Jean-Luc Godard - Rolling Stones - Sympathy For The Devil

Quando Jean-Luc Godard ha lavorato con i Rolling Stones

Aveva 91 anni Jean-Luc Godard, regista franco-svizzero tra i principali esponenti della Nouvelle Vague, scomparso lo scorso 13 settembre. Godard in carriera ha lavorato anche con i Rolling Stones.

Durante il mese di giugno del 1968 la band si trovava infatti agli Olympic Studios di Londra. Godard riprese Mick Jagger e soci proprio in quel periodo, mentre i Rolling Stones stavano registrando Sympathy For The Devil, brano che poi avrebbe fatto parte dell’album Beggars Banquet.

Ne nasce allora proprio Sympathy For The Devil, conosciuto anche come One Plus One. Nel film si vedono gli Stones in studio nell’ultimo periodo con Brian Jones sempre più distante dal gruppo, ma non solo.

Spiega il film con queste parole ABKCO Films, a proposito della riedizione restaurata in 4K, uscita nel 2018 per i cinquant’anni dalla pubblicazione originaria: “Sympathy For The Devil si alterna tra riflessioni sulla politica contemporanea e questioni sociali della fine degli anni ’60, oltre ad offrire al pubblico una visione senza precedenti del processo creativo dei Rolling Stones nello studio di registrazione, lavorando su quello che sarebbe diventato uno dei brani simbolo del gruppo”. In Sympathy For The Devil (One Plus One) si vedono infatti altre scene, come quelle di una protesta messa in atto dalle Black Panther. E sono presenti forti messaggi politici, espressi da una giovane donna interpretata da Anne Wiazemsky.

Ritratti d'autore - Alberto Patrucco

Ritratti d’autore – Alberto Patrucco

Alberto Patrucco è qui protagonista di Ritratti d’autore, una rassegna di parole e musica ideata e condotta da Ezio Guaitamacchi presso lo spazio espositivo 21 a Lodi (via San Fereolo, 24).

 

Anche in quest’occasione, come aveva già fatto negli studi di Jam TV, Alberto Patrucco ha parlato soprattutto di AbBrassens (Pagina Uno, 2021); il libro è stato scritto insieme a Laurent Valois ed è dedicato a Georges Brassens.

Non solo attore o comico televisivo, ma anche grande appassionato di musica e di canzoni d’autore; ecco perché Alberto Patrucco, grazie ai dischi di uno zio, ha potuto ascoltare Georges Brassens. Da lì ha tradotto diverse sue canzoni in italiano e ha scritto addirittura un libro.

 

RITRATTI D’AUTORE

Quando la musica incontra l’arte

Immaginate di avere nel salotto di casa il vostro artista preferito, di sentirlo svelare i suoi ricordi d’infanzia, raccontare le sue passioni musicali, spiegare come nascono le sue canzoni. E poi magari sentirlo cantare e suonare accompagnato soltanto da una chitarra acustica o da un pianoforte proprio come se, in quel momento, stesse componendo uno dei suoi successi. Il tutto all’interno di un suggestivo spazio espositivo a fianco di opere d’arte contemporanea, in un contesto confidenziale dove è possibile vivere la musica a 360 gradi, assistere a uno spettacolo emozionante e interagire con chi sta sul palco.
Con garbo, simpatia e competenza, ma con spirito divulgativo, Ezio introduce il pubblico presente alla serata nell’animo musicale degli artisti facendo scoprire un lato nascosto e per certi versi ancor più curioso e affascinante di dieci protagonisti della scena musicale italiana.

 

Ritratti d’autore – Alberto Patrucco è il quarto ritratto.

I precedenti sono stati:

Francesco Baccini

Alberto Fortis

Andrea Mirò

Elton John - Omaggio alla Regina Elisabetta a Toronto

Elton John rende omaggio alla Regina Elisabetta

Elton John ha deciso di celebrare con la musica la Regina Elisabetta, a seguito della sua morte, avvenuta lo scorso 8 settembre.

