Gnut - Nun te ne fa' - album

Gnut, “Nun te ne fa’” è il nuovo album

Viaggio tra Napoli e il delta del Mississippi con Gnut nel suo nuovo album Nun te ne fa’ (titolo che “ricorda Nevermind” dei Nirvana)

 

Nun te ne fa’ (Beating Drum, 2022) è il nuovo album di Gnut. Il cantautore napoletano è giunto così al suo quarto lavoro, venuto alla luce dopo una lunga gestazione, come ci ha raccontato lui stesso nel corso della nostra intervista.

Tutto è cominciato infatti dal 2014 con il poeta Alessio Sollo con cui Gnut ha scritto circa quaranta canzoni. La selezione successiva è avvenuta grazie al produttore dell’album, Piers Faccini, che già aveva lavorato con il cantautore. La prima parte del lavoro si è svolta a distanza per il lockdown causa Covid; poi si è potuto procedere con le registrazioni e quindi con le batterie di Simone Prattico (Daniele Silvestri, Carmen Consoli, Hindi Zahra). Secondo Faccini era inoltre necessario abbinare una voce femminile a quella di Gnut; e così la scelta è caduta su Ilaria Graziano, in tour peraltro adesso insieme al cantautore.

I due brani in italiano sono stati i primi dai quali Gnut ha iniziato a lavorare in funzione dell’album. È stato poi un caso che gli altri otto pezzi scelti fossero in dialetto napoletano. Non è avvenuto per caso invece l’incontro con due illustri membri della Nuova Compagnia di Canto Popolare, come Michele Signore, che suona nel disco e che accompagna anche dal vivo il cantautore, e come Fausta Vetere, che canta nel brano Colpa mia, completato dalla tammorra di Luca Rossi.

Dalla tradizione napoletana al blues del delta del Mississippi: la ricerca di Gnut si basa su questo tipo di incontri musicali; come su quelli tra Roberto Murolo, Elliott Smith e Nick Drake.

Nun te ne fa’ è un’espressione in dialetto napoletano che ha un preciso significato: “Non dare troppo peso ai problemi”. Ma in conclusione, visto che nel corso della chiacchierata ha citato i Nirvana, non potevamo non chiedere a Gnut se il titolo del suo album non sia un riferimento anche a Nevermind.

Niccolò Fabi - Meno per meno

Niccolò Fabi, “Meno per meno” è il nuovo album

10 tracce di cui 4 inediti in Meno per meno: Niccolò Fabi e l’Orchestra Notturna Clandestina diretta da Enrico Melozzi

 

Seduto su uno sgabello, da solo, senza altre voci che possano insidiarsi tra la sua e quella del suo pubblico, fedele a Niccolò Fabi ormai da 25 anni. Il cantautore romano ha congegnato così la prima parte di presentazione di Meno per meno, il suo nuovo album, incontri intimi con chi lo segue da sempre e chi invece l’ha raggiunto strada facendo, l’occasione di guardarsi da vicino e di parlarsi a tu per tu prima che parta il vero e proprio tour in primavera.
Il primo appuntamento, come di consueto, è stato quello con la stampa, che Fabi ha incontrato in Santeria Toscana a Milano: un video in apertura che racconta la lavorazione dell’album nato dopo l’emozionante esperienza del concerto con l’orchestra all’Arena di Verona e poi via con le chiacchiere, spunti interessanti e un’atmosfera informale, a tratti quasi intima.

10 tracce di cui 4 inediti, gli unici, racconta Niccolò Fabi, che meritassero di uscire dal cassetto. L’incontro tra un passato che inizia con la prima canzone, nel 1980, e un presente in cui il cantautore si mette in gioco e sperimenta qualcosa mai fatta prima, come l’accostamento dell’orchestra alla sua musica, frutto del lavoro di Enrico Melozzi e della sua orchestra notturna clandestina. Un rischio che Niccolò ha voluto prendersi nonostante il timore che il romanticismo orchestrale unito alle sue canzoni già chiaramente introspettive, potessero rendere la sua musica, a detta sua, stucchevole: un’operazione che invece ha soddisfatto lui stesso e l’intero team che ci ha lavorato con amore dichiarato e dedizione.

