Suonare dal vivo.
Sempre di più.
Questo deve essere il prossimo obiettivo.
La tensione è palpabile quando Paolo Marrone e soci salgono sul palco della Salumeria della Musica per presentare il loro nuovo album Parole in primo piano.
Il percussionista-“animatore” Piernicola Morese è quindi la persona più adatta ad anticipare l’ingresso della band, scandendo il ritmo di O’ core s’è stancato.
Si giunge poi gradualmente ai pezzi del nuovo disco grazie all’atmosfera rilassata di Compagno di viaggio in una versione solo voce e chitarra. Il brano è entrato a far parte del repertorio del gruppo dopo la pubblicazione del nuovo lavoro, ma il messaggio si colloca all’interno dello stesso “concept”: si tratta infatti di un altro testo della poetessa Alba Avesini contenuto nel libro Poesie e Filastrocche, proprio come le tracce di Parole in Primo Piano, cantate insieme a nove signore della canzone italiana e qui sostituite in versione live da Helena Hellwig.
I pezzi sono stati comunque concepiti per una voce maschile ed una femminile e quindi non poteva essere altrimenti. Tra i più riusciti sicuramente il suadente Un libro, un disco, il delicato Elegia e il divertente Funghi. Trova spazio in scaletta pure La canzone dei vecchi amanti, unica cover del nuovo album: l’originale è infatti di Jacques Brel, ma il gruppo l’ha riproposta con una traduzione inedita di Paolo Marrone e del sassofonista, nonché anima della band, Mimmo Petruzzelli.
Il clima ormai è decisamente più disteso e si può procedere con A me mi piace vivere alla grande di Franco Fanigliulo, che ormai è un classico pure dei Favonio, e con Brutto di faccia e brutto di cuore.
Nel finale c’è anche il tempo di ricostruire la primissima parte della serata con l’ottima apertura di Piergiorgio Faraglia, cantautore romano che con L’uomo nero è arrivato ad un passo dalla Targa Tenco nella sezione Opera prima. Una scrittura, la sua, senza dubbio importante ma anche versatile come ha fatto notare quasi sul finire del suo set con Gomma.
I Favonio hanno chiuso invece con Ci vuole orecchio ed E la vita, la vita di Enzo Jannacci, un artista senza dubbio fonte di ispirazione del gruppo.
La missione è compiuta: i Favonio hanno presentato il loro nuovo album, non trascurando allo stesso tempo il loro lato interpretativamente più giocoso.
La prossima tappa è quella del 20 di dicembre al Teatro Umberto Giordano di Foggia, ma ora, in generale, il gruppo deve suonare molto di più dal vivo, al fine di divulgare ancora le liriche di Alba Avesini e in modo che possa consolidare ulteriormente il suono elegante di un’avventura partita ormai più di dieci anni fa.
Suonare dal vivo.
Sempre di più.
Questo deve essere il prossimo obiettivo.
(Tutte le foto sono di Renzo Chiesa)
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Questo deve essere il prossimo obiettivo.
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Il percussionista-“animatore” Piernicola Morese è quindi la persona più adatta ad anticipare l’ingresso della band, scandendo il ritmo di O’ core s’è stancato.
Si giunge poi gradualmente ai pezzi del nuovo disco grazie all’atmosfera rilassata di Compagno di viaggio in una versione solo voce e chitarra. Il brano è entrato a far parte del repertorio del gruppo dopo la pubblicazione del nuovo lavoro, ma il messaggio si colloca all’interno dello stesso “concept”: si tratta infatti di un altro testo della poetessa Alba Avesini contenuto nel libro Poesie e Filastrocche, proprio come le tracce di Parole in Primo Piano, cantate insieme a nove signore della canzone italiana e qui sostituite in versione live da Helena Hellwig.
I pezzi sono stati comunque concepiti per una voce maschile ed una femminile e quindi non poteva essere altrimenti. Tra i più riusciti sicuramente il suadente Un libro, un disco, il delicato Elegia e il divertente Funghi. Trova spazio in scaletta pure La canzone dei vecchi amanti, unica cover del nuovo album: l’originale è infatti di Jacques Brel, ma il gruppo l’ha riproposta con una traduzione inedita di Paolo Marrone e del sassofonista, nonché anima della band, Mimmo Petruzzelli.
Il clima ormai è decisamente più disteso e si può procedere con A me mi piace vivere alla grande di Franco Fanigliulo, che ormai è un classico pure dei Favonio, e con Brutto di faccia e brutto di cuore.
Nel finale c’è anche il tempo di ricostruire la primissima parte della serata con l’ottima apertura di Piergiorgio Faraglia, cantautore romano che con L’uomo nero è arrivato ad un passo dalla Targa Tenco nella sezione Opera prima. Una scrittura, la sua, senza dubbio importante ma anche versatile come ha fatto notare quasi sul finire del suo set con Gomma.
I Favonio hanno chiuso invece con Ci vuole orecchio ed E la vita, la vita di Enzo Jannacci, un artista senza dubbio fonte di ispirazione del gruppo.
La missione è compiuta: i Favonio hanno presentato il loro nuovo album, non trascurando allo stesso tempo il loro lato interpretativamente più giocoso.
La prossima tappa è quella del 20 di dicembre al Teatro Umberto Giordano di Foggia, ma ora, in generale, il gruppo deve suonare molto di più dal vivo, al fine di divulgare ancora le liriche di Alba Avesini e in modo che possa consolidare ulteriormente il suono elegante di un’avventura partita ormai più di dieci anni fa.
Suonare dal vivo.
Sempre di più.
Questo deve essere il prossimo obiettivo.
(Tutte le foto sono di Renzo Chiesa)
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