Per l’occasione ha scelto la sua Don’t Let The Sun Go Down Me e ha introdotto il brano con alcune parole d’affetto nei confronti della stessa Regina e della famiglia. Il tutto si è svolto il 9 settembre al Rogers Centre di Toronto, in Canada, durante una delle tappe del suo tour d’addio:

Elton John aveva già espresso le sue condoglianze, attraverso le sue pagine social a seguito della triste notizia: “Insieme al resto della nazione, sono profondamente rattristato nell’apprendere la notizia della morte di Sua Maestà la Regina Elisabetta – ha scritto sir Elton John. – Era una presenza stimolante e ha guidato il paese attraverso alcuni dei nostri momenti più grandi e cupi con grazia, decenza e un calore sincero e premuroso. La Regina Elisabetta è stata una parte importante della mia vita dall’infanzia fino ad oggi e mi mancherà moltissimo”.

 

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Un post condiviso da Elton John (@eltonjohn)

Tanti ovviamente sono stati gli omaggi da parte degli artisti, soprattutto inglesi, nei confronti della Regina, compreso quello di Johnny Rotten, ex frontman dei Sex Pistols. Non sono mancati poi i messaggi di cordoglio da parte di Paul McCartney, Mick Jagger, i Queen, Ozzy Osbourne e tanti altri.

Tornando ad Elton John, era stato nominato baronetto nel 1998, un anno dopo la morte di Lady Diana, alla quale dedicò peraltro una nuova versione di Candle In The Wind; sempre a proposito di onorificenze, è stato inoltre insignito del ruolo di membro dell’Ordine dei Compagni d’Onore l’anno scorso dal Principe Carlo. Ecco perché il suo messaggio e la sua dedica dal vivo alla Regina Elisabetta assumono un ulteriore significato.

Amy Winehouse

You Know I’m No Good – Un brano autobiografico per Amy Winehouse

Amy Winehouse dà voce al suo dolore attraverso la musica. “Sto bene solo quando canto” dichiarava nel 2006…

 

Londra, primavera del 2006

“Sto bene solo quando canto”, diceva Amy Winehouse, allora 23enne talento emergente della scena pop rock mondiale. Già, perché Amy, nonostante la giovane età, nonostante facesse quello che aveva sempre desiderato fare (e cioè la musica) non stava bene. I demoni che soggiornavano nella sua psiche venivano cacciati a stento e temporaneamente dalle sostanze che ingeriva in quantità esagerate tutti i giorni. La situazione era peggiorata quando l’amore della sua vita, Blake Fielder-Civil, l’aveva lasciata per tornare dalla sua precedente ragazza. Sentimentalmente devastata, psicologicamente depressa, Amy ha dato voce al suo dolore attraverso la musica componendo le canzoni, prevalentemente autobiografiche, che daranno vita al suo secondo e ultimo album Back To Black.

“Non ho paura di apparire vulnerabile”, confessava in quei giorni, “scrivo brani che parlano di problemi che non sono riuscita a risolvere… e dopo che li ho composti mi sento meglio”. Tra questi pezzi ce n’è uno in cui la ragazza ammette tutti i suoi peccati, i suoi vizi, le sue debolezze. E in cui dichiara, letteralmente, di “non essere una brava persona”. You Know I’m No Good è una cruda ammissione, una descrizione fin troppo dettagliata anche dei suoi tradimenti, cosa che ovviamente non poteva far piacere a Blake. Composta nel tipico stile musicale di Amy Winehouse, a cavallo tra jazz, R&B e pop raffinato, You Know I’m No Good diventa uno dei suoi brani più amati anche dopo la sua prematura e tragica scomparsa.. “Perché”, diceva Amy, “quando scrivo canzoni sono la donna più onesta del mondo”.

Bandabardò & Cisco

Bandabardò & Cisco, Non fa paura tour – Intervista

Finaz della Bandabardò e Cisco si soffermano sul loro nuovo album Non fa paura e sul loro tour nella nostra intervista.

Nel giorno in cui Erriquez avrebbe festeggiato il suo compleanno, la Bandabardò si è ritrovata sul palco del Carroponte di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano.

Il 1° settembre, infatti, il gruppo è stato protagonista di una delle date del Non fa paura tour. In questa serie di live in tutta Italia la Bandabardò e Cisco, la storica voce dei Modena City Ramblers, hanno presentato dal vivo Non fa paura, il loro nuovo album.
Per l’occasione erano presenti sul palco ospiti come Daniele Silvestri e Gerardo Carmine Gargiulo, autore del brano Una gita sul Po, di cui la Bandabardò ha realizzato una cover inserita nel nuovo album.