Racconta con orgoglio del rapporto che in questi 25 anni di carriera è riuscito a instaurare con il pubblico: “è come se gli parlassi all’orecchio, dice, un discorso che faccio con ciascuno di loro”.
Un modo unico e reale di empatizzare, quello di Niccolò Fabi, che lo ha reso il cantautore delle confidenze, quello che si ascolta quando si ha bisogno di parole in cui riconoscersi, che si cerca per esorcizzare la malinconia.

Due numeri negativi moltiplicati tra loro ne danno uno positivo, e allora Meno per meno è la matematica dei sentimenti che Niccolò Fabi regala alla sua gente, perché ognuno, dopo l’ascolto, ne esca sollevato e rigenerato.

Matteo Guarnaccia - Re Nudo - libro

Matteo Guarnaccia, “Re Nudo Pop & Altri Festival”, nuova edizione 2022

Re Nudo Pop & Altri Festival. Il sogno di Woodstock in Italia 1968-1976, libro scritto dal compianto Matteo Guarnaccia, è ora disponibile in un’edizione aggiornata. La presentazione del lavoro è avvenuta all’Hard Rock Cafe di Milano nell’ambito di un evento della Milano Music Week condotto dal giornalista Mox Cristadoro con: Claudio Fucci (VoloLibero Edizioni), Ivan Cattaneo, Tiziana Corbella Guarnaccia (moglie di Matteo Guarnaccia), Rosario Pantaleo (giornalista e consigliere del Comune di Milano) e con un contributo video di Eugenio Finardi

 

“Una prova generale di nuovi mondi possibili”

“Il pop festival non è stato solo un fortunato raduno giovanile. Sin dai suoi esordi si è trasformato in una prova generale di nuovi mondi possibili”. Queste parole sono state scritte dal compianto Matteo Guarnaccia in Re Nudo Pop & Altri Festival. Il sogno di Woodstock in Italia 1968-1976. Il libro è stato presentato lo scorso 24 novembre all’Hard Rock Cafe di Milano, nel corso di un evento condotto dal giornalista Mox Cristadoro. Re Nudo Pop & Altri Festival è una nuova edizione aggiornata del primo volume edito da Vololibero nel 2010. Primo in tutti i sensi perché partì da lì Claudio Fucci per fondare letteralmente la sua casa editrice, spinto da Matteo Guarnaccia. Claudio Fucci è anche uno dei tanti artisti che aveva partecipato ai festival di Re Nudo.

 

Le due volte di Ivan Cattaneo al Festival di Re Nudo

Rispetto alla prima pubblicazione di dodici anni fa, Matteo Guarnaccia aveva scritto un nuovo capitolo iniziale e aveva riscritto completamente il capitolo su Woodstock. Nel 2010 il lavoro si presentava poi come un cofanetto con libro, cd e dvd, mentre ora si può accedere agli stessi contenuti audio e video tramite QR-Code.

In Italia i primi anni ’70 erano anche gli anni della controcultura e della rivista Re Nudo che poi organizzò anche varie edizioni del festival, descritte all’interno del libro. I racconti di Guarnaccia non sono solo quelli del grande artista e storico del costume quale è stato, ma sono aneddoti e approfondimenti messi in fila da chi quell’epoca e quei raduni li ha vissuti in prima persona, come Ivan Cattaneo, che, reduce dal periodo in cui aveva vissuto a Londra, nel 1973 torna in Italia, conosce Majid Valcarenghi, fondatore ed editore di Re Nudo, e si esibisce per la prima volta al Festival (all’Alpe del Viceré (Como)).

Le ultime edizioni della manifestazione tra il ’74 e il ’76 si tengono al Parco Lambro di Milano; Ivan Cattaneo tornerà al Festival di Re Nudo nel 1975, ma l’esperienza in questo caso non fu affatto piacevole per usare un eufemismo, visti i fischi e gli insulti che subì dopo aver cominciato la sua esibizione dichiarando di essere omosessuale.

