Roger Waters, buona la prima in Italia del tour 2023
Il racconto del primo dei sette concerti in programma in Italia in questo 2023 per l’ex Pink Floyd Roger Waters tra vecchi e nuovi successi
This Is Not A Drill, questo il nome del tour: questa non è un’esercitazione. Il messaggio è di tipo politico e lo è più del solito in questo spettacolo in cui il protagonista è Roger Waters.
Ieri, 27 marzo 2023, al Forum di Assago la prima delle sette date in Italia tutte sold out dell’ex Pink Floyd. Infatti dopo i concerti nel palazzetto alle porte di Milano sarà la volta dell’Unipol Arena di Casalecchio di Reno per altri tre appuntamenti ad aprile vicino Bologna di quello che è stato annunciato come suo primo tour d’addio.
Il palco a croce permette di vedere lo show nella sua totalità da qualsiasi punto del Forum con lo stesso Waters e i suoi musicisti ad alternarsi sulle varie diramazioni della croce stessa.
The Wall è presente in scaletta all’inizio, nell’immediata ripresa dopo il primo set a seguito dell’intervallo e alla fine. La prima parte comincia infatti con la nuova versione di Comfortably Numb, pubblicata a novembre dell’anno scorso e nata durante il lockdown per la pandemia da Covid-19. Il palco a croce prevede anche dei maxischermi che vengono sopraelevati dopo il primo brano e che permettono di vedere subito nella sua interezza tutti i musicisti suonare e interagire insieme alle immagini e alle scritte proiettate.
L’audio è da subito perfetto, come sempre avviene di fatto nei concerti di Roger Waters, e il live prosegue con The Happiest Days Of Our Lives e le parti due e tre di Another Brick In The Wall, prima di lasciare il posto ad alcuni brani del repertorio solista, compreso l’inedito The Bar, poi ripreso verso fine show con tanto di ringraziamento a Bob Dylan per l’ispirazione di parte del testo, arrivata da Sad Eyed Lady Of The Lowlands da Blonde On Blonde.
La suddivisione della scaletta è per album e allora, per riprendere il periodo Pink Floyd, è il momento di Wish You Were Here con il ricordo di Syd Barrett proiettato sui maxischermi e soprattutto con le immagini dei primi anni del gruppo, mentre da Animals l’unico brano proposto è Sheep con la pecora-drone che fa il giro del Forum.
Dopo la fine del primo set si torna ancora su The Wall e con Waters in versione dittatore in In The Flesh?, in questo caso col maiale Algie che vola sulle teste di un pubblico letteralmente ipnotizzato dallo show. Poi Run Like Hell, una breve parte dedicata all’album solista del 2017 che si chiude con la title-track Is This The Life We Really Want? e uno dei momenti più intensi e apprezzati dagli spettatori con tutta la seconda parte di The Dark Side Of The Moon, il capolavoro floydiano che ha da poco compiuto 50 anni. Money e Us And Them sono cantate da Jonathan Wilson, che sia come cantante sia come chitarrista è fondamentale insieme a tutta la band, autentica parte integrante di una macchina perfetta o quasi, che accompagna Waters.
This Is Not A Drill, come si diceva in apertura, è anche uno spettacolo pieno di messaggi politici e le dichiarazioni in merito di Roger Waters fanno spesso discutere. Prima che il concerto inizi, alle 20:40, con la sua stessa voce avverte che chi è il tipo di fan che ama i Pink Floyd, ma non apprezza il suo pensiero politico “può anche andare affan..lo al bar”, detto e scritto testualmente così. Prendere o lasciare insomma. Magari anche a discapito di chi ama da anni la sua musica. E per tutto il live non mancano gli attacchi al potere, al capitalismo occidentale, agli Stati Uniti… A un certo punto scorrono anche le immagini di Reagan, Trump e Biden definiti “criminali di guerra”. Per alcune sue posizioni politiche in Germania vogliono addirittura vietare due suoi concerti in programma ad aprile a Monaco e a Francoforte, ma Waters è già ricorso alle vie legali per permettere il regolare svolgimento degli show.
Il live si chiude con l’ex Pink Floyd e la sua band che tornano letteralmente dietro le quinte sulle note di Outside The Wall e rimangono visibili agli occhi del pubblico solo attraverso i maxischermi per quella che dopo più di due ore, e anche dal punto di vista della performance, non è un’esercitazione.