Abbiamo chiacchierato con Finaz della Bandabardò e Cisco e tra ricordi ed emozioni ci hanno raccontato dunque nella nostra intervista com’è nata questa collaborazione.

 

BANDABARDÒ

Bandabardò può dirsi a buon diritto una delle live band più vitali in Italia. Il gruppo è molto amato grazie ai suoi concerti. Un affetto che si traduce in grandi numeri non solo ai live: tredici album pubblicati (inclusi dischi dal vivo, progetti speciali e pubblicazioni estere), un DVD, un’autobiografia ufficiale e, in occasione dei 25 anni di carriera, una nuova versione di Beppeanna – Se mi Rilasso Collasso – cantata e suonata con Stefano Bollani, Caparezza, Carmen Consoli, Max Gazzè e Daniele Silvestri. Tante sono state le lunghe tournée anche in Francia, Germania, Spagna, Belgio, Lussemburgo, Svizzera, Polonia, Slovenia e persino Chiapas e Canada.

 

CISCO

Stefano Bellotti, in arte Cisco, è stata la voce storica della band Modena City Ramblers dal 1992 fino al 2005. Con loro ha realizzato otto album collezionando più di mille date in Italia e in Europa oltre ad aver fondato un genere che oggi tutti conosciamo come combat folk. Ha in seguito intrapreso il suo percorso da solista che lo vede alle prese con un cantautorato d’ispirazione folk-rock tra produzioni internazionali, teatro e letteratura. Anche la sua carriera da solista è caratterizzata da un numero elevatissimo di live e l’eterogeneità della sua produzione lo ha portato anche a essere protagonista di tour teatrali e presentazioni di libri. Tante sono anche le collaborazioni, alcune tra le quali Casa del vento, Ginevra Di Marco, Bandabardò, Anchò, le Mondine di Novi, i Nomadi, Giulio Cavalli e il The Liberation Project ideato da Dan Chiorboli insieme a Phil Manzanera (chitarrista dei Roxy Music).

Le strade di Bandabardò e Cisco si sono incrociate più volte, in studio di registrazione e su tantissimi palchi. Una condivisione profonda di suoni e idee che parte da lontano e nel 2022 approda a “Non fa paura“, un disco di inediti a più mani, e un tour insieme.

Taylor Hawkins - Tribute Concert in streaming

The Taylor Hawkins Tribute Concert in diretta streaming

Manca sempre meno a The Taylor Hawkins Tribute Concert. Il live avrà luogo domani, sabato 3 settembre, a partire dalle 17:30 (ora italiana), a Londra, allo stadio di Wembley, ed è il primo di due concerti tributo a Taylor Hawkins, il batterista dei Foo Fighters scomparso lo scorso 25 marzo.

The Taylor Hawkins Tribute Concert sarà trasmesso anche in diretta streaming sul canale ufficiale YouTube di MTV, su VH1+ e su Pluto TV, e, solo negli Stati Uniti, su Paramount+. Qui gli ulteriori dettagli su dove si potrà vedere il concerto: live streaming su Pluto TV il 3 settembre dalle 17.30; sarà poi disponibile sui canali lineari di MTV ed MTV Music con uno speciale che andrà in onda domenica 4 settembre dalle 20.00 su MTV Music (canale Sky 132 e 704) e dalle 21.00 su MTV (canale Sky 131 e in streaming su NOW), e in chiaro lunedì 5 settembre alle 20.00 su VH1 (canale 167 DTT, 22 Tivùsat e Sky canale 715). Su Paramount+ lo show sarà disponibile al lancio della piattaforma il 15 settembre.

Oltre ai Foo Fighters saranno presenti al concerto e si esibiranno: Travis Barker, Nandi Bushell, Martin Chambers, Chris Chaney, Chevy Metal, Stewart Copeland, Josh Freese, Liam Gallagher, James Gang, Violet Grohl, Omar Hakim, Justin Hawkins, Shane Hawkins, Joshua Homme, Chrissie Hynde, Alain Johannes, Brian Johnson, John Paul Jones, KESHA, Greg Kurstin, Geddy Lee, Alex Lifeson, Brian May, Krist Novoselic, Nile Rodgers, Mark Ronson, Luke Spiller, Supergrass, Roger Taylor, Rufus Taylor, Lars Ulrich, Wolfgang Van Halen e con la speciale partecipazione di Dave Chappelle e Chris Rock.