 

Il ricordo di Matteo Guarnaccia nelle parole della moglie e in quelle di Eugenio Finardi, passando per la riedizione della rivista Re Nudo e non solo

Nel corso della serata gli spettatori hanno potuto vedere anche Eugenio Finardi in un video in cui ricorda in maniera molto commovente Matteo Guarnaccia che per lui aveva disegnato di recente un paradiso hippie su una sua chitarra.

 

Era presente all’evento anche Rosario Pantaleo, giornalista e consigliere del Comune di Milano, che in uno dei suoi interventi, su precisa richiesta del pubblico, ha parlato della riedizione della rivista Re Nudo.Il primo numero, che uscirà a marzo 2023, sarà interamente incentrato sul grande Gianni Sassi e Pantaleo si è inoltre soffermato su un’altra importante iniziativa del Comune di Milano, dedicata proprio al mentore della Cramps Records: una strada intitolata a Gianni Sassi (vicino a quella già inaugurata per Demetrio Stratos). La cerimonia avrà luogo a marzo per i trent’anni dalla scomparsa di Sassi, mentre il 6 aprile 2023 si celebreranno cinquant’anni della Cramps Records con un concerto al quale prenderanno parte vari artisti, tra cui Patrizio Fariselli, Alberto Camerini, Lucio Fabbri, Eugenio Finardi e tanti altri. Nel 2024 saranno invece i cinquant’anni dalla prima edizione del Festival di Re Nudo al Parco Lambro di Milano e anche quella è un’iniziativa in fase di organizzazione.

 

Infine, Tiziana Corbella, moglie di Matteo Guarnaccia, ha ricordato la gentilezza, la generosità, la curiosità e la libertà di una persona con cui ha condiviso gran parte della sua vita.

 

All’interno del video:

– La foto di Matteo Guarnaccia da 00:13 a 00:17 è di Renzo Chiesa

– Le foto da 01:51 a 02:13 sono di Andrea Soresina

Patrizia Cirulli - Eduardo De Filippo

Patrizia Cirulli mette in musica le poesie di Eduardo De Filippo

Fantasia. Le poesie di Eduardo in musica è il nuovo disco di Patrizia Cirulli in cui la cantante ha musicato le poesie di Eduardo De Filippo. L’album è stato presentato lo scorso 30 novembre all’AVI, l’Associazione Vinile Italiana, di Milano

 

Si è tenuta mercoledì 30 novembre a Milano in una gremita sede dell’AVI, l’Associazione Vinile Italiana, la presentazione del nuovo disco di Patrizia Cirulli Fantasia. Le poesie di Eduardo in musica, un disco unico nel suo genere, nato dalla volontà di musicare le poesie del maestro del teatro partenopeo Eduardo De Filippo. Quattro brani intermezzati da una lunga chiacchierata circa l’origine del progetto che hanno intrattenuto i presenti proiettandoli in una terra di mezzo tra Napoli e Milano. Le canzoni, private nel live dell’elemento prezioso in disco del violoncello, sono rinate qui riarrangiate per sola chitarra e percussione; non hanno però perso alcuna sfumatura emozionale, anche grazie alla grande capacità interpretativa di Patrizia, ormai perfettamente immersa nella cultura partenopea.
E dire che il profondo rispetto per Napoli e la sua lingua avevano inizialmente trattenuto la Cirulli dal lanciarsi nell’impresa; lei milanese doc, ha trovato un’ispirazione tanto profonda da farle musicare le dieci poesie del disco in pochi giorni.
Il risultato è un progetto capace di restare sospeso tra reverenza e personalità, che riesce nell’intento di riscoprire perle nascoste del repertorio di Eduardo De Filippo arricchendole qua e là di sfumature diverse, tenute sempre assieme dal filo d’Arianna della calda voce di Patrizia Cirulli, guida preziosa in un mondo che si schiude passo passo all’ascoltatore.
Il Disco, edito da Squilibri, è disponibile sia per l’acquisto fisico che streaming digitale.

