale dei dieci concerti in Arena, durante il quale suoneranno gli artisti emergenti che si saranno contraddistinti per le loro performance sul celebre social network e alla presenza di altri personaggi del mondo dello spettacolo.
Il 26 la splendida cornice sarà invece a disposizione di alcune delle migliori giovani proposte appositamente selezionate per l’occasione, in modo da fornire una prestigiosa opportunità ad artisti nazionali ed internazionali.
Nei dieci live di Zucchero sarà presente inoltre ogni sera un ospite speciale per rendere ancor più unico ciascun appuntamento: «È anche una sfida, fai in modo di mettere un po’ di pepe e di non dare tutto per scontato – dice proprio Zucchero. – Voglio trovare artisti all’altezza, ma è ancora tutto da verificare. Qualche nome lo posso anche avere, ma bisogna vedere la loro disponibilità. Ci potrebbero essere amici che conosco da tanto tempo e con cui ho collaborato come Eric Clapton, Sting o Bono ma anche qualcuno “meno scontato”, anche italiano.
Il bello di queste cose qua è che tipo quando sono andato a trovare Bono a Torino (lo scorso 5 settembre per il live degli U2 al PalaAlpitour, ndr), lui mi ha chiesto di cantare l’ultima canzone dello show di quella sera, I Still Haven’t Found What I’m Looking For. Ho detto: “Io conosco la canzone, ma non la so”, ma lui mi fa: “Tranquillo, qui c’è il testo e qui c’è la chitarra”. Allora sono rimasto nel camerino un’ora e un quarto a imparare la canzone. Poi sono andato sul palco a fare la canzone con lui, gli U2 a un certo punto se ne sono andati e mi han lasciato solo sul palco con questo coro bellissimo.
Queste sono le cose che vorrei fare io: trovarci ed essere pronti sempre»… com’era accaduto ad esempio in maniera analoga per il live di Eric Clapton a Bologna dell’ormai lontano 6 luglio 1992 nell’ambito del tour con Elton John e ricordato sempre da Zucchero verso la fine della conferenza stampa.
E chissà se invece qualche ospite speciale è stato già contattato per le registrazioni dei prossimi tre mesi a New Orleans…
Appena arriva sembra già pronto per i live con il suo cappello molto vissuto, proveniente da una bottega artigianale di Los Angeles e usato anche nel film Gangs of New York di Martin Scorsese. In realtà nella tarda mattinata di ieri, 18 novembre, si è presentato così presso l’Area Pergolesi di Milano, per promuovere i dieci live in Italia che anticiperanno il suo tour mondiale.
Stiamo parlando di Zucchero.
I concerti del 16, 17, 18, 20, 21, 23, 24, 25, 27 e 28 settembre saranno dunque gli unici appuntamenti del 2016 per ascoltare l’artista nel nostro Paese (i biglietti sono già disponibili sui circuiti TicketOne e nelle prevendite abituali). La location di queste dieci tappe è una sola: l’Arena di Verona, quella che Zucchero stesso definisce «uno dei più bei posti al mondo per fare musica».
Tali occasioni saranno importanti anche per presentare il nuovo album. Nel corso della chiacchierata con i giornalisti, infatti, l’artista ha spiegato che oggi stesso sarebbe partito per New Orleans al fine di completare le registrazioni del nuovo disco, al quale sta lavorando già da un anno. Non sono molte le anticipazioni in merito: si sa solo che tre produttori «difficili da avere» forniranno insieme il loro contributo alla causa e che l’album tornerà un po’ alle atmosfere di Oro, incenso e birra, disco del 1989 che ha venduto circa otto milioni di copie nel mondo.
«Sentivo la necessità di tornare a quel tipo di sonorità che mi hanno permesso di dare uno slancio importante alla mia carriera – spiega Zucchero. – Per cui diciamo che non è stato facile tornare indietro, cercare di ritrovare lo spirito spontaneo di allora e adattarsi a quel tipo di musica e a quel tipo di suono. Allora c’era più libertà, spontaneità e meno paura, essendo più all’inizio».
