26/02/2016

Il grande ritorno live in Italia dei Kula Shaker

Una serata ricca di emozioni quella di ieri all’Alcatraz di Milano con il rock psichedelico dai sapori indiani della band britannica
Per il grande ritorno dopo sette anni dal vivo nel nostro Paese (l’ultima volta era stata all’Ypsigrock nel 2009), abbiamo seguito la prima data dei Kula Shaker all’Alcatraz di Milano. Stasera si replica all’Orion di Ciampino (Roma). Locale gremitissimo per l’occasione piuttosto rara di vedere la band inglese, tornata da poco con l’album K 2.0 e che celebra anche il grande successo del disco d’esordio K a vent’anni di distanza dalla sua pubblicazione. Le atmosfere sono quelle consuete di un rock-blues britannico, fortemente influenzato dalla musica indiana, come appare evidente già soltanto a giudicare dai tre schermi nel retropalco che proiettano immagini decisamente dai gusti orientali. La musica che introduce ed anticipa l’arrivo della band al centro della scena è, allo stesso modo, un classico raga indiano, interrotto però dal brusco inizio rock di Sound of Drums e dalla b-side Gokula. I Kula Shaker si presentano in formazione classica e molto essenziale: chitarra/voce per il leader Crispian Mills, affiancato da Henry Bowers-Broadbent alle tastiere, Alonza Bevan al basso e Paul Winterhart alla batteria.
 
In generale la maggioranza dei brani suonati proviene dal debutto K e in particolare in scaletta sono presenti anche brani non sempre celebri ma decisamente interessanti: da apprezzare ad esempio le delicate atmosfere acustiche di Temple of Everlasting Light, la harrisoniana Into The Deep e le sferrate elettriche della Hendrixiana 303. E uno degli apici della serata è senz’altro il tributo psichedelico a Jerry Garcia con il brano, di chiara ispirazione anche nel titolo, Grateful When You’re Dead/Jerry Was There. Ben rappresentato anche il secondo album, il semi-concept Peasants, Pigs & Astronauts, che regala ad esempio il folk di Shower Your Love, il rock-blues di 108 Battles (Of The Mind) e le cavalcate di oltre 5 minuti con echi psichedelici di Great Hosannah o Mystical Machine Gun.
Come sottolinea lo stesso Crispian Mills prima di eseguirle, vi è un piccolo spazio dedicato a due canzoni tratte da Pilgrims’ Progress del 2010; ed ecco che allora si inseriscono perfettamente nella setlist sia Peter Pan R.I.P. che Ophelia. Allo stesso modo uno dei due brani eseguiti dal nuovo K 2.0Infinite Sun, potrebbe essere nato esattamente dalle registrazioni che generarono il crossover britrock-indiano di K. Mentre decisamente più elaborata risulta la nuova Mountain Lifter, eseguita, a detta di Crispian, per volere del pubblico.
 
I momenti di maggior entusiasmo per i numerosi spettatori presenti all’Alcatraz sono senza dubbio quelli vissuti sulle note del celebre riff di Tattva, o durante la cover celebre e grintosa di Hush, o ancora sui cambi di tempo di Hey Dude e sul gran finale di Govinda, che lascia tutti soddisfatti dopo un concerto che ha siglato un grande ritorno in Italia per i Kula Shaker.
 

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