Christine McVie - Fleetwood Mac

Addio a Christine McVie dei Fleetwood Mac

Aveva 79 anni Christine McVie, tastierista nonché una delle voci dei Fleetwood Mac. La notizia della scomparsa è stata annunciata dalla famiglia tramite i profili social dell’artista

 

È venuta a mancare Christine McVie, tastierista nonché una delle voci dei Fleetwood Mac. Aveva 79 anni e la notizia è stata comunicata dalla famiglia sui profili social dell’artista: “È scomparsa serenamente stamattina all’ospedale, dopo una breve malattia. Era in compagnia della sua famiglia. Chiediamo a tutti di rispettare la privacy della famiglia in questo momento di dolore. Tenete Christine nei vostri cuori e ricordate la vita di questo incredibile essere umano, una musicista amata da tutti”.

I Fleetwood Mac nacquero nel 1967 e lei si unì al gruppo tre anni dopo. È tornata a suonare con i vecchi compagni della band nel 2014, anno in cui fu le fu assegnato un premio Ivor Novello alla carriera da parte dell’Accademia britannica dei cantautori, compositori e autori.

 

È arrivato ovviamente anche un breve commento da parte delle pagine ufficiali social dei Fleetwood Mac:

“Non ci sono parole per descrivere la nostra tristezza per la scomparsa di Christine McVie. Era davvero unica nel suo genere, speciale e talentuosa oltre misura. Era la migliore musicista che chiunque potesse avere nella propria band e la migliore amica che chiunque potesse avere nella propria vita. Siamo stati davvero fortunati a vivere insieme a lei. Individualmente e insieme, abbiamo amato profondamente Christine e siamo contenti per gli incredibili ricordi che abbiamo. Ci mancherà molto”.


So long, Christine…

Calibro 35 - Morricone live Milano

Calibro 35 plays Morricone live a Milano, il report (26.11.2022)

Intenso omaggio dei Calibro 35 al Maestro Morricone nell’ultimo live del tour al Conservatorio di Milano che ha visto come ospite Diodato

 

Scacco al Maestro – Calibro 35 Plays Morricone è il tour dei Calibro 35 che si è chiuso con un ultimo live entusiasmante al Conservatorio di Milano. Il gruppo ha pubblicato due volumi intitolati Scacco al Maestro, in cui ha reso omaggio ad Ennio Morricone, letteralmente punto di partenza del percorso dei Calibro 35 (qui la nostra intervista a Tommaso Colliva e Massimo Martellotta, in occasione dell’uscita del Vol. 1).

 

Sono tratti allora soprattutto dai due album usciti di recente i brani in scaletta. Tra i momenti più intensi del concerto c’è sicuramente la sequenza dedicata agli spaghetti western con Per un pugno di dollari (di cui si può ascoltare un frammento nel video), Il buono, il brutto, il cattivo e Per qualche dollaro in più.

 

Durante il live i brani sono talvolta intervallati da alcune battute dei film da cui sono tratti; così come si possono udire alcuni frammenti di interviste rilasciate dallo stesso Morricone.

La band segue da sempre le partiture originali quando suona le colonne sonore già note, in funzione di un suo sound ormai riconoscibile, qui impreziosito dagli altri musicisti che l’hanno accompagnata in questo tour. Tra questi ultimi Valeria Sturba, voce, violino e theremin, a un certo punto canta Se telefonando, brano portato al successo da Mina, e musica scritta proprio dal Maestro Morricone.

 

Il live di Milano si conclude prima dei bis finali con C’era una volta il West, per l’occasione, come per il primo volume di Scacco al Maestro, insieme a Diodato. E gli applausi al termine di ogni brano, così come quelli finali del pubblico, sono tutti per i Calibro 35.

Verdena Alcatraz Milano

Verdena live all’Alcatraz di Milano, il report (23.11.2022)

La proverbiale potenza live dei Verdena nel secondo dei due concerti in programma all’Alcatraz di Milano per il tour di Volevo Magia

 

Tutto esaurito anche per la seconda delle due date dei Verdena all’Alcatraz di Milano. Un concerto, quello dello scorso 23 novembre, che il gruppo ha tenuto ancora una volta con la sua proverbiale potenza, particolarmente apprezzata dai fan. I Verdena da questo punto di vista sembrano peraltro godere molto del cosiddetto ricambio generazionale, per cui anche tanti, che magari non erano addirittura ancora nati nel 1999, ai tempi del primo album che prende il nome della band, ora sono lì a vederli in concerto.