 

Qui di seguito, infine, il link a The Taylor Hawkins Tribute Concert direttamente dal canale ufficiale YouTube di MTV:

https://www.youtube.com/watch?v=LOnjLuBBkhU

 

Aerosmith - 50 anni

50 anni di Aerosmith: “50 Years Live! From the Aerosmith Vaults”

50 Years Live! From the Aerosmith Vaults è il modo scelto dagli Aerosmith per celebrare 50 anni (e più) della band:

un concerto live per ogni decennio trasmesso in streaming e preso da “bootleg ufficiali” ripescati direttamente dagli archivi del gruppo.

Ogni live è stato trasmesso di volta in volta per una settimana e per cinque settimane consecutive sul canale YouTube ufficiale degli Aerosmith. Il primo in ordine di tempo è stato Live From The Summit, Houston, TX, 1977 (girato il 24 e il 25 giugno 1977 al The Summit di Houston, Texas), disponibile per sette giorni a partire dallo scorso 29 giugno. Per ogni concerto sono rimasti disponibili gli highlights che sono dunque sempre visualizzabili sullo stesso canale.

Qui il trailer:

Il materiale di 50 Years Live! From the Aerosmith Vaults è stato ritrovato grazie al produttore Steve Berkowitz e poi grazie a Tommy Higgins e John Bionelli. I filmati originali sono stati oggetto di restauro sia per quanto riguarda l’audio che il video; la produzione è stata di Steve Berkowitz e Dennis Wolfe; il trasferimento e la conversione in digitale sono avvenuti con l’aiuto della regista e produttrice Jennifer LeBeau.

Gli altri live trasmessi sono stati: Live From The Capital Center, Landover, MD, 1989, girato a Landover, nel Maryland, il 17 dicembre 1989; Live From The Coca-Cola Star Lake Amphitheatre, Pittsburgh, Pennsylvania, 1993 al Coca-Cola Star Amphitheatre il 2 luglio 1993; Live From Comerica Park, Detroit, MI, 2003 girato nel Michigan il 7 settembre 2003, al Comerica Park durante il tour “Rocksimus Maximus”.

L’ultimo concerto in ordine di tempo ancora disponibile per qualche giorno nella sua interezza sul canale YouTube degli Aerosmith è Live From Arena Ciudad de Mexico, Città del Messico, 2016, girato presso l’Arena Ciudad de Mexico a Città del Messico il 27 ottobre 2016.

Qui di seguito è disponibile la playlist con tutti gli highlights di 50 Years Live! From the Aerosmith Vaults:

Dal 14 settembre all’11 dicembre gli Aerosmith proseguiranno le celebrazioni dei loro 50 anni a Las Vegas al Dolby Live at Park MGM con Aerosmith: Deuces Are Wild. Dolby Live è anche un luogo tecnologicamente avanzato per la musica dal vivo perché offre la possibilità di ascoltare il concerto in Dolby Atmos.

Infine, dopo la pubblicazione su cassetta in edizione limitata ed in vinile per il Record Store Day 2021, adesso è disponibile su CD e LP Aerosmith – 1971: The Road Starts Hear, la rara registrazione del 1971 trovata di recente nei Vindaloo Vaults degli Aerosmith.

Joe Strummer - 70 anni - The Mescaleros Years

Joe Strummer avrebbe compiuto 70 anni – Dall’inedito “Fantastic” a una cover eseguita da Eddie Vedder

Domenica 21 agosto Joe Strummer avrebbe compiuto 70 anni e per l’occasione Dark Horse Records ha celebrato la ricorrenza con l’anteprima di Fantastic.

Il brano inedito è una delle ultime incisioni di Strummer, registrato nel dicembre 2002 nei famosi Rockfield Studios di Monmouthshire, in Galles. Il tutto avvenne poche settimane dopo che Joe Strummer and The Mescaleros avevano tenuto il loro ultimo concerto all’Università di Liverpool il 22 novembre 2002.

Qui di seguito si può ascoltare il brano:

Continuando i festeggiamenti per quelli che sarebbero stati i 70 anni di Joe Strummer, Eddie Vedder, fan di lunga data di Strummer, ha realizzato la cover di Long Shadow. Il brano faceva parte dell’album postumo di Joe Strummer and the Mescaleros, Streecore.