L’ultimo album di inediti era Chocabeck del 2010 e poi nel 2012 c’è stata la parentesi de La sésion cubana e ancora il cd e dvd live Una rosa blanca dell’anno successivo. Un nuovo cambio dal punto di vista musicale dunque per Zucchero, poiché dice: «Non riesco a fare lo stesso album rinnovato». E i risultati in termini di vendita gli hanno sempre dato ragione, dal momento che in carriera i dischi venduti nel mondo sono circa sessanta milioni.
Benché si scherzi anche tra una domanda e l’altra, i fatti di Parigi dello scorso 13 novembre non possono essere ignorati: «Non c’è molto da stare allegri, mi perdonerete se faccio “l’asino” e provo a sdrammatizzare – dichiara l’artista. – Se fossi stato in tournée avrei posticipato le mie date. Sarei stato “stonato”, forse fuori luogo, se avessi deciso di esibirmi. A parte la paura, non è solo quello. È il fatto di avere lo spirito di cantare e di fare musica che deve anche far divertire e far venire in mente buoni sentimenti. In una situazione così drammatica non me la sarei sentita».
Tornando ai dieci live all’Arena di Verona, va aggiunto che in quei giorni saranno in programma anche una serie di eventi collaterali. Innanzitutto sarà allestita una mostra interamente dedicata a Zucchero per celebrare la sua lunga carriera attraverso immagini e parole. Il centro della città scaligera sarà poi caratterizzato dalla presenza di alcuni tra i migliori “musicisti di strada” italiani, i quali interpreteranno i brani dell’artista.
Quando poi Zucchero nel corso di quel periodo non si esibirà all’Arena di Verona, l’anfiteatro sarà comunque aperto ad altre iniziative.
In particolare il 19 settembre sarà la volta dell’evento TwitterArena, un concerto organizzato da Twitter, partner ufficiale dei dieci concerti in Arena, durante il quale suoneranno gli artisti emergenti che si saranno contraddistinti per le loro performance sul celebre social network e alla presenza di altri personaggi del mondo dello spettacolo.
Il 26 la splendida cornice sarà invece a disposizione di alcune delle migliori giovani proposte appositamente selezionate per l’occasione, in modo da fornire una prestigiosa opportunità ad artisti nazionali ed internazionali.
Nei dieci live di Zucchero sarà presente inoltre ogni sera un ospite speciale per rendere ancor più unico ciascun appuntamento: «È anche una sfida, fai in modo di mettere un po’ di pepe e di non dare tutto per scontato – dice proprio Zucchero. – Voglio trovare artisti all’altezza, ma è ancora tutto da verificare. Qualche nome lo posso anche avere, ma bisogna vedere la loro disponibilità. Ci potrebbero essere amici che conosco da tanto tempo e con cui ho collaborato come Eric Clapton, Sting o Bono ma anche qualcuno “meno scontato”, anche italiano.
Il bello di queste cose qua è che tipo quando sono andato a trovare Bono a Torino (lo scorso 5 settembre per il live degli U2 al PalaAlpitour, ndr), lui mi ha chiesto di cantare l’ultima canzone dello show di quella sera, I Still Haven’t Found What I’m Looking For. Ho detto: “Io conosco la canzone, ma non la so”, ma lui mi fa: “Tranquillo, qui c’è il testo e qui c’è la chitarra”. Allora sono rimasto nel camerino un’ora e un quarto a imparare la canzone. Poi sono andato sul palco a fare la canzone con lui, gli U2 a un certo punto se ne sono andati e mi han lasciato solo sul palco con questo coro bellissimo.
Queste sono le cose che vorrei fare io: trovarci ed essere pronti sempre»… com’era accaduto ad esempio in maniera analoga per il live di Eric Clapton a Bologna dell’ormai lontano 6 luglio 1992 nell’ambito del tour con Elton John e ricordato sempre da Zucchero verso la fine della conferenza stampa.
E chissà se invece qualche ospite speciale è stato già contattato per le registrazioni dei prossimi tre mesi a New Orleans…