 

La scaletta si basa molto su Volevo Magia, nuovo album del gruppo uscito lo scorso settembre a oltre sette anni di distanza dal secondo volume di Endkadenz. In questa prima parte si inizia allora con Pascolare, poi si fa notare a un certo punto il singolo Chaise Longue, divertente anche Paul e Linda. Il viaggio nel passato del gruppo inizia con Viba dal lavoro d’esordio. In serata c’è inoltre spazio anche per due brani con la chitarra acustica per Alberto Ferrari che in altri due pezzi si siederà dinanzi al piano elettrico, come avvenuto ad esempio per Scegli Me (Un Mondo Che Tu Non Vuoi) con cui è finito ufficialmente il live. I bis si chiudono con la title track del nuovo album, Volevo Magia, e si aprono ancora con regali dal repertorio come Muori Delay, Valvonauta e Un Po’ Esageri.

 

Ogni tanto qualche grazie, la bassista Roberta Sammarelli chiede se qualcuno del pubblico fosse lì anche la sera precedente; ma con i Verdena c’è poco questo tipo di interazione, perché l’unico bisogno realmente avvertito dal gruppo e dal pubblico è quello di un live energico, potente e soprattutto rock.

Doors, l'inedito "Paris Blues"

Doors, ascolta l’inedito “Paris Blues”

Pubblicato l’inedito Paris Blues dei Doors. Le registrazioni del brano sembravano ormai perdute e invece…

 

È uscito Paris Blues, brano inedito dei Doors. La canzone è la title track di una nuova compilation a tema blues pubblicata oggi per il Black Friday del Record Store Day. Paris Blues è infatti disponibile in edizione limitata di 10.000 copie numerate su vinile blu traslucido nei negozi di musica indipendenti selezionati.

La copertina dell’LP è un dipinto originale del chitarrista Robby Krieger e il set include anche note di copertina della studiosa di blues Mary Katherine Aldin.

Paris Blues è una canzone blues, come dice già il titolo, scritta dalla band; è considerata l’ultima registrazione in studio inedita conosciuta dei Doors.

Il brano è stato inciso durante una delle sessioni di registrazione della band per The Soft Parade o L.A. Woman (nessuno sembra ricordare). Il nastro sembrava perduto e l’unica copia sopravvissuta era in possesso del tastierista dei Doors Ray Manzarek. Purtroppo, questa stessa copia ha subito danni parziali per mano di suo figlio Pablo (un bambino all’epoca), che a sua volta ci aveva registrato sopra. Ora, attraverso un lavoro di recupero, la canzone è ridiventata disponibile e pronta per la pubblicazione.

 

 

All’interno del disco ci sono poi due registrazioni dal vivo inedite del cantante Jim Morrison e Krieger che si esibiscono in duo il 31 maggio 1969 a West Hollywood a beneficio della campagna elettorale da sindaco di Norman Mailer. La prima canzone è I Will Never Be Untrue, scritta dal gruppo, ma lasciata fuori dalla versione originale del 1970 di Morrison Hotel. L’altra è una cover di Me And The Devil Blues di Robert Johnson.

Entrambe le canzoni sono state registrate da Frank Lisciandro, regista amico di Manzarek e Morrison dai tempi in cui frequentavano tutt’e tre il  quando tutti e tre hanno frequentato il corso di Cinematografia programma alla UCLA, Università della California di Los Angeles.

In Paris Blues sono presenti anche alcuni brani che non sono entrati in The Soft Parade del 1969, (You Need Meat) Don’t Go No Further e I’m Your Doctor. In entrambi canta Manzarek, poi ci sono Robby Krieger alla chitarra e John Densmore alla batteria. Nel 2019, Robert DeLeo degli Stone Temple Pilots ha registrato il suo basso sulle canzoni, che in questa versione sono state incluse nell’edizione del 50° anniversario di The Soft Parade, pubblicata da Rhino.