“Penso che la musica che Joe ha fatto con i Mescaleros, quei dischi, quelle canzoni e quelle parole, avessero un sound ‘collettivo'”, ha detto Vedder. “E quando si raggiunge un suono così, l’ascoltatore sente di poter far parte di quella comunità”.

La cover di Long Shadow eseguita da Eddie Vedder, accompagnata da un video, è disponibile qui:

Con Fantastic viene annunciata l’imminente pubblicazione da parte dell’etichetta Dark Horse Records di Joe Strummer 002: The Mescaleros Years. Si tratta della prima raccolta completa che mette in luce il lavoro di Strummer con la sua band post-Clash, The Mescaleros. Il cofanetto esce venerdì 16 settembre in formato 4 CD con libro di 72 pagine e 7 LP con libro di 32 pagine, con confezione in edizione speciale ed esclusiva stampa artistica 12″x12″.

Joe Strummer 002: The Mescaleros Years include le edizioni rimasterizzate di tutti e tre gli album in studio dei Mescaleros, oltre a 15 brani rari e inediti che spaziano dai primi demo che Strummer scrisse per la band, agli outtake delle ultime registrazioni, oltre a canzoni come Ocean Of Dreams, con Steve Jones dei Sex Pistols alla chitarra. Il cofanetto è prodotto dalla vedova di Strummer, Lucinda Tait, e realizzato da David Zonshine. Joe Strummer 002: The Mescaleros Years include anche nuove interviste esclusive con gli amici, i collaboratori, i compagni di band e i Mescaleros, oltre a note scritte a mano inedite, testi e disegni di Strummer tratti dall’Archivio Joe Strummer.

Il lavoro è stato presentato il mese scorso insieme a una prima versione inedita di The Road To Rock ‘N’ Roll (Demo) con un video ufficiale in cui sono presenti disegni e testi scritti a mano trovati nell’archivio di Joe Strummer:

Sebbene sia conosciuto soprattutto come frontman dei Clash, Strummer proseguì poi la sua carriera con i Mescaleros. In questo periodo Strummer disse: “Tutto quello che sta accadendo per me ora è solo un bluff. Ho imparato che la fama è un’illusione e che tutto ciò che la riguarda è solo uno scherzo. Ora sono molto più pericoloso, perché non mi interessa affatto”.

Joe Strummer 002: The Mescaleros Years prende in esame questo intenso periodo di creatività dal 1999 al 2002. Il lavoro raccoglie per la prima volta album come Rock Art and the X-Ray Style (1999), Global A Go-Go (2001) e il postumo Streetcore (2003). Inclusa nel cofanetto c’è anche Vibes Compass, una nuovissima compilation di 15 B-sides e rarità, tra cui le prime demo di alcuni dei primi brani che Joe scrisse per i Mescaleros, come The Road To Rock ‘N’ Roll, X-Ray Style, Techno D-Day, oltre all’inedito Secret Agent Man e alle registrazioni originali delle ultime sessioni di Joe, tra cui gli outtake di Get Down Moses, Coma Girl e il brano Fantastic.

Tutti gli album sono stati rimasterizzati dal tre volte vincitore del GRAMMY Award, l’ingegnere Paul Hicks (Beatles, John Lennon, Rolling Stones, David Bowie). I dischi sono accompagnati da nuove note di copertina, immagini inedite e quattro riproduzioni di testi e accordi provenienti dall’archivio di Strummer.

“Joe ci ha lasciato così tanta musica nel suo archivio”, dice Lucinda Tait, vedova di Joe e produttrice esecutiva. “Abbiamo iniziato questo lavoro con ‘001‘, quindi concentrarci sul lavoro di Joe con i Mescaleros è stato il secondo passo naturale per ‘002‘, perché le canzoni che ha realizzato con loro sembravano risuonare così fortemente e rinvigorivano il suo legame con il pubblico a un livello che non aveva più sperimentato dai tempi dei Clash. Era così entusiasta di lavorare con i Mescaleros e l’accoglienza ricevuta dalla stampa e dai fan è stata incredibile, gli ha dato un turbine di energia e fiducia e si è sentito creativamente appagato e felice.
Le sue parole sono così belle e oneste e insieme ai Mescaleros sono stati creati dei brani fantastici e ascoltare alcuni degli outtakes per me è stato davvero speciale”.

