20/03/2015

Bocephus King & Orchestra Familia

Nuovo lavoro per un musicista eclettico che sa giostrare con grande disinvoltura attraverso tutta la tradizione popolare americana
Personaggio solo apparentemente stralunato, Bocephus King è in realtà un musicista eclettico che sa giostrare con grande disinvoltura attraverso tutta la tradizione popolare americana. Nativo di Vancouver, porta in sé il piacere di raccontare e fare musica della grande generazione di songwriter che fu propria del Canada negli anni d’oro del rock.
 
Con The Illusion Of Permanence, Bocephus King arriva alla sua sesta fatica. Un bel lavoro in cui il consueto piglio folkie si mescola con insistenza a influenze orientali dal sapore spirituale. È un bel modo per unire le proprie radici a un mondo più ovattato che da sempre si segnala come una terra promessa in grado di regalarci serenità. E dai testi si capisce che l’avanzare inguaribilmente vagabondo di Bocephus necessita proprio di una pausa, di un porto in cui fermarsi per fare un po’ di chiarezza sui propri bisogni e capire che direzione dare alla propria vita. Oh She Glows, Twelve Gates, The Redeemer sono solo alcuni esempi che parlano della sua ricerca di uno spiraglio di luce che possa filtrare attraverso la nebbia e indicargli la via da seguire. Sorprendente come le due dimensioni musicali si compenetrino senza stridere, nonostante siano così lontane tra loro: merito senz’altro dei musicisti che lo accompagnano, ma certamente anche di Bocephus che si è creato delle coordinate molto precise sul percorso musicale che vuole effettivamente effettuare. È soprattutto questo che conferisce fluidità alle canzoni di The Illusion Of Permanence, un titolo che già da solo spiega molte cose. Certo, se ci si sofferma su brani come Hummingbird dall’incedere fresco e gioioso e sostenuto in gran parte da un banjo dall’inconfondibile sapore country, qualche nostalgia torna subito a fare capolino. Ma è solo un flash che, sia per l’uso della voce che per il significato un po’ mistico del testo, ricorda da vicino, in certi passaggi, anche il migliore Cat Stevens.
 
The Illusion Of Permanence è un disco estremamente godibile che ci segnala un’evoluzione molto interessante del suo autore.

 
 

 

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