Il lato di B di Paris Blues contiene tre brani di Live in Vancouver 1970, un album-concerto pubblicato nel 2010 dall’etichetta Bright Midnight Archive dei Doors. Registrati durante il tour della band del 1970, questi pezzi dal vivo vedono la band sul palco insieme al leggendario bluesman Albert King, che si unì proprio ai Doors durante lo spettacolo del 6 giugno 1970 al Pacific Coliseum di Vancouver. L’introduzione di Morrison di King è inclusa insieme alle versioni live di Little Red Rooster, Rock Me Baby e Who Do You Love?

 

“Il blues è l’unica forma d’arte originale che l’America ha creato in 200 anni… ci sono solo due forme musicali indigene originarie degli Stati Uniti, e una è il blues.” — Jim Morrison, presentazione di Little Red Rooster (Vancouver, 6 giugno 1970)

 

Tracklist di Paris Blues:

Lato A
“Paris Blues” *
“I Will Never Be Untrue” *
“Me And The Devil Blues” *
“(You Need Meat) Don’t Go No Further”
“I’m Your Doctor”

Lato B
Jim’s Introduction
“Little Red Rooster” – with Albert King
“Rock Me Baby” – with Albert King
“Who Do You Love?” with Albert King

* inedito

Peter Straker - fan italiani Queen - Late Night Taxi Dancer

Peter Straker, The Royal Band – Queen Tribute e Gigi Bernardinelli – The Italian Job

Peter Straker, cantante, attore, nonché grande amico di Freddie Mercury, viene contattato da Queenpassion e Royal Band, rispettivamente una community e una tribute band italiane dei Queen, per riarrangiare e ricantare (anche dal vivo sul prestigioso palco di Montreux) un suo vecchio singolo: detto, fatto (e pubblicato)

 

Late Night Taxi Dancer (The Italian Job): quest’ultima parte del titolo è indicata tra parentesi, ma è una precisazione importante. Il brano di Peter Straker esce infatti in una versione riarrangiata dal pianista/compositore Gigi Bernardinelli e reinterpretata dallo stesso Straker insieme alla Royal Band, una tribute band italiana dei Queen. Peter Straker è stato grande amico di Freddie Mercury. Da qui allora i primi contatti con il gruppo di fan italiani Queenpassion e l’idea di rifare il suo brano.

Il frontman dei Queen aveva anche prodotto un album di Peter Straker, This One’s On Me. I due avevano passioni in comune, come quella per la musica, per l’opera…
Parlando ancora del legame tra Freddie Mercury e Peter Straker, si può ricordare la partecipazione di quest’ultimo ad alcuni video del cantante dei Queen, come ad esempio quello di The Great Pretender, e poi ancora ha lavorato in diversi musical come Hair nella versione londinese, Il fantasma dell’opera, Rocky Horror Show, Tommy. Qui però è la sua musica che è protagonista o che torna protagonista, a partire, come già detto prima, da un’idea di Queenpassion.

Due admin della community, Elisabetta Archetti e Gigi Bernardinelli, si sono uniti allora a questa conversazione: la prima ci ha raccontato in breve com’è nata e come si è evoluta negli anni Queenpassion, insistendo sulla voglia di proporre anche contenuti originali; il secondo ci ha parlato del suo arrangiamento di Late Night Taxi Dancer (The Italian Job).

Sulla stessa lunghezza d’onda appare anche la Royal Band, attiva da circa vent’anni e che negli ultimi tempi, proprio come Queenpassion, cerca di proporre idee che non siano solo strettamente legate alla musica dei Queen. Nel corso della chiacchierata è intervenuto anche uno dei due cantanti del gruppo, Luca Spadaro.

Il lavoro inizialmente si è svolto da remoto, causa Covid e conseguenti lockdown, ma poi finalmente Peter Straker, la Royal Band e Queenpassion sono riusciti a incontrarsi in un’occasione davvero speciale e si sono visti quindi per la prima volta di persona in un luogo fondamentale per la storia dei Queen e di Freddie Mercury: Montreux. Lì hanno potuto proporre dal vivo Late Night Taxi Dancer (The Italian Job).