 

Peccato solo che Joe Strummer non sia qui per celebrare i suoi 70 anni…

David-Bowie-John-Cale-video-YouTube

John Cale, nuovo singolo con video animato (e c’è anche David Bowie)

Night Crawling è il nuovo singolo di John Cale (qui il suo sito ufficiale). Il brano è accompagnato da un video d’animazione, diretto dall’illustratore Mickey Miles, in cui l’ex Velvet Underground percorre le strade di New York negli anni ’70 insieme a David Bowie:

 

 

Night Crawling è il primo singolo di John Cale dopo Lazy Day del 2020 e dopo la collaborazione con Kelly Lee Owens per Corner Of My Sky.

“C’è stato un periodo intorno alla metà-fine degli anni ’70 in cui io e David ci incontravamo a New York” afferma Cale in un comunicato stampa. – “Mentre discutevamo molto sulla possibilità di portare a termine un lavoro condiviso, finivamo per vagare lungo le strade della città, fino a non essere più in grado di formulare un pensiero, figuriamoci una canzone!

Una sera siamo riusciti a incontrarci per un concerto di beneficenza, dove gli ho insegnato una parte di viola in modo da poterci esibire insieme. Quando ho scritto Night Crawling, era un momento di riflessione su tempi particolari. Quel tipo di NYC che teneva in pugno l’arte, abbastanza forte da tenerla al sicuro e abbastanza pericolosa da mantenerla interessante. Ho sempre pensato che avremmo fatto un altro tentativo di registrare insieme, questa volta senza l’interferenza di essere perennemente fuori di testa! Il bello di creare musica è la capacità di divinizzare un pensiero o un sentimento anche quando la realtà dice che non è possibile in termini logici”.

 

John Cale ha recentemente terminato un tour nel Regno Unito, prima di riprendere con nuove date tra ottobre e novembre, dopo che lo scorso 9 marzo ha compiuto 80 anni.

Creedence Clearwater Revival at the Royal Albert Hall

Creedence Clearwater Revival at the Royal Albert Hall

Sarà finalmente disponibile la registrazione perduta da tempo della leggendaria performance del 1970 alla Royal Albert Hall di Londra dei Creedence Clearwater Revival.

 

Uscirà infatti il prossimo 16 settembre su Craft Records e in vari formati Creedence Clearwater Revival at the Royal Albert Hall, un live intero che fotografa dal vivo il gruppo – all’apice della carriera – nella prestigiosa sala da concerto londinese. L’album vede John Fogerty, Tom Fogerty, Doug Clifford e Stu Cook interpretare successi, che sono ormai grandi classici, come Fortunate Son, Proud Mary, Bad Moon Rising e tanti altri.

 

Dopo quasi cinquant’anni, i nastri originali (multitraccia) sono stati meticolosamente restaurati e mixati dal team del produttore Giles Martin e del tecnico del suono Sam Okell, che insieme si sono occupati di tantissimi progetti, come la riedizione per il cinquantenario di Abbey Road e Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, così come dell’audio del biopic Rocketman dedicato ad Elton John e della serie The Beatles: Get Back diretta da Peter Jackson. La versione in vinile è stata masterizzata dal rinomato tecnico del suono Miles Showell presso gli Abbey Road Studios grazie alla tecnologia half-speed technology per un’esperienza d’ascolto ai massimi livelli.

 

Creedence Clearwater Revival at the Royal Albert Hall uscirà in concomitanza con il documentario Travelin’ Band: Creedence Clearwater Revival at the Royal Albert Hall. Diretto da Bob Smeaton (The Beatles Anthology e Hendrix: Band of Gypsys) e narrato dall’attore premio Oscar Jeff Bridges, il film accompagna gli spettatori dagli albori della band ad El Cerrito, in California, fino alla repentina e folgorante ascesa. Ricco di numerosi filmati inediti, Travelin’ Band culmina proprio con la performance della band alla Royal Albert Hall, vale a dire l’unico filmato integrale di un concerto della formazione originale dei CCR ad esserci pervenuto. Il film uscirà il prossimo 16 settembre e presto si conosceranno altri dettagli.

 

I Creedence Clearwater Revival salirono sul palco della Royal Albert Hall il 14 aprile 1970. Nei mesi precedenti lo show, il gruppo aveva vissuto un “anno magico” senza precedenti, come racconta Jeff Bridges nel film. In soli dodici mesi la band aveva raggiunto cinque singoli nella Top 10 e tre album nella Top 10 (Bayou Country, Green River, Willy and the Poor Boys) nelle classifiche americane, superando i Beatles. Erano apparsi al leggendario Ed Sullivan Show e suonato a oltre un milione di persone in tutta l’America, comprese le centinaia di migliaia di persone riunite a Woodstock.

