Iggy Pop e il ritorno alle sue radici con “Every Loser”
Un ritorno al suo punk per Iggy Pop con il nuovo album Every Loser, realizzato insieme a tanti illustri musicisti rock
Lo aveva dichiarato prima della pubblicazione dell’album. E anche dai due singoli che ne avevano anticipato l’uscita, Frenzy e Strung Out Johnny, si era capito che Iggy Pop sarebbe tornato alle sue origini con Every Loser. C’è infatti molto del punk che lo ha reso padrino del genere con i suoi Stooges negli anni ’70; si pensi ad esempio anche ad altri brani, oltre ai già citati singoli, come Modern Day Ripoff, Neo Punk e All The Way Down. Si pone invece in maniera diversa una ballad come Morning Show e anche un’intenzione quasi più pop pervade il ritornello di Comments.
In Every Loser hanno suonato tanti illustri musicisti: Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers alla batteria; nonché l’ex chitarrista del gruppo, ora turnista nei Pearl Jam, Josh Klinghoffer insieme all’altro chitarrista effettivo della band Stone Gossard; Duff McKagan dei Guns N’ Roses al basso; Dave Navarro (anche lui ex Red Hot) ed Eric Avery dei Jane’s Addiction (rispettivamente alla chitarra e al basso); e alla batteria Travis Barker dei Blink-182 e il compianto Taylor Hawkins dei Foo Fighters. Il lavoro è stato poi sapientemente coordinato da Andrew Watt; il produttore, che ha già lavorato al fianco di Ozzy Osbourne e Elton John, in Every Loser suona anche la chitarra e partecipa ai cori. L’autore della copertina dell’album è Raymond Pettibon, altro nome storico pensando alle sue cover per i Black Flag e a quella di Goo dei Sonic Youth.
Il ritorno alle origini di Every Loser rende quindi molto diverso questo lavoro da esperimenti più raffinati come quelli di Free del 2019, ma è un ritorno da non intendere comunque nel senso ruvido di album come Raw Power degli Stooges, di cui il prossimo 7 febbraio ricorreranno i cinquant’anni dalla pubblicazione. È ancora una volta l’esperienza e un qualcosa di ormai classico in versione più moderna che Iggy Pop propone in Every Loser; ed è un’altra faccia della stessa medaglia rispetto a Post Pop Depression, che aveva realizzato con la band messa in piedi da Josh Homme. Qui infatti si percepisce maggiormente la centralità di Iggy, nonostante i musicisti chiamati a registrare l’album.