09/07/2025

Afterhours al Kozel Carroponte di Sesto San Giovanni (MI), il report (08.07.2025)

Come dar voce (in tutti i sensi) a (più di) una generazione che non ha mai smesso di credere in te e che ora è felice di riaccoglierti a casa

 

Era la data di casa per gli Afterhours quella di ieri al Carroponte di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. C’era tanta attesa di rivedere sullo stesso palco i componenti di quella band che avevano inciso Ballate per Piccole Iene a vent’anni di distanza dall’uscita dell’album, tanto più perché il frontman Manuel Agnelli in tempi più recenti si è dedicato ad altri progetti e gli Afterhours hanno pubblicato nove anni fa il loro ultimo lavoro discografico di inediti, Folfiri o Folfox.

L’affetto che accoglie il gruppo a inizio concerto è subito tangibile, ma purtroppo la voce di Manuel Agnelli non è al massimo; dopo il secondo brano in scaletta, Ballata per la mia piccola iena, è lui stesso ad ammettere di non essere nelle condizioni ideali per poter cantare come vorrebbe dopo il brusco calo delle temperature dovuto anche ai temporali degli ultimi giorni: per tutta la sera è infatti costretto a chiedere l’aiuto del pubblico… che però non ha nemmeno bisogno di essere convinto, anzi…

La prima parte del concerto è dedicata tutta a Ballate per Piccole Iene, eseguito per intero nella stessa sequenza dell’album ad eccezione di Male di polvere, assente dalla scaletta. La seconda parte è invece una celebrazione di un’altra significativa fetta di storia del gruppo che comincia con una cover de La canzone di Marinella di Fabrizio De André. Sul palco c’è tanta passione espressa da Giorgio Prette alla batteria, Andrea Viti al basso, Dario Ciffo al violino e alla chitarra e dal polistrumentista Giacomo Rossetti, unico membro aggiunto alla formazione che aveva registrato Ballate per Piccole Iene; e i presenti non possono far altro che restituire quest’energia su tanti pezzi storici, come Strategie, La verità che ricordavo, Male di miele, Quello che non c’è, ma anche come Lasciami leccare l’adrenalina e Dea, che cantano in scioltezza nella seconda parte.

Dal palco non sono poi mancati appelli di Manuel Agnelli come quello per il “cessate il fuoco in Palestina”, con un chiaro invito a scendere in strada e a ribellarsi contro quanto sta accadendo lì.

“È il concerto più divertente che abbia mai fatto senza voce” dice a un certo punto della serata il frontman degli Afterhours.

Ci sono poi ancora due momenti salienti nella parte conclusiva del live: il primo si apre con Non si esce vivi dagli anni ’80 e Bye Bye Bombay, e include Padania, title track del disco che nel 2012 si è aggiudicato la Targa Tenco come Miglior album dell’anno. Il secondo, che chiude definitivamente il concerto, è affidato a due grandi classici: Non è per sempre e Voglio una pelle splendida.

Come dar voce (in tutti i sensi) a (più di) una generazione che non ha mai smesso di credere in te e che ora è felice di riaccoglierti a casa.

Bentornati Afterhours.

 

Scaletta:

La sottile linea bianca
Ballata per la mia piccola iena
È la fine la più importante
Ci sono molti modi
La vedova bianca
Carne fresca
Chissà com’è
Il sangue di Giuda
Il compleanno di Andrea

 

La canzone di Marinella (Fabrizio De André cover)
Strategie
Lasciami leccare l’adrenalina
Dea
La verità che ricordavo
Male di miele
Quello che non c’è

 

Non si esce vivi dagli anni ’80
Padania
Bye Bye Bombay

 

Non è per sempre
Voglio una pelle splendida
Afterhours 2025

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