 

Il suono “swamp rock” della band, che suonava tanto “southern”, finì con l’invadere le frequenze radiofoniche di tutto il mondo in quel 1969. Singoli come Proud Mary, Green River, Fortunate Son e Down on the Corner sono stati nella Top Ten in Europa, Nord America e Australia, mentre Bad Moon Rising ha raggiunto la vetta della classifica nel Regno Unito e in Nuova Zelanda. Ma i Creedence sono stati più di un semplice successo commerciale.

Alla fine del 1969, Bridges osserva: “John Fogerty era considerato uno dei cantautori politicamente più influenti d’America”, in seguito al suo commento pungente (con risvolti sociali) sulla guerra del Vietnam in Fortunate Son.  I critici stavano prestando molta attenzione ai CCR, mentre Rolling Stone li dichiarò la “Best American Band”.  All’alba del nuovo decennio, i Creedence suonarono in un trionfale spettacolo nella città natale all’Oakland Coliseum. Meno di quattro mesi dopo, ad aprile, i quattro si imbarcarono nel loro primo tour europeo, una serie di otto spettacoli che includeva tappe in Olanda, Germania, Francia e Danimarca.

 

La band considerava i due show londinesi (subito sold-out) come una sorta di test per il successo del loro tour europeo. Aprendo la loro prima serata con Born on the Bayou, la band travolse il pubblico con dodici brani ad alto impatto.  “Ciò che distingueva i Creedence da molti dei loro contemporanei era la loro capacità di produrre sul palco il sound dei loro dischi, e l’evidente emozione, la gioia che scaturivano dalla loro predilezione per i concerti dal vivo”, spiega ancora Jeff Bridges.

Alla conclusione dello show con Keep on Chooglin’, la band ricevette una standing ovation di 15 minuti. Il giorno dopo piovvero reazioni entusiastiche da pubblicazioni autorevoli come The Times e NME.

Se i Creedence Clearwater Revival solo due anni più tardi avrebbero intrapreso strade separate, le speculazioni riguardo ad una registrazione dal vivo di quel leggendario concerto iniziarono a circolare tra i fan già dal 1980. In quell’anno, la Fantasy Records aveva pubblicato un album dal vivo della band, con il titolo fuorviante di The Royal Albert Hall Concert. Si scoprì presto che l’audio proveniva, in realtà, dallo show all’Oakland Coliseum, catturato mesi prima della sortita londinese. Mentre l’etichetta si affrettava ad applicare all’album uno sticker con le informazioni giuste e a ribattezzare le ristampe successive della performance del gennaio 1970 con il titolo The Concert, le riprese della Royal Albert Hall rimasero una ‘leggenda metropolitana’ del rock ‘n’ roll… fino ad ora.

 

 

Creedence Clearwater Revival at the Royal Albert Hall: la tracklist

 

 

CD e digitale

1.      Born on the Bayou

2.      Green River

3.      Tombstone Shadow

4.      Travelin’ Band

5.      Fortunate Son

6.      Commotion

7.      Midnight Special

8.      Bad Moon Rising

9.      Proud Mary

10.  The Night Time Is the Right Time

11.  Good Golly Miss Molly

12.  Keep on Chooglin’

 

Vinile

A1. Born on the Bayou

A2. Green River

A3. Tombstone Shadow

A4. Travelin’ Band

A5. Fortunate Son

A6. Commotion

A7. Midnight Special

B1. Bad Moon Rising

B2. Proud Mary

B3. The Night Time Is the Right Time

B4. Good Golly Miss Molly

B5. Keep on Chooglin’

Patti Smith - Report Milano

Patti Smith, il report del concerto al Castello Sforzesco di Milano

Patti Smith, il report del concerto di Milano al Castello Sforzesco del 1° agosto 2022, ultima tappa per lei di questo tour in Italia.

 

La tappa conclusiva del tour estivo 2022 ha riportato Patti Smith a Milano, da sempre, una delle città preferite dell’artista americana. Lei in passato ha spesso soggiornato nella camera una volta riservata al suo grande idolo Maria Callas. La stanza è presente tuttora nello sciccosissimo Grand Hotel et de Milan di via Manzoni.