Addio a Wilko Johnson

Addio a Wilko Johnson

È scomparso all’età di 75 anni Wilko Johnson, chitarrista che con i Dr. Feelgood contribuì ad influenzare la scena punk britannica degli anni ’70

 

È venuto a mancare Wilko Johnson, chitarrista dei Dr. Feelgood e non solo. Johnson aveva 75 anni e ci ha lasciato lunedì scorso, 21 novembre.

Questo il post pubblicato sui suoi social in cui viene data la triste notizia:

Wilko Johnson - Facebook

È stato nei Dr. Feelgood dal 1971 al 1977 con cui contribuì ad influenzare la scena punk britannica che sarebbe nata di lì a pochi anni; Wilko Johnson ha suonato poi per un breve periodo dal 1980 al 1984 con i Blockheads, gruppo di Ian Dury; e ha legato il suo nome sia prima che dopo questa fase della sua carriera alla Wilko Johnson Band. Aveva raccontato la sua vita nell’autobiografia Looking Back At Me, uscita nel giugno del 2012. Con il suo gruppo aveva pubblicato l’ultimo album nel 2018, Blow Your Mind; aveva continuato ad esibirsi dal vivo di fatto fino alla sua morte, visto che l’ultima data risale a un mese fa circa (18 ottobre) allo Shepherd’s Bush Empire di Londra.

Nel 2013 gli era stato diagnosticato un tumore al pancreas e la sua lotta contro la malattia era stata raccontata anche nel documentario The Ecstasy of Wilko Johnson, uscito due anni dopo, per la regia di Julien Temple. Una storia a lieto fine, visto che a fine 2014 può annunciare che il tumore gli è stato asportato con successo. All’interno della pellicola è presente anche Roger Daltrey degli Who, che con Johnson ha pubblicato sempre nel 2014 l’album di cover Going Back Home, prima di intraprendere un tour d’addio (che poi non sarebbe stato l’ultimo).

 

So long, Wilko…

 

Rolling Stones - "2000 Light Years From Home" video in 4K

Rolling Stones, il video di “2000 Light Years From Home” restaurato in 4K

2000 LIGHT YEARS FROM HOME: ROLLING STONES IN VERSIONE PSICHEDELICA (E ADESSO ANCHE IN 4K)

 

Versione restaurata in 4K per il video di 2000 Light Years From Home dei Rolling Stones. Il brano fu pubblicato negli Stati Uniti come lato B di She’s a Rainbow; fa parte di Their Satanic Majesties Request, capitolo psichedelico della discografia stonesiana, uscito alla fine del 1967.

2000 Light Years From Home fu scritta da Mick Jagger e Keith Richards; il frontman in particolare avrebbe scritto il testo mentre era nella prigione di Brixton a seguito di un arresto per droga. La canzone, registrata agli Olympic Sound Studios di Londra nell’estate del 1967, fu prodotta e arrangiata dagli stessi Rolling Stones.

Il video di 2000 Light Years From Home fu diretto da Peter Whitehead; il compianto regista nato a Liverpool che aveva realizzato anche il documentario del tour degli Stones, Charlie Is My Darling: Ireland 1965. Whitehead aveva poi lavorato con il gruppo anche per il video di We Love You, anche quest’ultimo restaurato in 4K e pubblicato lo scorso agosto.

Tornando infine a 2000 Light Years From Home, il video, pubblicato dai Rolling Stones e da ABKCO Music & Records Inc., vede un Mick Jagger con il volto dipinto (come sarebbe accaduto l’anno successivo in questo video di Jumpin’ Jack Flash, diretto da Michael Lindsay-Hogg, dove peraltro appaiono truccati anche gli altri elementi della band):

 

 

THE ROLLING STONES IN MONO, IL BOX SET IN VINILE CON GLI ALBUM ABKCO (LIMITED COLOUR EDITION) – DAL 20 GENNAIO 2023

 

L’altra novità riguardante i Rolling Stones è quella relativa agli album usciti negli anni ’60 (dal 1963 al 1969). Questi dischi saranno infatti ristampati nella versione originale Mono con vinile colorato, ogni titolo con un colore diverso; in totale saranno dunque 14 album più il doppio vinile Stray Cats, la preziosa antologia con rarità.