Sorridente, loquace e fisicamente in gran forma (i prossimi saranno 76…) Patti si è presentata sul palco accolta da un applauso calorosissimo da parte del pubblico milanese che ha riempito tutti i posti disponibili in platea.

La tripletta di brani iniziale (Redondo Beach, Grateful e Ghost Dance) ha tracciato subito le coordinate soniche del concerto. Un live più soft e poetico di quelli cui la Smith ci aveva abituato in passato. Lei stessa è parsa adeguare vocalità e grinta ai toni più sommessi del tutto puntando più che mai sulle sue capacità espressive e sulle sue doti comunicative.

L’omaggio al vecchio amico e maestro Allen Ginsberg a 25 anni dalla morte l’hanno riportata ai tempi in cui, insieme all’amico Lenny Kaye, metteva in scena a New York spettacoli di poesia e musica. 

Ma proprio l’assenza di Lenny Kaye ha pesato sull’efficacia musicale del concerto. A sostituirlo (si fa per dire) la Smith ha voluto accanto a se il figlio Jackson. È parso chitarrista modesto che ha costretto Tony Shanahan (vecchio sodale di Patti) agli straordinari. Shanahan ha suonato infatti basso, tastiere, cori e diversi interventi musicali extra per tentare di sopperire alle lacune di “core de mamma”.

Come accennato, a rimanere penalizzato è stato così l’impatto globale dello show. Uno spettacolo privo del mordente e della grinta da sempre marchio di fabbrica della Sacerdotessa i cui sermoni, peraltro, si sono rivelati comunque efficaci e graditissimi. Sia quando ha omaggiato Leopardi con una lettura in inglese del suo “Infinito”, sia quando ha cantato in modo toccante la profetica After The Goldrush di Neil Young accompagnata unicamente dalla tastiera di Tony Shanahan. 

Un finale in crescendo (Because The Night, Gloria e People Have The Power, quest’ultima con la partecipazione a sorpresa della stella del basket Gigi Datome). Patti Smith ha entusiasmato un pubblico eterogeneo (parecchi i giovani presenti). Un pubblico fedelissimo alla liturgia della Sacerdotessa che ha così concluso in modo trionfale il suo tour 2022 nella città che le ha donato una pergamena del Comune. Una città che anche per questo da oggi Patti Smith sente ancor più sua.

Joni Mitchell - Newport Folk Festival 2022

Joni Mitchell live al Newport Folk Festival – Prima esibizione dopo vent’anni

Joni Mitchell è tornata sorprendentemente a calcare il palco del Newport Folk Festival dopo l’ultima volta nel 1969. Una rara esibizione, la prima in vent’anni nell’ambito di un vero concerto. La cantautrice ha affiancato Brandi Carlile e altri incredibili musicisti proponendo capolavori della sua discografia. Tra questi ultimi ha fatto ascoltare infatti Both Sides NowCarey, seduta su una poltrona al centro del palco: un trono per la regina del folk.

Dopo Summertime di Gershwin, sul finale Mitchell si è alzata in piedi, ha imbracciato la chitarra e regalato un lungo assolo sulla sua Just Like This Train. Sta “re-imparando” a suonare guardando video su Internet. Lo ha raccontato lei stessa, ed è stato incredibile per il pubblico vederla esibirsi dopo l’aneurisma che l’ha colpita nel 2015 togliendole la parola per lungo tempo.

 

“Datele il benvenuto, Joni torna su questo palcoscenico per la prima volta dal 1969” ha dichiarato Brandi Carlile. In quell’occasione Mitchell suonò The Circle Game, un anno prima che uscisse in Ladies of the Canyon, suo terzo album.

 

È stato un anno importante per Joni Mitchell questo 2022: ha ricevuto infatti un prestigioso premio del Kennedy Center, è stata nominata Musicares Person of the Year dalla Recording Academy e ha iniziato a pubblicare la sua musica prodotta e ancora inedita con il progetto Joni Mitchell Archives. La singer-songwriter canadese ad aprile era anche salita sul palco degli ultimi Grammy come presentatrice, dopo che in carriera ne ha vinti addirittura nove.

 

Ecco qui, infine, l’esibizione di Joni Mitchell al Newport Folk Festival:

 

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