Stray Cats è costituito in particolare da due LP con tutte le versioni (A & B sides) pubblicate su singolo 45 giri più The Rolling Stones E.P. tracks (1964) contiene infatti brani pubblicati solo sui singoli e non presenti nei 14 album ufficiali per un totale di altre 24 tracce.

Questo box set in edizione limitata e numerata include un booklet di 48 pagine con note bio-discografiche scritte dal giornalista di Rolling Stone David Fricke e numerose foto a colori della band.

Tutti i brani sono stati rimasterizzati in Direct Stream Digital (DSD) dai nastri delle registrazioni mono originali da Bob Ludwig, mentre il cutting delle lacche dei vinili è stato realizzato da Sean Magee agli Abbey Road Studios.

Il cofanetto include entrambe le versioni (UK e USA) di Out Of Our Heads (1965) e Aftermath (1966), così come le versioni UK del primo LP – The Rolling Stones e di Between The Buttons (1967).

Qui nel dettaglio le pubblicazioni di The Rolling Stones in Mono, che saranno disponibili dal 20 gennaio 2023:

1 The Rolling Stones (UK) – Cobalt Blue vinyl
2 12×5 – Yellow vinyl
3 The Rolling Stones No.2 – Steel Blue vinyl
4 The Rolling Stones, Now! – Gold vinyl
5 Out Of Our Heads (US) – Sky Blue vinyl
6 Out Of Our Heads (UK) – Green vinyl
7 December’s Children (And Everybody’s)  – Silver vinyl
8 Aftermath (US) – Purple vinyl
9 Aftermath (UK) – Grey vinyl
10 Between The Buttons (UK) – Azure Blue vinyl
11 Flowers – Pink vinyl
12 Their Satanic Majesties Request – White vinyl
13 Beggars Banquet – Maroon vinyl
14 Let It Bleed – Red vinyl
15 Stray Cats (2LP) – White vinyl

The Rolling Stones In Mono

Francesco Guccini - Canzoni da Intorto

Francesco Guccini, il grande ritorno con “Canzoni da Intorto”

Si intitola Canzoni da Intorto il nuovo album in studio che segna il grande ritorno di Francesco Guccini

 

È uscito Canzoni da Intorto, il nuovo album di Francesco Guccini, grande atteso ritorno a distanza di dieci anni dall’ultimo lavoro in studio del Maestro.

Presentato giovedì 17 novembre alla Bocciofila Martesana di Milano, Canzoni da Intorto è la raccolta delle sue canzoni del cuore; undici brani della cultura popolare rivisti in una chiave nuova, con arrangiamenti che spaziano dal balcanico al folk. È il concept album che Francesco Guccini ha sempre desiderato realizzare.
Canzoni senza tempo che lo riportano con nostalgia alle balere e ai suoi vent’anni.

L’annuncio di Canzoni da Intorto ha avuto come prologo un grande ritrovo a Pavana, luogo del cuore di Guccini nella campagna toscana. Qui il cantautore, insieme ad amici, addetti ai lavori e musicisti che hanno lavorato al disco, ha festeggiato l’evento tra musica e parole, come da tradizione da lui stesso istituita alla chiusura di ogni importante progetto.

Per valorizzare questo grande ritorno, il disco è disponibile in cinque diversi formati: CD; CD limited edition – maxi formato; vinile; vinile special edition (edizione limitata numerata e colorata); e, per i veri intenditori, uno speciale doppio vinile edizione esclusiva con tracce strumentali – incisione diretta dai mix (edizione limitata e numerata) per riscoprire l’anima analogica della musica e esaltarne ogni sfumatura.

Alla realizzazione dell’album hanno partecipato oltre trenta strumentisti provenienti da svariati mondi musicali, la voce di Guccini si esprime su sonorità inedite, totalmente diverse dai dischi precedenti.
Il risultato conferisce all’album suoni contemporanei che, al tempo stesso, abbracciano la tradizione ed è concepito affinché gli arrangiamenti non si limitassero a far da sfondo al cantato, ma ‘raccontassero’ una versione parallela del testo.
È un album musicalmente complesso, ricco di richiami e sfumature, da ascoltare dall’inizio alla fine.

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